Mercati, obbligazioni: i collocamenti della settimana sotto la lente

In un contesto in cui inflazione e tassi d’interesse sono al centro dell’attenzione dei mercati, i timori di speculazioni sull’esito elettorale sono stati fugati dal risultato, con una chiara maggioranza uscita dalle urne che dovrebbe permettere una rapida formazione del nuovo Governo ed evitare le lunghe procedure vissute dopo le elezioni del 2018.

Purtroppo il conflitto ai confini dell’Europa continua a influenzare negativamente i mercati ed alimenta la speculazione sulle materie prime e sugli approvvigionamenti energetici, soprattutto per il fatto che una fine del conflitto non sembra essere vicina ed i timori che le conseguenze si faranno sentire ancora per molto tempo, inizia ad essere quasi una certezza.

Mentre Bruxelles propone un ottavo pacchetto di sanzioni che dovrebbe gettare le basi legali per un tetto al prezzo del petrolio, Mosca va verso l’annessione di alcune zone dell’Ucraina, pubblicando i risultati dei contestati referendum, che indicano la volontà di quattro regioni occupate di unirsi alla Federazione russa.

Si attende quindi, che Putin proclami l’annessione delle regioni, a poco più di una settimana dai referendum, dalla mobilitazione militare parziale in patria e dalla minaccia di difendere il territorio russo con armi nucleari.

Di fronte a questa situazione i mercati hanno avuto una forte volatilità con trend ribassista sia per gli indici azionari che per i valori dei mercati obbligazionari.

A tutto ciò si è aggiunta una forte speculazione sulla sterlina, dopo che il nuovo primo ministro Liz Truss, ha annunciato un forte programma di taglio fiscale che non è piaciuto ai mercati. La divisa ha perso terreno scendendo sui minimi contro dollaro da oltre 20 anni ed i titoli di stato hanno visto un’impennata dei rendimenti, fino a che la Bank of England è intervenuta con una sorta di “whatever it takes” di stile “draghiano”, per fermare la speculazione. La BoE ha acquistato sul mercato titoli fino a 65 miliardi di sterline con scadenze dai 20 anni ed oltre. Il fattore scatenante è stata la dichiarazione del primo ministro, poiché al taglio delle tasse si è annunciato un aumento dell’indebitamento pubblico, senza fissare un limite alla quantità di debito.

Difficilissimo quindi operare sul mercato, con i rendimenti dei governativi dell’Eurozona che sono in attesa della Bce, dopo che Lagarde ha ribadito che Francoforte dovrà continuare ad alzare i tassi di interesse per contenere l’inflazione, anche se l’effetto collaterale di una politica più restrittiva sarà una crescita più debole. In settimana molti banchieri centrali hanno messo sul tavolo l’ipotesi di un nuovo rialzo dei tassi da 75 punti base al prossimo meeting di ottobre. Negli Usa, iniziano i rumor a favore di un rialzo da 75 punti base al prossimo meeting di novembre.

Spread tra Btp e Bund in area 242 con rendimenti al rialzo nell’Eurozona, dove il nostro benchmark di riferimento decennale è arrivato al 4,65%. La Grecia è ancora la maglia nera al 4,87% e Cipro entra nel club del 4%, mentre quello del 3% si arricchisce con Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Lituania e soprattutto i titoli dell’Unione Europea.

Per la Germania, ultima dell’Eurozona fino a pochi giorni fa con l’1% davanti, in questi giorni è entrata nel club del 2%. Per la Gran Bretagna rendimenti decennali oltre il 4%, mentre i Treasury sono al 3,82%.

In questa situazione di volatilità, le difficoltà ad emettere nuovi titoli è enorme.

Le nuove emissioni governative sotto la lente

Il Tesoro italiano ha collocato l’ottava tranche del Btp€i 2033 con rendimenti in salita al 2.45% e prezzo 78.25. L’importo offerto è stato di 1.25 miliardi di euro, a fronte del quale sono arrivati ordini per 1.63 miliardi; inoltre sono stati collocati in asta BoT a sei mesi per l’importo di cinque miliardi di euro, isin IT0005508244, raccogliendo ordini per 7,1 miliardi. Il prezzo di aggiudicazione è stato di 99,01, corrispondente ad un rendimento lordo di 1,978%, il livello più alto dal 2012. Rispetto all’emissione di agosto, il rialzo è stato importante, un mese fa, il rendimento era stato di appena lo 0,81%, dopo anni di rendimenti negativi che avevano allontanato la clientela retail dai Bot.

Sui Btp a cinque e dieci anni andati in asta, per la scadenza breve con cedola del 2,65% la richiesta è stata superiore ai quattro miliardi a fronte di 2,75 collocati ad un prezzo di 93,4 che significa un rendimento lordo del 4,12%, mentre per la scadenza dicembre 2032 con cedola del 2,5%, il prezzo è stato di 82,8, pari al 4,7% di rendimento lordo, con richieste per 3,54 miliardi a fronte di 2,5 offerti.

Dalla Germania, buon successo per la Kfw, la banca per le imprese con garanzia statale e quindi rating massimo, simile alla nostra Cassa Depositi e Prestiti, che ha emesso 4 miliardi con scadenza 2029 con cedola del 2,875% e prezzo di 99,84. Il titolo è uno dei pochi riusciti a mantere il prezzo sopra quello di collocamento. Isin DE000A30VM78 e taglio minimo retail da mille euro con mutipli di mille.

Sulla sterlina molto interesse per la riapertura del Gilt, ossia il titolo di stato, rating AA-, con scadenza luglio 2053, cedola dell’1,5%, la cui prima emissione nel mese di ottobre 2021 ha visto il prezzo di collocamento a 102,214. Questa tranche è stata piazzata a 52,447, il 50% in meno circa, ed esprime un rendimento del 4,29%, Isin GB00BM8Z2V59. Dopo l’intervento della BoE sui mercati, lo stesso è salito di oltre cinque figure in area 57.

I nuovi bond corporate sotto i riflettori

Più difficile il primario in ambito corporate. L’operatore ferroviario nazionale  ceco, České dráhy, ha completato il road show per emettere  un’obbligazione green a cinque anni con rendimento atteso di 200 punti sopra il tasso midswap, rating atteso Baa2.

Pirelli ha deciso di rimborsare in anticipo il bond  1.375% in scadenza il 25 gennaio 2023, dell’ammontare di 600 milioni di euro.

Nexi, società italiana attiva nella fornitura di servizi finanziari digitali, ha annunciato il riacquisto parziale delle proprie obbligazioni per l’importo massimo di 400 milioni di euro. I titoli oggetto del riacquisto sono: Nexi 1.75% callable 31 ottobre 2024 (Isin XS2066703989) da 825 milioni e Nexi 1.625% callable 30 aprile 2026 (XS2332589972) da 1.05 miliardi.

Alto rendimento per l’emissione di Verisure, molto richiesta nel collocamento, con 500 milioni di euro con scadenza nel 2027 e cedola del 9,25%. Il titolo ha Isin XS2541437583 con taglio minimo da 100mila euro con multipli di 100mila, prezzo d’emissione a 100 e buona performance sul grey market con livello salito di oltre 50 centesimi.

UniCredit Bk Czech Republic Slovakia ha  annunciato il collocamento di un’obbligazione covered bond con scadenza cinque anni.

A cura di Carlo Aloisio, senior broker