Trump: in arrivo contenziosi legali per la sua memecoin?

trump memecoin

Secondo l’avvocato crypto Preston Byrne, arriveranno dei contenziosi contro Donald Trump a causa del lancio della sua memecoin. 

Sia chiaro, ad oggi non risulta che ancora nessuno abbia sporto denuncia contro l’attuale presidente degli USA in merito al lancio della sua memecoin, ma secondo Byrne questa ipotesi andrebbe considerata inevitabile. 

Le accuse alla memecoin di Trump

Le accuse che vengono rivolte alla memecoin di Trump sono due. 

La prima, molto banalmente, è che si tratti di uno schema pump&dump. 

Va comunque sottolineato come questo genere di accuse siano molto frequenti quando una crypto fa il boom all’esordio, per poi però nel giro di breve tempo finire per scendere molto al di sotto del picco massimo di prezzo. 

La memecoin TRUMP è stata lanciata sui mercati crypto venerdì scorso quando negli USA era ormai sera. 

Il prezzo iniziale di mercato è stato di circa 7$, ma già il giorno dopo era salito sopra i 70$, con un +900% in poco più di 24 ore. 

Il picco massimo è stato toccato a quota 75$, ma in seguito già domenica è iniziato il calo. Quando è stato annunciato il lancio della memecoin della moglie di Trump, MELANIA, il prezzo di TRUMP è sceso sotto i 40$, ed il giorno successivo è sceso anche sotto i 35$. 

Sebbene rispetto ai 7$ iniziali il prezzo attuale sia ancora fortemente in guadagno, stando ai dati del ricercatore crypto NingNing quasi i due terzi degli indirizzi che risultano avere acquistato il token TRUMP hanno perso soldi. 

https://twitter.com/0xNing0x/status/1881628939690573925

Il possibile pump&dump delle memecoin TRUMP

Il fatto è che sicuramente chi ha lanciato questa memecoin sui mercati crypto ci ha guadagnato, perlomeno per ora. 

Inoltre è stato lo stesso Donald Trump a pubblicizzarla. 

https://twitter.com/realDonaldTrump/status/1880446012168249386

L’ipotesi che alla base di questa iniziativa ci fosse l’obiettivo di guadagnarci “pompandone” il prezzo (anche solo indirettamente con la pubblicità) sembra piuttosto scontata, così come l’ipotesi che chi l’ha lanciata in questo modo sui mercati sapesse benissimo che al pump sarebbe seguito un dump. 

Va però anche aggiunto che il prezzo attuale sicuramente non sarà quello definitivo, e nulla può escludere del tutto che possa riprendersi prima o poi. Sebbene non vi sia alcuna certezza che chi l’ha comprata possa guadagnarci, a meno che non l’abbia già venduta o l’abbia comprata a prezzi molto bassi, non è da escludere del tutto che in futuro possa tornare sui massimi. 

In questi casi comunque il pump&dump è evidente, ma non è detto che ci siano gli estremi per una denuncia. 

Lo sfruttamento della popolarità

La seconda accusa rivolta a Trump è che stia sfruttando la sua popolarità ai danni dei suoi seguaci. 

La Costituzione statunitense vieta esplicitamente ai presidenti in carica di sfruttare la propria popolarità per guadagnare denaro, ma la memecoin è stata lanciata quasi tre giorni prima l’insediamento di Trump alla Casa Bianca. 

Tuttavia è dal 6 novembre che si sa che Donald Trump si sarebbe insediato come presidente degli USA il 20 gennaio, e ciò fa sì che, alla luce di ciò che è successo, le accuse di aver sfruttato la sua popolarità siano lo stesso state avanzate. 

Le tesi di Byrne

Preston Byrne ha pubblicato un lungo post sul suo blog ufficiale in cui spiega le sue tesi a riguardo. 

Da notare che Byrne definisce “il nostro settore” quello crypto, indicando così chiaramente da che parte sta, e che fornisce consulenza legale ad un’importante società del settore crypto come Arkham. 

Secondo Byrne l’applicazione delle leggi federali statunitensi probabilmente non è un problema, in questo caso. Inoltre anche la prassi della SEC non dovrebbe esserlo.

A ciò va aggiunto che Trump ha di fatto promesso una nuova regolamentazione per le crypto, quindi il quadro nel complesso sembra comunque abbastanza positivo per lui. 

Byrne però sostiene che il presidente potrebbe lo stesso non essere necessariamente al riparto da questioni legali, pur con una bassa probabilità che si arrivi in tribunale. Infatti ritiene che esistano anche altre vie per un possibile attacco legale nei suoi confronti, e che i democratici e altre parti ostili potrebbero volerci provare.

Immagina ad esempio che possano essere avviati dei contenziosi privati, in particolare da parte di detentori del token. Anzi, Byrne sostiene persino che ci siano il 100% di probabilità che vengano avviate delle cause civile di qualche tipo contro Trump entro i prossimi 60 giorni.

Inoltre in Stati con leggi molto stringenti per la protezione dei possessori di titoli e commodity, come lo Stato di New York, ci potrebbero delle azioni esecutive, soprattutto se sono guidati da democratici. 

Byrne infatti sostiene che il progetto della memecoin di Trump ha aperto la strada ad un gran numero di vettori di attacco, che i democratici cercheranno di sfruttare.