Binance, rischio maxi causa dall’Italia

Binance causa

Guai in vista per Binance che rischia di affrontare una causa per risarcire un gruppo di investitori italiani e internazionali. 

Lo studio Lexia Avvocati di Milano, in collaborazione con lo Swiss Blockchain Consortium infatti ha ricevuto l’incarico di ottenere il risarcimento degli importi investiti e dei danni subiti da un gruppo di trader che negoziava sui futures e che si è trovato più volte impossibilitato ad accedere alla piattaforma di Binance in concomitanza con momenti di alta volatilità del mercato. 

Nella lettera indirizzata a diverse sedi di Binance che riportano altrettante ragioni sociali, nonché al CEO Changpeng Zhao, vengono ricostruite le ragioni che rischiano di portare all’azione legale. 

A firmarla sono gli avvocati Francesco Dagnino, Angelo Messore e Michele Mennoia. 

Le ragioni della causa contro Binance 

I problemi per il gruppo di trader danneggiati partono dall’8 febbraio 2021. Era il giorno in cui Elon Musk annunciava che Tesla aveva investito in Bitcoin. A quel tweet seguì una spaventosa volatilità del mercato (al rialzo). Ma i trader che si sono ora rivolti agli avvocati non riuscirono ad accedere al loro account Binance dove avevano delle posizioni aperte in negoziazioni di future di criptovalute. Risultato: le loro posizioni furono liquidate perché non furono in grado di intervenire per aggiustare le impostazioni basandosi sul movimento del mercato in atto. 

Il 23 febbraio Binance ha pubblicamente ammesso che c’erano stati dei disguidi sulla piattaforma invitando coloro che fossero incappati nel malfunzionamento ad aprire una segnalazione ad un apposito indirizzo.

Ma, dicono gli avvocati, una volta aperto il reclamo le vittime hanno ricevuto in risposta una proposta di risarcimento decisamente contenuta

“In risposta a tali richieste, Binance ha offerto un importo irrisorio per compensare le perdite subite dai clienti, che non hanno avuto altra scelta che rifiutare tali proposte risibili”,

Questo è quanto scrivono gli avvocati nella nota inviata a Binance. 

Inoltre, aggiungono, l’episodio dell’8 febbraio non è rimasto isolato. Altri blocchi alla piattaforma si sono registrati il 19 maggio, in concomitanza con le turbolenze seguite al ban della Cina sulle attività di mining, ma anche in altri giorni così individuati:

  • 18 aprile 2021,
  • 5 maggio 2021,
  • 28 maggio 2021,
  • 4 giugno 2021. 

Questo porta gli avvocati a sostenere che: 

I clienti sono consapevoli che Binance non ha intrapreso alcuna azione correttiva fino ad ora per risolvere il funzionamento del sistema.

Lo stesso concetto è ribadito anche in altre parti della lettera, in cui di fatto si riassume quanto avvenuto: dei trader sono stati danneggiati perché la piattaforma era inaccessibile, gli episodi si sono ripetuti più volte, e Binance non ha saputo risarcire adeguatamente le vittime dei malfunzionamenti.

A questo aspetto tecnico però se ne aggiunge anche un altro normativo. Scrivono infatti gli avvocati:

“Sembra che Binance abbia offerto servizi di trading in strumenti finanziari, – come i Futures – senza essere autorizzato in Europa ad operare come impresa di investimento in conformità con il quadro stabilito dalla direttiva 2014/65/UE (la “MiFID 2″) e che nessuna licenza equivalente è stata concessa a Binance per svolgere tali servizi in altre giurisdizioni non UE, come, ad esempio, in Svizzera”

Proprio questo aspetto complica la situazione in quanto gli investitori sarebbero stati privati delle protezioni garantite dalla legge a garanzia di chi fa attività di trading. 

Infine, mancherebbe un vero e proprio contratto tra Binance e i trader che accedono ai suoi servizi. 

Per tutte queste ragioni lo studio legale chiede alla piattaforma di essere ricontattato entro il 12 luglio 2021, per quantificare i danni a cui sono stati esposti gli investitori.

Se ciò non avverrà lo studio legale non solo avvierà delle cause, ma si farà carico di segnalare la situazione alle autorità europee e svizzere chiedendo loro di intervenire nei confronti di Binance, arrivando a pretendere anche che il sito sia oscurato sia in Europa che in Svizzera. 

Tra le conseguenze si ipotizza anche la richiesta di congelamento dei fondi di Binance per proteggere gli interessi dei clienti. 

Infine, il testo si conclude aggiungendo che ci sono altre persone che sono pronte ad intraprendere azioni legali a causa delle perdite subite.

Questa azione si configura come una vera e propria class action, tanto che esiste anche un form dove altre investitori che si sentono danneggiati da Binance possono entrare in contatto con Lexia e valutare la loro posizione. 

I guai di Binance

Sembra un periodo difficile per Binance dal punto di vista legale. La vicenda italiana infatti rischia di complicare la posizione dell’exchange se veramente fosse appurato che mancano le autorizzazioni ad operare come piattaforma di trading sul territorio europeo. 

Questa situazione si aggiunge a quanto già avvenuto nelle Isole Cayman, dove le autorità locali hanno già fatto sapere che non hanno rilasciato alcune autorizzazioni a Binance. Anche nel Regno Unito la FCA è intervenuta per precisare che Binance Markets Limited (e non Binance per intero) non è autorizzata ad operare. 

Insomma, sono diverse le giurisdizioni che stanno accendendo un faro sulle operazioni di Binance. Questo dovrà portare l’exchange diretto da Changpeng Zhao a dover interagire con le autorità per evitare conseguenze peggiori. 

Sulla vicenda non ci sono al momento commenti ufficiali da parte di Binance. Ma un tweet recente dedicato alle diatribe in corso nel Regno Unito, recita quanto segue: 

“Prendiamo i nostri obblighi di conformità molto seriamente, e siamo impegnati a lavorare in collaborazione con i regolatori per plasmare politiche che proteggano i consumatori, incoraggino l’innovazione e facciano progredire l’industria”.

Adesso non resta che attendere il 12 luglio per vedere se Binance risponderà allo studio legale offrendo un congruo risarcimento ai trader assistiti da Lexia. In caso contrario si profila una causa che può mettere in serio pericolo l’operatività dell’exchange di criptovalute più grande al mondo.

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