Valute: le previsioni di Invesco per i prossimi mesi

Le dinamiche valutarie globali continuano a evolversi in un contesto di rallentamento del differenziale di crescita tra Stati Uniti e resto del mondo, politiche monetarie più accomodanti e cambiamenti strutturali nelle strategie industriali. In questo scenario, Rob Waldner, Head of IFI Strategy and Macro Research di Invesco, delinea una posizione chiara: il dollaro Usa rimane strutturalmente vulnerabile.

Waldner sottolinea che “continuiamo a privilegiare una posizione sottopesata sul dollaro statunitense in una prospettiva di medio termine”, evidenziando come il ridimensionamento della crescita americana rispetto ad altre economie avanzate e la politica della Fede contribuiscano a un quadro negativo per la valuta USA. A suo avviso, anche l’attuale orientamento dell’amministrazione statunitense, favorevole a una valuta più debole per sostenere la produzione interna e il reshoring, rappresenta un ulteriore fattore ribassista.

Sebbene Invesco mantenga una visione di lungo periodo negativa sul dollaro, Waldner avverte che “prevediamo un aumento della volatilità a breve termine“. In particolare, il declino del dollaro non sarà uniforme: la forza relativa delle altre valute varierà in modo significativo.

Tra le divise dei mercati sviluppati, Invesco favorisce euro, yen giapponese e dollaro australiano.

Nei mercati emergenti, le preferenze ricadono su valute con rendimenti elevati come fiorino ungherese e rand sudafricano.

Euro da sovrappesare

Invesco mantiene un orientamento costruttivo nei confronti della moneta unica. Waldner afferma che “rimaniamo ottimisti sull’euro”, grazie alle aspettative di una persistente debolezza del dollaro e a potenziali sorprese positive sulla crescita europea nel 2026. Tassi d’interesse bassi, politiche fiscali favorevoli e una possibile riallocazione internazionale lontano dagli asset denominati in dollari contribuiscono a sostenere la valuta europea.

Invesco ritiene che l’euro, insieme allo yen e al franco svizzero, sia ben posizionato per beneficiare dei flussi in uscita dagli asset in dollari, motivo per cui mantiene una posizione sovrappesata.

Renminbi: sostegno strutturale da Pechino

Anche sul renminbi (RMB) la view resta positiva. Waldner spiega che “continuiamo a mantenere una posizione di sovrappeso sul renminbi”, nonostante la possibilità di un rimbalzo del dollaro nel quarto trimestre. A sostegno della valuta cinese contribuiscono fattori strutturali rilevanti: le vendite di dollari da parte degli esportatori, la prosecuzione del processo di internazionalizzazione del renminbi, il forte fixing imposto dalla banca centrale e l’ampio surplus commerciale della Cina.

A ciò si aggiungono il consistente ammontare di riserve valutarie in mano agli esportatori cinesi e il momentum positivo dei mercati azionari e obbligazionari offshore in renminbi, elementi che, secondo Waldner, rafforzano la traiettoria di medio termine della valuta.