“La corporate America ha potuto giovarsi di una crescita alquanto robusta, anzi presumibilmente migliore delle attese, se dobbiamo accogliere il messaggio dei PMI flash di maggio: la riapertura dell’economia ha fornito una domanda spumeggiante, che le aziende faticano a servire e la testardaggine della Fed nel definire temporanea l’inflazione e rinviare il tapering gli ha portato a tassi reali pesantemente negativi e un dollaro moderatamente in discesa”. Ad affermarlo è Giuseppe Sersale, strategist di Anthilia Capital Partners Sgr, che di seguito analizza la possibile evoluzione della cosiddetta earning seasons negli Usa.
Non a caso, Citigroup ha rilevato che a maggio le revisioni al rialzo degli earnings hanno totalizzato il 79% del totale, un massimo storico, con tutti gli 11 settori a mostrare revisioni nette positive. E’ vero che l’earning season dista ancora oltre un mese, nel quale le attese possono eventualmente essere “gestite”. Ma è un buon segnale.
Chissà se la storia si ripeterà, come accaduto nei mesi scorsi. E’ evidente che le valutazioni sono elevate e il sentiment e il positioning carichi, anche se non quanto a febbraio. Ma, in assenza di shock, forti crescite degli utili solitamente creano i presupposti per performance positive.