“Con il rallentamento dell’inflazione, l’asticella per ulteriori rialzi dei tassi è ora significativamente più alta, il che indica che stiamo attraversando una fase di topping dei tassi. Le obbligazioni investment-grade con scadenze intermedie offrono, per la prima volta dopo molto tempo, un interessante rapporto rischio/rendimento, con ragionevoli possibilità di ottenere rendimenti elevati a una cifra e una bassa volatilità”. Ad affermarlo sono Nicolas Laroche, Global Head of Advisory & Asset Allocation e Filipe Alves Da Silva, Investment Specialist di UBP, che di seguito illustrano nei particolari la loro visione.
I rendimenti dei titoli di Stato sembrano aver toccato i massimi
Negli ultimi due anni le banche centrali hanno aumentato ripetutamente i tassi nel tentativo di placare l’impennata dell’inflazione, con il resto della curva che si è mossa di pari passo, raggiungendo la parte superiore del range degli ultimi vent’anni.
Il nostro scenario prevede che l’inflazione impiegherà del tempo per tornare all’obiettivo del 2% fissato dalla Fed, data la crescita sostenuta dei salari e la tenuta dei prezzi nel settore dei servizi, senza contare la volatilità superiore alla media dei prezzi del petrolio determinata dall’instabilità del Medio Oriente.
Sebbene le comunicazioni delle banche centrali abbiano ancora un orientamento da falco, l’asticella per un ulteriore rialzo dei tassi è ora decisamente alta e non ci aspettiamo che i tassi di riferimento salgano dai livelli attuali, a meno di un’inattesa risalita dell’inflazione. Al contrario, i tassi dovrebbero rimanere a livelli elevati per la prima metà del 2024, con i primi tagli dei tassi che dovrebbero arrivare solo nella seconda metà dell’anno.
I rendimenti Treasury decennali hanno recentemente toccato la soglia del 5% (il massimo del nostro range per il 2023), ma da allora sono scesi attorno al 4,5%, che coincide con il nostro obiettivo di fine anno per il 2024. Ciononostante, vediamo una tendenza verso livelli più bassi nel corso dell’anno, dato che i tassi sono già a livelli elevati, per non parlare del rischio di recessione e/o di calo dell’inflazione (tutti sinonimi di tassi più bassi).
Il punto di forza: investment-grade, scadenze a 3-5 anni
Per la prima volta da prima della crisi finanziaria globale, le obbligazioni investment-grade offrono un carry interessante con l’ulteriore vantaggio di potenziali guadagni in conto capitale con la normalizzazione della curva dei rendimenti, così che un rendimento a due cifre è a portata di mano.
Riteniamo che la fascia con scadenze da 3 a 5 anni sia quella che offre più opportunità, in quanto beneficia della normalizzazione della curva rispetto alla sua attuale forma invertita (ossia i tassi a breve termine sono più alti di quelli a lungo termine). Prevediamo che nel corso dell’anno i tassi a breve e medio termine scenderanno e quelli a lungo termine saliranno, in quanto le banche centrali normalizzeranno la politica e taglieranno i tassi nella seconda metà del 2024. Questa fascia è anche meno vulnerabile al rischio di rialzo dei tassi rispetto alle scadenze più lunghe, viste le crescenti preoccupazioni per il deficit e il fabbisogno finanziario del governo degli Stati Uniti.
Se si ipotizza l’attuale carry del 5,7% e una normalizzazione dei tassi di circa lo 0,75-1,0% (ossia una riduzione dei tassi dello 0,75-1,0% sulla fascia 3-5 anni), il rendimento atteso si attesta intorno all’8,5-9,0%.
Al contrario, se ci sbagliamo e gli spread si allargano e/o i tassi salgono, il carry è sufficiente per attutire l’impatto e lasciare il rendimento del periodo di detenzione di 12 mesi in territorio positivo. È importante notare che, se gli spread dovessero aumentare in modo significativo, significherebbe che c’è una recessione, nel qual caso ci si aspetta una fuga verso gli asset più sicuri (che comporta tassi più bassi).
Assicurarsi rendimenti interessanti
È il momento di assicurarsi rendimenti più elevati. Privilegiamo una posizione significativamente sovrappesata sulle obbligazioni investment-grade nella gamma di scadenze da 3 a 5 anni, per poter contare sugli interessanti rendimenti offerti da questa asset class.
Sebbene i buoni del Tesoro Usa a breve scadenza o i tassi di deposito appaiano interessanti data l’inversione della curva dei rendimenti, mettiamo in guardia dal rischio di reinvestimento, ossia dal rischio che il rendimento che gli investitori possono ottenere una volta che il loro strumento giunge a scadenza (ossia il tasso che è possibile reinvestire) sia inferiore al rendimento originario. Estendendo le scadenze alle obbligazioni intermedie, gli investitori si assicurano rendimento per un periodo più lungo.
Infine, è possibile sostenere che le obbligazioni sono ora più interessanti delle azioni. Per il 2024 ci aspettiamo rendimenti azionari del 10%, ossia vicino al 9% circa che ci aspettiamo per le obbligazioni investment grade a 3-5 anni; tuttavia, la volatilità delle azioni è molto più elevata di quella delle obbligazioni (16% contro 3,5%, rispettivamente), rendendo le obbligazioni investment grade un’opzione migliore in termini di gestione del rischio.