Il rischio di una correzione pesante a Wall Street sarebbe molto più alto di quanto gli investitori si aspettino. A lanciare l’allarme è Jamie Dimon, ad di JP Morgan, che in un’intervista alla Bbc ripresa da Il Corriere della Sera ha parlato di una «probabilità di crollo vicina al 30%», ben oltre quella percepita attualmente dai mercati.
Secondo il Dimon, il pericolo di una svolta improvvisa è concreto, anche se impossibile da collocare nel tempo: «Potrebbe succedere tra sei mesi o tra due anni», ha detto, «ma il livello di incertezza attuale è nettamente superiore alla norma».
Le fragilità dietro la crescita
Per Dimon, la vulnerabilità dei listini affonda le radici in tre fattori: le tensioni geopolitiche, la spesa pubblica fuori controllo e le valutazioni eccessive di molti titoli, in particolare nel comparto tecnologico. «Viviamo un’epoca in cui troppe questioni cruciali restano aperte», ha spiegato, citando guerre, instabilità politica e conflitti commerciali. «Questo clima alimenta un falso senso di sicurezza, inducendo molti a sottovalutare i rischi».
Il numero uno di JP Morgan ha poi criticato il «compiacimento» diffuso tra gli operatori, convinti che le banche centrali continueranno a intervenire per evitare crolli. «È pericoloso pensare che il ciclo economico sia stato messo sotto controllo una volta per tutte», ha avvertito.
Stati Uniti, un alleato meno prevedibile
Dimon ha anche toccato temi politici, osservando che gli Stati Uniti oggi «sono un partner meno affidabile sul piano internazionale» rispetto al passato. Un commento che riflette le preoccupazioni per il crescente utilizzo della politica economica a fini interni e per la perdita di credibilità globale di Washington.
Sul fronte dell’inflazione, Dimon si poi è detto «ancora prudente» ma fiducioso nella capacità della Fed di mantenere la propria indipendenza, nonostante le pressioni dell’amministrazione Trump. «Credo alla parola del presidente quando afferma di non voler interferire con la Fed», ha aggiunto.
Mercati sopravvalutati e rischio contagio
L’avvertimento di Dimon si inserisce in un coro di voci sempre più preoccupate. Anche il Fmi e la BoE hanno messo in guardia contro l’“eccesso di fiducia” degli investitori. E l’enorme concentrazione di valore in pochi colossi rende l’S&P 500 più esposto a scosse improvvise.
Un eventuale crollo dei mercati americani avrebbe ripercussioni immediate anche in Europa. Le piazze di Francoforte, Parigi e Milano sentirebbero l’impatto attraverso la fuga verso beni rifugio, l’aumento dei rendimenti obbligazionari e nuove tensioni sui debiti sovrani.