L’approccio al trading online varia sensibilmente tra i diversi Paesi. In media, solo il 14% dei trader a livello globale considera il trading online come principale fonte di reddito, mentre per la maggior parte si tratta di un’attività secondaria o di un’opportunità di apprendimento più che di una carriera esclusiva.
In Giappone la situazione è significativamente diversa: il trading è ampiamente percepito come un vero lavoro; il 45% dei trader nipponici dichiara di essersi unito a una prop firm per diventare professionista a tempo pieno, il 42% per ottenere un reddito aggiuntivo e circa il 12% per testare strategie o costruire un track record.
È quanto emerge da un’indagine condotta da Fintokei, società di proprietary trading, su un campione di circa 3.000 trader di tutto il mondo, con l’obiettivo di comprendere meglio le diverse visioni che emergono in un settore in rapida crescita – soprattutto rispetto alle sue possibili implicazioni professionali.
“Questa ricerca ci ha restituito una fotografia chiara dei trader con cui interagiamo ogni giorno” – spiega Marco Martire, Country Manager Italia di Fintokei. “A livello globale vediamo un pubblico che confronta attivamente più operatori, alla ricerca di condizioni competitive e trasparenti. In Giappone, invece, abbiamo intercettato una comunità molto motivata ma con esigenze specifiche – in particolare regole di challenge più flessibili e strumenti localizzati. Questo conferma che la nostra presenza e la nostra reputazione in Giappone sono solide, ma al tempo stesso ci spinge a migliorare continuamente prodotti e servizi per rimanere un punto di riferimento sia a livello internazionale sia locale”.
Differenze chiave nei profili e nelle aspettative:
- Demografia: la maggioranza dei rispondenti è composta da uomini (85–90%), con età compresa tra 20 e 40 anni. A livello globale prevale la fascia 25–34, mentre in Giappone è più forte la fascia 35–54, con un 12% oltre i 55 anni.
- Esperienza: è mediamente più bassa nel paese del Sol Levante, dove il 72% degli utenti ha meno di un anno di attività, contro l’80% con meno di due anni a livello globale.
Fedeltà per la piattaforma e scenario competitivo
A livello globale, il 64% dei trader ha esperienza con altre prop firm e solo il 29% indica Fintokei come primo o unico provider. In Giappone, al contrario, il 59% dei trader ha utilizzato solo Fintokei, e appena il 27% ha provato concorrenti; il restante 14% è composto da principianti assoluti. Tra i competitor più citati figurano FTMO (benchmark globale, indicata da oltre il 40% degli intervistati), seguito da FundedNext, The5ers, Topstep e Apex.
In Giappone domina Fundora (circa 290 menzioni), mentre FTMO e gli altri risultano meno presenti: un segnale della forte notorietà di Fundora in Giappone, mentre FTMO resta lo standard a livello globale.
In sintesi
A livello globale i trader tendono a confrontare più offerte e a cambiare operatore, mentre in Giappone mostrano maggiore fedeltà o minore esposizione alla concorrenza: un vantaggio in termini di retention che, tuttavia, richiede di soddisfare le aspettative per evitare migrazioni future man mano che il mercato evolve.
op trading per l’Italia e Paesi selezionati. Fonte: volumi mensili di ricerca da strumenti terzi di keyword analytics; aggregazione/normalizzazione a cura del team di ricerca interno. I dati non includono insight proprietari riferibili a singole aziende.
Nel 2025, l’importo medio dei payout in Italia risulta circa il 33% inferiore rispetto al 2024. Il dato va letto nel contesto di un mercato in espansione e di un modello di erogazione più rapido e flessibile (instant payout), che tende a favorire prelievi più frequenti con importi medi più contenuti nell’arco dell’anno.
