L’inflazione spaventa i mercati azionari. Alimentato dal rally dei prezzi delle materie prime, l’indice dei prezzi al consumo si conferma attualmente il driver principale delle Borse. Nonostante le rassicurazioni della Fed, che attraverso le parole del governatore Jerome Powell, ha più volte ribadito che un eventuale rialzo dell’inflazione sarà solo di natura transitoria. Intanto però il Cpi headline e core di aprile sono risultati rispettivamente il quadruplo e il triplo delle attese del mercato. In altri termini l’inflazione negli Usa sta aumentando rapidamente. E il +0,9% mese su mese è il record dal 1982.
Il timore degli investitori, nel dettaglio, è che un’accelerazione di questo dato possa portare a una politica economica meno accomodante, uno scenario che sta penalizzando in particolare i titoli del settore tecnologico, più sensibili alle attese sui tassi di interesse considerando le valutazioni elevate.
A pesare sulle big cap dell’high tech made in Usa, si è poi aggiunta Tesla, il cui patron Elon Musk ha dichiarato che non accetterà più pagamenti in Bitcoin per l’acquisto delle sue auto elettriche. E oltre che sul Nasdaq la dichiarazione ha avuto effetti pesanti anche sul Bitcoin è crollato di oltre il 10 per cento.
Musk nel dettaglio, ha fatto sapere che smetterà di accettare la criptomoneta per l’acquisto dei suoi veicoli elettrici perchè l’attività di mining inquina troppo dato che serve troppa energia elettrica, prodotta da fonti fossili, dannosa per l’ambiente.
Il trend dell’S&P 500 nel medio termine
…e quello del Bitcoin