I mercati finanziari globali si avviano a chiudere i primi nove mesi del 2025 con un bilancio brillante. Le Borse mondiali si mantengono in territorio positivo, l’oro vola ai massimi storici e anche i bond registrano buone performance. Persino il dollaro, dopo mesi di debolezza, sembra aver ritrovato equilibrio. Tuttavia, Giordano Lombardo, fondatore, amministratore delegato e co-CIO di Plenisfer Investments SGR, invita alla cautela: “La narrativa sulla rivoluzione dell’intelligenza artificiale sta gonfiando le valutazioni di Borsa e allontanando i timori di recessione globale, ma non possiamo non chiederci se sia davvero tutto oro quello che luccica”.
L’AI come motore (e rischio) dei mercati
Secondo Lombardo, la fiducia nella “prosperità generale creata dall’AI” ha influenzato non solo l’azionario ma anche il mercato obbligazionario corporate, con spread ai minimi, e i Paesi emergenti, che continuano a correre. “Corre anche l’oro – osserva – perché ci si fida sempre meno di banche centrali che perdono ogni giorno un pezzo di indipendenza, mentre i debiti restano elevati”.
Il manager sottolinea come l’unica asset class oggi sfavorita siano i titoli di Stato dei Paesi occidentali, “non solo i Treasuries americani, ma anche quelli di Francia e Regno Unito, su cui si addensano nubi fosche”.
Plenisfer, fedele al suo approccio “contrarian e un po’ vecchia scuola”, guarda con sospetto all’euforia che circonda l’intelligenza artificiale. Lombardo richiama la “teoria del ciclo del capitale”: un eccesso di investimenti in un determinato settore finisce quasi sempre per generare mal-investimenti e illusioni sui ritorni attesi.
I numeri sono impressionanti. “Solo per il 2025 – spiega – si stimano investimenti tra 400 e 500 miliardi di dollari da parte delle imprese americane per la costruzione di datacenter. E la fame di energia che ne deriva è gigantesca: Citigroup stima che serviranno ulteriori 50 GW di capacità energetica globale entro il 2030”.
Pur riconoscendo che “l’AI è il futuro”, Lombardo invita a guardare con realismo ai tempi di ritorno: “I cicli di ammortamento di datacenter e chip sono brevi, e per giustificare gli investimenti servirebbero ricavi dieci volte superiori agli attuali. Possibile? Forse, ma solo con una sostituzione massiccia di lavoro umano qualificato e tempi lunghi”.
Uranio e oro i protagonisti
Sul fronte delle strategie d’investimento, Plenisfer conferma la propria preferenza per un approccio “obliquo” al tema AI. “Non puntiamo direttamente sulle grandi società di intelligenza artificiale, ma sui loro facilitatori, su special situations e su titoli tecnologici cinesi con valutazioni ancora lontane da quelle statunitensi”, spiega Lombardo.
Tra i temi forti spicca l’uranio: “Riteniamo che la soluzione di lungo periodo alla crescente domanda energetica, legata anche all’AI, sia il nucleare”.
Anche sull’oro la visione resta positiva. “L’aumento dei dubbi sulla sostenibilità dei debiti pubblici sovrani, in particolare quello americano, e la sostituzione del dollaro con l’oro nelle riserve delle banche centrali emergenti, sono fattori che alimentano una fase di accumulo aggressiva”, sottolinea Lombardo. Secondo i suoi calcoli, il rapporto tra l’indice Dow Jones e l’oro è oggi di circa 11 volte, rispetto a una media storica di 8: “C’è ancora un significativo potenziale di rialzo, che potrebbe realizzarsi con un’ulteriore corsa dell’oro, un calo dell’azionario, o una combinazione dei due”.
L’Europa tra stagnazione e rischi politici
Più fosco lo scenario europeo. Lombardo osserva che “gli investimenti in infrastrutture e difesa restano in gran parte sulla carta, mentre i sistemi di welfare, generosi ma insostenibili, pesano sui conti pubblici”. Francia e Regno Unito sono i casi più preoccupanti, con “debiti in aumento e instabilità politica crescente”.
Per contenere l’indebitamento, avverte, “la via più probabile sarà quella della monetizzazione strisciante, lasciando che i tassi reali diventino negativi: la cosiddetta repressione finanziaria”.
Lombardo teme che, senza riforme strutturali e piani di crescita come quelli proposti nel “Piano Draghi”, l’Europa possa scivolare verso una stagnazione prolungata, con conseguenze politiche rilevanti: “La mancanza di crescita rischia di alimentare ulteriormente i populismi”.
Cina: da “non investibile” a protagonista del 2025
Infine, una nota positiva arriva da Pechino. “Contrariamente alla narrativa dominante, continuiamo ad avere una posizione costruttiva sulla Cina”, afferma Lombardo. Il listino cinese è infatti il miglior mercato azionario del 2025 in termini di performance.
Secondo l’esperto, le valutazioni compresse spiegano solo in parte il rally. “La vera forza della Cina – spiega – risiede in un vantaggio competitivo costruito attraverso una rivoluzione industriale silenziosa, sostenuta da un costo del capitale tra i più bassi al mondo e da un prezzo dell’energia pari alla metà di quello statunitense”.
Le politiche di pianificazione energetica e la capacità di assicurarsi forniture a basso costo dalla Russia rendono la crescita cinese, secondo Lombardo, “non un fuoco di paglia, ma l’inizio di un bull market strutturale”.
In sintesi
I mercati globali continuano a correre, sospinti dall’entusiasmo per l’intelligenza artificiale. Ma per Giordano Lombardo di Plenisfer Investments, l’euforia va bilanciata con realismo e prudenza: “L’AI è il futuro, ma l’investitore saggio sa che nessuna rivoluzione è priva di cicli, e che anche l’oro può smettere di luccicare”.