Valutazioni azionarie elevate, inflazione sotto controllo ma potenzialmente pronta a rialzare la testa, rendimenti obbligazionari stabili e un ciclo economico statunitense ancora robusto. Sono questi alcuni dei temi emersi durante “Schroders Crystal Ball 2026 Investment Outlook”, incontro riservato alla stampa in cui Johanna Kyrklund, Chief Investment Officer del Gruppo Schroders, e Nils Rode, CIO di Schroders Capital, hanno delineato lo scenario macro-finanziario del prossimo anno, tra rischi da monitorare e fronti di investimento ancora promettenti.
Kyrklund: “Mercati azionari ancora sostenuti, recessione USA poco probabile”
Kyrklund ha evidenziato come, avvicinandosi al 2026, permangano analogie tra l’attuale fase dei mercati e il periodo precedente alla bolla delle dot-com, ma senza segnali di surriscaldamento immediato.
Secondo l’esperta, azioni e obbligazioni restano in equilibrio: i rendimenti obbligazionari sono “ben calibrati”, l’inflazione “per ora tranquilla” e le banche centrali potrebbero tornare ad allentare la politica monetaria. Un contesto che continua a sostenere le valutazioni azionarie.
Sul fronte macroeconomico, Kyrklund vede un rischio di recessione molto basso negli Stati Uniti. Nonostante un mercato del lavoro meno teso, la disoccupazione rimane contenuta e i bilanci del settore privato appaiono solidi.
In questo quadro la manager prevede rendimenti positivi per l’azionario, pur riconoscendo la necessità di selezionare con attenzione le singole società. “Il punto – ha spiegato – è assumersi il rischio in modo deliberato, sulla base di analisi fondamentali, e non per semplice peso negli indici”. Tra i comparti con maggiore potenziale, Kyrklund cita gli hyperscaler, ancora capaci di generare ricavi robusti.
La CIO del gruppo ha quindi richiamato l’attenzione sulle opportunità di diversificazione, ben visibili nel 2025: performance del value fuori dagli Stati Uniti, maggiore appeal del debito dei mercati emergenti rispetto ai bond dei Paesi sviluppati, e potenzialità offerte da strumenti per generare reddito come titoli inflation-linked e debito infrastrutturale.
“Per il 2026 – ha concluso – vediamo un rischio di recessione contenuto, rendimenti obbligazionari stabili e utili in miglioramento: un contesto che ci porta a mantenere un orientamento positivo”.
Rode: “Resilienza e selettività guideranno il successo nei mercati privati”
Nils Rode ha concentrato il suo intervento sul mondo dei mercati privati, definendolo oggi “un ambiente in cui forze cicliche e strutturali si allineano per creare nuove opportunità”.
Il cio di Schroders Capital ha descritto uno scenario globale solo apparentemente tranquillo: inflazione persistente, pressioni fiscali crescenti e tensioni geopolitiche costituiscono un sottofondo di incertezza che spinge gli investitori a guardare oltre il momentum di breve periodo.
Secondo Rode, i mercati privati si trovano in una fase differenziata del ciclo. Negli ultimi anni fundraising, deal e exit hanno rallentato, generando un riassetto delle valutazioni tra asset class. Questo “decoupling” crea un ambiente più sano per i nuovi investimenti, con prezzi di ingresso più attraenti e un potenziale di rendimento migliorato.
A livello strutturale, continuano a sostenere la crescita transizione energetica, reshoring delle supply chain e digitalizzazione, considerati driver chiave di creazione di valore nel lungo termine.
Non tutte le strategie di private market, però, reagiranno allo stesso modo. Rode individua le opportunità più resilienti in ambiti caratterizzati da inefficienza, disruption e garanzie reali, come buyout di piccole dimensioni; investimenti di continuazione nel private equity; specialty finance e real asset debt nel credito privato; infrastrutture per la transizione energetica; asset immobiliari operativi selezionati.
“Guardando al 2026 – ha affermato – avranno successo gli investitori capaci di combinare continuità nell’allocazione del capitale e massima selettività. I mercati privati non sono immuni all’incertezza, ma grazie al capitale di lungo termine e alla gestione attiva, rimangono ben posizionati per costruire portafogli diversificati e resilienti”.
