Mercati, la volatilità torna a fare capolino

Dal punto di vista fondamentale, non vi sono particolari scogli a un recupero di Wall Street dopo lo scivolone di ieri. Certo, le attese per i payrolls di aprile in pubblicazione venerdì in Usa sono elevatissime. Ma i segnali sono molto promettenti, e comunque, se uscisse un dato deludente, che credibilità avranno le preoccupazioni sui tassi alimentate per ultima dalla Yellen? L’ha detto Powell che l’occupazione è praticamente l’unico parametro Fed. Certo, se esce un dato fortissimo, si potrà parlare di annunci di tapering a giugno, ma sarebbe un ulteriore segnale di forza dell’economia”. A farlo notare è Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr, che di seguito dettaglia la propria view.

Se effettivamente il calo ha almeno in parte a che vedere con la Yellen, la probabilità di un rientro del movimento è maggiore. Ovviamente una correzione di qualche punto percentuale non necessita di particolari modifiche del quadro macro per manifestarsi. Specie quando si viene da un aprile stellare come questo, per gli USA. L’Europa, al solito, è un discorso a parte. L’aprile non è stato così positivo (Milano è addirittura scesa) ma l’azionario continentale, al solito, è più fragile e volatile. Peraltro, i motivi per scendere sono ancora più scarsi che per gli Usa.

L’economia sta accelerando, le riaperture sono in arrivo e il mercato è meno iperesteso. Vorrà dire che se la correzione procede, l’opportunità di acquisto sarà ancora migliore.

Attenzione però: sul fronte tecnico, invece, le figure che si stanno disegnando sui grafici Usa non sono per nulla invitanti (rinvio a domani il quadro, quando avremo la chiusura USA e gli eventuali follow through in EU). Ma recentemente giocarsi le rotture ribassiste non ha pagato.