In Brasile è stato lanciato il primo ETF su bitcoin di tutta l’America Latina.
#Bitcoin ETF News: @qrcapital has launched the #QBTC11 ETF, the first bitcoin ETF in Latin America! It’s now trading on the Brazilian Stock Exchange (B3). Proud that @Gemini Fund Solutions is the exclusive custody and clearing service provider. Para o alto e avante!
— Tyler Winklevoss (@tyler) June 24, 2021
Ad emetterlo è stata la società brasiliana QR Capital, con sede a Rio De Janeiro, ed il fondo si chiama QBTC11.
Come riferito da uno dei gemelli Winklevoss, si tratta del primo ETF su bitcoin che sia mai stato lanciato su un mercato dell’America Latina, è scambiabile su Brazilian Stock Exchange (B3), ed utilizza proprio Gemini Fund Solutions per la custodia e la compensazione.
In questo QBTC11 è simile all’ETF proposto alla SEC da VanEck, e non ancora approvato.
È curioso come in giro per il mondo, a partire dal vicino Canada, continuino ad essere lanciati sui mercati finanziari locali ETF su bitcoin, ma non negli USA a causa solamente della ritrosia della SEC ad approvarne uno.
L’ETF su Bitcoin lanciato in Brasile
QBTC11 è un ETF basato al 100% su bitcoin, è autorizzato dall’autorità brasiliana di vigilanza sui mercati finanziari (CVM) ed utilizza l’indice dei contratti futures Bitcoin del CME, ovvero il CME CF Bitcoin Reference Rate.
Tra l’altro il CME di Chicago è anche la borsa in cui vengono scambiati i maggiori volumi di contratti future su bitcoin, lanciati già da quasi tre anni.
Sembra quasi che solo la SEC sia contraria all’immissione sui mercati finanziari di prodotti derivati su bitcoin, mentre sia all’estero che negli USA altre agenzie simili sono decisamente favorevoli.
Oltretutto a settembre, quando bitcoin diverrà a tutti gli effetti la moneta di El Salvador insieme al dollaro americano, sarà ancora più difficile per la SEC rifiutarsi di approvare un ETF su una moneta estera a corso legale, sebbene ciò non significhi affatto che l’approvazione sia scontata.
L’ETF QBTC11 è un fondo di investimento che è stato emesso per poter essere negoziato in borsa come le azioni. Infatti è sufficiente collegarsi ad un qualsiasi terminale che consenta di operare su B3 e cercare QBTC11 per poter investire immediatamente e facilmente nel fondo.
In questo modo l’investitore non deve preoccuparsi di gestire wallet o chiavi private, perché di fatto acquista azioni dell’ETF tramite i soliti broker che già utilizza per i mercati azionari. Inoltre l’investimento minimo è di 10$.
Le preoccupazioni della SEC provengono proprio da questo, ovvero dalla facilità con cui questi strumenti possono essere trovati ed utilizzati in particolar modo dagli investitori occasionali.
Tali investitori sono spesso inesperti, e raramente quando scelgono di esporsi sul prezzo di bitcoin sono a conoscenza della sua volatilità e del fatto che non abbia un sottostante.
L’altra forte preoccupazione è che i mercati crypto siano facilmente manipolabili, visti i volumi ancora decisamente contenuti, e che questo possa essere sfruttato per sottrarre denaro agli investitori inesperti grazie a prodotti di largo utilizzo come gli ETF ed apposite strategie per l’appunto di manipolazione dei prezzi, soprattutto sul breve periodo.
In effetti i mercati finanziari USA sono i più grandi al mondo, ed un ETF su bitcoin potrebbe anche ingigantire questo rischio anche a causa dell’ampia presenza di investitori occasionali su questo mercato.
Gli ETF presenti su altri mercati di dimensioni decisamente inferiori costituiscono un rischio relativamente meno importante, mentre una loro introduzione sui mercati statunitensi potrebbe ampliare non poco i rischi.
Tuttavia più cresce il mercato crypto, più i rischi paradossalmente diminuiscono, pertanto è possibile che la SEC prima o poi accetti tali rischi ed approvi un ETF su bitcoin anche per gli USA.
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