Bitcoin: nuovo record per la difficulty del mining

Bitcoin difficulty mining

La difficulty del mining di Bitcoin ha raggiunto il suo record massimo di sempre. 

Infatti pochi giorni fa è salita ad oltre 26,6TH/s, ovvero il valore massimo di sempre

Record per la difficulty del mining di Bitcoin

Basti pensare che a fine 2020 era a 18,6TH/s, e ad inizio 2019 era sotto i 6TH/s. Quindi in tre anni si è più che quadruplicata. 

La causa è il continuo incremento dell’hashrate, di nuovo tornato vicino ai massimi di sempre. Infatti più aumenta l’hashrate più aumenta la velocità con cui si riescono a minare i blocchi, facendo scendere il blocktime. Questo è il tempo medio che intercorre tra l’aggiunta di un blocco alla blockchain di Bitcoin e l’aggiunta di quello successivo. 

Il protocollo Bitcoin è progettato per mantenere sempre un blocktime di circa 10 minuti, quindi quando l’hashrate aumenta deve per forza aumentare anche la difficoltà del mining così da compensare la maggior velocità di estrazione degli hash che convalidano i blocchi. 

Il record storico assoluto dell’hashrate è stato toccato qualche giorno fa, quindi è inevitabile che anche la difficulty sia ai massimi. Inoltre bisogna tener presente che la difficulty viene aggiornata solamente ogni circa due settimane. 

A dire il vero livelli di hashrate simili a quelli attuali si erano già verificati a maggio 2021, prima del ban cinese, e in effetti già allora la difficulty fece registrare nuovi massimi salendo per la prima volta nella storia sopra i 25TH/s. Ma all’epoca il prezzo di BTC era di circa 50.000$, non 35.000$ come ora. 

Bitcoin mining
L’hashrate di Bitcoin è a livelli record

Crolla la profittabilità di Bitcoin

Infatti nelle ultime settimane si è verificato un vero e proprio crollo della profittabilità del mining di Bitcoin. 

A maggio del 2021 era poco sotto gli 0,4$ al giorno per THash/s, saliti poi a 0,45$ durante il picco di prezzo del 10 novembre. Ora è precipitata sotto gli 0,2$, facendo presagire che se il valore di BTC non dovesse salire molto probabilmente sarà l’hashrate a dover diminuire. 

Infatti più hashrate significa più consumi di energia elettrica, ovvero più costi. Visto che la remunerazione dei miner è in BTC, e non in dollari, quando scende il valore di BTC scende anche la profittabilità del mining, inducendo i miner a spegnere le macchine che consumano di più. 

Va anche evidenziato che negli ultimi anni è aumentata molto l’efficienza degli ASIC utilizzati per minare Bitcoin, quindi anche se dispongono di un hashrate maggiore i nuovi modelli consumano molto meno dei precedenti. Per questo motivo è possibile avere un hashrate molto elevato anche con un valore inferiore di BTC. 

Tuttavia rimane molto probabile che l’hashrate finisca lo stesso per diminuire, obbligando il protocollo a fare bruschi aggiustamenti della difficulty facendola diminuire anche relativamente di molto. 

Allo stato attuale sembra lecito immaginarsi che nelle prossime settimane hashrate e difficulty possano scendere considerevolmente.

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