Coinbase: continua a far discutere lo spot al Superbowl

coinbase superbowl

Se Coinbase voleva creare curiosità ed attenzione su di sé, allora il costosissimo spot (7 milioni di dollari) dell’ultimo Superbowl è stato sicuramente un’operazione di grande successo.

Oltre ad essere stato di recente nominato come lo spot più innovativo e chiacchierato tra tutti quelli andati in onda durante la seguitissima finale del Superbowl di metà febbraio, i 60 secondi mandati in onda, hanno avuto un tale successo da provocare un vero e proprio crash per qualche ora dell’app Coinbase, a causa degli eccessivi accessi simultanei nelle ore successive alla messa in onda.

Ma ora sembra si sia aperta anche una nuova polemica attorno a questo chiacchieratissimo spot. 

La questione riguarderebbe la creatività dell’annuncio di 60 secondi (un barcode bidimensionale a tutto schermo che doveva essere scansionato per essere indirizzati al sito dell’exchange).

Il CEO della società Brian Armstrong sostiene che sia stata tutto frutto di un’idea interna a Coinbase, ma un’agenzia di pubblicità americana invece ha affermato di essere stata l’artefice dell’idea che sta alla base dello spot.

Con un lungo tweet lunedì scorso Armstrong ha espresso la sua piena soddisfazione al suo team del marketing che, con un budget limitato e con  poco tempo a disposizione, avrebbe creato un prodotto di grande successo ed efficacia.

Ma Cristian Kareen, CEO dell’agenzia pubblicitaria The Martin Agency, ha risposto polemicamente al tweet di Armstrong, reclamando la paternità della creatività dello spot.

Al tweet, Armstrong ha risposto smorzando i toni della polemica e ringraziando l’agenzia che insieme ad altre ha offerto il suo contributo alla realizzazione dello spot. 

Ma nello stesso tweet Armstrong ha ribadito che la piena paternità dell’idea creativa appartiene al reparto marketing di Coinbase.

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