Il Segretario del Tesoro americano, Janet Yellen, ex Presidente della Federal Reserve, ha proposto nei giorni scorsi di approvare una tassa sulle plusvalenze – probabilmente anche crypto – anche se non ancora maturate.
La tassa sulle plusvalenze: cos’è
La tassa sulle plusvalenze è quella tassa che si paga nel caso si realizzi un guadagno dalla vendita di titoli finanziari posseduti.
La proposta del Segretario del Tesoro vorrebbe colpire ogni anno anche le plusvalenze temporanee di titoli ancora posseduti dagli investitori.
La Yellen ha voluto spiegare che la tassa sarebbe rivolta ai super ricchi, aggiungendo che non si tratterebbe di una patrimoniale, creando ancora più confusione.
Una simile proposta era stata già avanzata nel 2019 dal senatore Ron Wyden, che chiedeva di tassare i grandi patrimoni finanziari detenuti e i capital gains con un’aliquota del 36%.
Un’imposta per finanziare i progetti di Biden
Secondo molti osservatori, questa tassa sarebbe rivolta soprattutto a colpire i grandi patrimoni detenuti in valute digitali.
Non è un caso che una delle prime reazioni è stata proprio di Mike Novogratz, CEO di Galaxy Investment Partners, che focalizza i suoi investimenti proprio sulle principali criptovalute. Ironico e piccato il suo commento su Twitter.
Maybe try eliminating step up basis first. And carried interest. That would be a start. Unrealized gains on illiquid securities would be a unmitigated disaster. https://t.co/rxGCQ6cKUv
— Mike Novogratz (@novogratz) October 25, 2021
Ha detto la Yellen alla CNN:
“Non la definirei una tassa sul patrimonio, ma aiuterebbe a ottenere le plusvalenze, che sono una parte straordinariamente grande dei redditi degli individui più ricchi e in questo momento sfuggono alle tasse fino a quando non vengono realizzate”.
Questa tassa servirebbe in parte per finanziare il grande piano di spesa pubblica dell’amministrazione Biden da 3.500 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni.
Ma questa mossa, se approvata, secondo molti analisti potrebbe essere controproducente perché probabilmente porterebbe molti finanzieri a spostare i propri capitali all’estero.
L’impatto sulle crypto della tassa sulle plusvalenze
La quotazione di Bitcoin ha subito un pesante calo dopo le parole del segretario del tesoro americano su una possibile nuova tassa sui patrimoni liquidi.
Questo perché l’approvazione avrebbe pesanti ricadute sul mercato, dal momento che molti investitori sarebbero tentati di chiudere le proprie posizioni.
Secondo molti analisti questa tassa sarebbe proprio rivolta a colpire il mondo delle criptovalute, dal momento che la maggior parte degli investitori è portato a tenere in portafoglio il più a lungo possibile le criptovalute acquistate.
Un noto influencer del mondo crypto, conosciuto con lo pseudonimo Cryptowhale ha commentato la proposta del governo definendola in sostanza come priva di senso e punitiva.
If the government was really about taxing the ultra-rich as they promise, why are they so eager to trace all bank transaction over $600?
We all know how this ends. The elites will lobby the politicians, and like always, the taxes will only rise for the poor and middle class.
— Mr. Whale (@CryptoWhale) October 25, 2021
In USA esiste già chiaramente la tassa sulle plusvalenze realizzate con le criptovalute, detenute per più di un anno, su cui viene pagata un’imposta, così come viene pagata anche sui guadagni realizzati con il lending di titoli o la staking.
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