Elon Musk trolla i massimalisti di Bitcoin

Elon Musk massimalisti Bitcoin

Elon Musk è tornato alla carica, in particolare trollando i massimalisti di Bitcoin. 

Con “massimalisti” si intendono coloro che sostengono Bitcoin in modo radicale, rifiutando ogni compromesso, tanto da arrivare a definire tutte le altre monete, comprese altcoin e valute fiat, come “shitcoin”. 

Potrebbero essere ritenuti alla stregua di estremisti, per certi versi, oppure anche soltanto di sostenitori che puntano solamente al risultato massimo non ritenendo accettabili soluzioni intermedie o parziali.

Ad esempio uno degli obiettivi dei massimalisti più convinti è quello di sostituire tutte le monete con Bitcoin. 

Dopo le critiche mosse da Elon Musk a Bitcoin a maggio, la reazione dei massimalisti non si è fatta attendere, e si è innescata una sorta di “guerra” su Twitter tra Musk, ed i suoi sostenitori, ed i massimalisti di Bitcoin. 

Musk a dire il vero non l’ha presa per niente bene, tanto che addirittura ad un certo punto sembrò addirittura minacciare di voler vendere i BTC detenuti da Tesla (minaccia però poi accantonata) proprio a causa dei continui attacchi subiti dai bitcoiner, ed in particolare dai massimalisti, ovvero i più estremisti tra i bitcoiner. 

Questa specie di “saga” sembrava essersi interrotta ai primi di giugno, ma ieri è stato lo stesso Elon Musk a riaprire le danze. 

La guerra tra Elon Musk e i massimalisti di Bitcoin

Questa volta si è rivolto direttamente ai massimalisti con una battuta dai toni offensivi che di fatto dà loro degli stupidi. 

A dire il vero questo non sembra affatto un atteggiamento molto maturo, ma va anche detto che lo stesso Musk ha reso noto di essere affetto da Sindrome di Asperger, e che questa sua condizione a volte lo porta a twittare senza pensare alle conseguenze, per poi spesso pentirsene. 

Da notare la curiosa risposta data a Musk dal CTO di Bitfinex e Tether, Paolo Ardoino, che tuttavia non rientra tra i veri massimalisti di Bitcoin. 

Ardoino fa notare un curioso collegamento tra Nikola Tesla, al cui nome si ispira la società diretta da Musk, e le lampadine del suo acerrimo rivale Thomas Edison, citate nella battuta offensiva di Musk, sostenendo che probabilmente tutto ciò a Tesla in persona non sarebbe piaciuto affatto. 

Ma non è finita qui. Musk infatti ha ripreso anche a twittare sulle altcoin, con un tweet questa volta apparentemente diretto a Shiba Inu (SHIB), token di fatto rivale di Dogecoin. 

Infatti questo tweet ha generato contemporaneamente un incremento di prezzo sia per SHIB che per DOGE, ma mentre per SHIB si è trattato di un vero e proprio piccolo spike che ha portato ad un guadagno, per DOGE si è trattato solamente di una piccola e breve risalita seguita da un calo. 

Tali interventi, per quanto in teoria potrebbero essere mossi da scopi goliardici, non sono per nulla salutari per il mercato crypto, perché di fatto generano false aspettative che poi, se disattese come accade spesso, portano più problemi dei vantaggi generati sul breve periodo. 

Da notare che una dinamica simile, ma comunque molto contenuta, si è verificata anche sul prezzo di BTC dopo la pubblicazione della battuta offensiva contro i massimalisti: il prezzo in pochi minuti è passato da 35.100$ a 35.425$, per poi ridiscendere in pochi minuti a 35.032$. 

Forse, perlomeno per quanto riguarda bitcoin, gli investitori stanno iniziando a dare sempre meno peso ai tweet di Elon Musk.

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