A Wall St. utili solidi ma la cautela resta d’obbligo

La stagione degli utili del terzo trimestre negli Stati Uniti è partita con il piede giusto, superando le aspettative iniziali. Tuttavia, nonostante i dati positivi, J. Safra Sarasin invita a un approccio cauto, puntando su titoli difensivi e sui mercati europei, in attesa di valutazioni più attraenti e di una maggiore chiarezza sui rischi.

Utili in crescita

Come spiega Wolf von Rotberg, equity strategist di J. Safra Sarasin, “La stagione degli utili del terzo trimestre negli Stati Uniti ha registrato un avvio positivo”. Dei pochi titoli che hanno già pubblicato i bilanci, una netta maggioranza ha battuto le previsioni. “Tra il 17% delle società statunitensi che hanno finora pubblicato i propri risultati, il 74% ha superato le aspettative pre-stagionali”. La crescita dell’utile per azione (EPS) risulta robusta: “Il tasso di crescita aggregato dell’utile per azione (EPS) riportato è pari al 17,3%, mentre il dato relativo alla crescita dell’EPS ‘blended’ è pari al 7,4% su base annua”. Un dato, quest’ultimo, che “è ben superiore al 4,5% previsto dal consenso all’inizio della stagione”.

Il trionfo (misurato) del settore finanziario

A trainare questa prima fase sono state soprattutto le banche. “Il settore che ha dominato le prime due settimane di rendicontazione è quello finanziario”. Le performance sono state eccezionali: “Il 90% delle banche statunitensi che hanno reso noti i risultati del terzo trimestre è riuscito a superare le aspettative pre-stagionali”. Come sottolinea von Rotberg, “La crescita degli utili del settore finanziario è pari al 20% su base annua, che rappresenta il tasso di crescita più elevato tra tutti i settori statunitensi, allo stato attuale, e il tasso di crescita dell’EPS più elevato per il settore finanziario dal 2021”.

Alla base di questo boom, “il forte contributo dei ricavi da consulenza e delle commissioni di trading”, favorito dall’aumento del volume delle operazioni di M&A e dalla crescita dei mercati. “Tuttavia, oltre a ciò, anche il margine di interesse ha registrato un solido aumento. Questo potrebbe essere stato l’aspetto più sorprendente, dato che nel terzo trimestre i rendimenti statunitensi sono diminuiti”.

Una boccata d’ossigeno è arrivata anche dalla regolamentazione, con la Fed che ha proposto un allentamento degli aumenti di capitale richiesti. “Ciò dovrebbe aiutare il settore a mantenere i propri livelli di redditività fintanto che il ciclo rimane in linea con le previsioni”.

Nonostante il quadro favorevole, però, la banca svizzera non intende rivedere al rialzo il settore. “Le valutazioni hanno recentemente toccato i massimi livelli dal periodo successivo alla crisi finanziaria globale. Il rapporto prezzo/valore contabile ha raggiunto 1,5 volte, un livello che implica già un miglioramento significativo della redditività (RoE) nei prossimi trimestri”.

A questa cautela si aggiungono i timori per il credito. “Le recenti difficoltà nel settore del credito privato” pongono le banche “in una posizione vulnerabile, soprattutto a causa del loro rapporto indiretto con le entità interessate”. L’avvertimento è chiaro: “Se i problemi del settore privato dovessero estendersi ai mercati del credito pubblico, le banche sarebbero probabilmente il settore più colpito. Nessun altro settore tende a sottoperformare più di quello bancario quando gli spread creditizi aumentano”.

Il vento contrario del dollaro e i multipli da record

La solidità degli utili, inoltre, potrebbe non essere sufficiente a sostenere il mercato. “La solidità della stagione degli utili dovrebbe fornire solo un sostegno limitato alle aspettative di consenso sugli utili”. Un fattore chiave, spiega von Rotberg, è il dollaro USA. “Sebbene la debolezza del dollaro nel primo semestre abbia garantito solidi miglioramenti degli utili negli ultimi mesi, questo effetto sta attenuandosi”. La tendenza si sta invertendo: “Il dollaro ponderato per il commercio ha toccato il minimo a luglio e da allora si è leggermente apprezzato. Le revisioni degli utili statunitensi su base mensile tendono a seguire tali movimenti valutari, con il recente apprezzamento del dollaro che suggerisce possibili ribassi nei mesi a venire”. Questo potenziale indebolimento degli utili si scontra con “un mercato che sta già operando a multipli record, rendendo improbabile un ulteriore rialzo sostanziale nel breve termine”.

La preferenza per i titoli difensivi

In questo contesto, J. Safra Sarasin mantiene una posizione prudente. “In questo contesto di mercato, manteniamo le nostre preferenze per i titoli difensivi”. Secondo von Rotberg, “la recente sovraperformance dei titoli difensivi rispetto a quelli ciclici, dopo che questi ultimi hanno toccato un massimo storico, è destinata a protrarsi ancora per un po’”. I ciclici, infatti, hanno performato più dell’andamento dell’economia reale, anche grazie al boom dell’intelligenza artificiale. Al contrario, settori come quello sanitario, dopo un periodo di sottoperformance, potrebbero registrare un rimbalzo.

Cautela e pazienza

La visione d’insieme rimane quindi guardingo. “In conclusione, la fase del ciclo in cui ci troviamo attualmente suggerisce un approccio più difensivo e leggermente cauto nei confronti del mercato. È improbabile che la stagione degli utili modifichi tale orientamento”. Prima di tornare ottimisti, conclude von Rotberg, “preferiremmo osservare un adeguamento dei fattori interni al mercato, quali le dinamiche settoriali e di stile. Sul fronte finanziario, sarebbero necessari maggiore chiarezza sui rischi di credito o valutazioni più interessanti per poter puntare sulle prospettive di utili a medio-lungo termine, che appaiono piuttosto solide. Per il momento, le nostre preferenze tattiche ricadono sui settori difensivi e sui mercati azionari europei”.