
Un massiccio attacco informatico ha colpito la piattaforma X (ex Twitter) il 10 marzo, impedendo l’accesso a migliaia di utenti in tutto il mondo: il gruppo hacker Dark Storm, noto per i suoi legami con la Russia e attivo dal 2023, ha rivendicato la responsabilità dell’azione.
Tuttavia, il ripristino della piattaforma è avvenuto rapidamente, secondo quanto dichiarato dal proprietario di X, Elon Musk.
L’attacco hacker DDoS a X e la rivendicazione dei responsabili
L’offensiva è stata un attacco distribuito di negazione del servizio (DDoS), che sovraccarica i server con un elevato numero di richieste, rendendo inaccessibile il sito per un periodo di tempo.
SpyoSecure, un’organizzazione di cybersecurity, ha segnalato su X che Dark Storm ha rivendicato l’attacco tramite un post su Telegram, successivamente cancellato per violazione delle regole della piattaforma.
Secondo le prove condivise su X, Dark Storm ha pubblicato immagini di tentativi di connessione falliti da varie parti del mondo, accompagnate dalla dichiarazione di aver “mandato offline Twitter”.
Anche Ed Krassenstein, co-fondatore del marketplace NFTz.me, ha confermato di essere in contatto con il leader di Dark Storm, il quale ha affermato che l’attacco è stato solo una dimostrazione di forza, senza motivazioni politiche.
Elon Musk ha confermato l’attacco a X, dichiarando in un’intervista a Fox Business che l’origine degli indirizzi IP degli hacker sembrerebbe localizzarsi nella regione dell’Ucraina.
“Non siamo sicuri esattamente di cosa sia successo, ma abbiamo subito un massiccio cyberattacco con indirizzi IP che sembrano provenire dall’area dell’Ucraina.”
Non sarebbe il primo attacco DDoS subito dalla piattaforma. Lo scorso agosto, Musk aveva denunciato un’azione simile avvenuta poco prima di una sua intervista con l’allora candidato presidenziale Donald Trump.
Dark Storm: il gruppo hacker con legami internazionali
Dark Storm è un gruppo di hacker pro-Palestinese, con legami con la Russia, attivo dal 2023. Le sue operazioni informatiche si sono spesso concentrate contro paesi membri della NATO, aumentando l’attenzione delle autorità di sicurezza cibernetica.
L’azione contro X si inserisce in un contesto di crescente tensione nel settore tecnologico e politico.
In particolare con Musk al centro di diverse controversie, tra cui proteste negli Stati Uniti contro Tesla e decisioni relative alla sua Department of Government Efficiency (DOGE), una politica mirata a ridurre le spese governative.
Mentre X subiva l’attacco, Tesla ha affrontato un periodo turbolento in borsa. Il valore delle azioni di Tesla è sceso del 15%, toccando quota 222 dollari per azione.
Nella sessione after-hours, il calo è proseguito, arrivando a 215 dollari per azione, secondo i dati di Google Finance.
Nonostante il calo recente, le azioni di Tesla hanno registrato una crescita del 24% nell’ultimo anno, pur rimanendo lontane dal massimo storico di 480 dollari, raggiunto il 17 dicembre 2024.
Musk ha difeso le sue decisioni aziendali, sostenendo che il progetto DOGE sta riducendo sprechi di denaro pubblico su iniziative poco sostenute dai contribuenti. Tuttavia, l’ondata di proteste e il recente attacco informatico aggiungono nuove pressioni alle sue attività.
Un attacco che solleva interrogativi
L’attacco DDoS a X e la rivendicazione di Dark Storm evidenziano un fenomeno sempre più frequente di cyberattacchi contro infrastrutture digitali globali. La piattaforma social di Elon Musk è diventata un bersaglio di particolare interesse, sia per motivi politici che economici.
Il rapido ripristino del servizio dimostra un’elevata resilienza della piattaforma, ma l’episodio accende nuovamente il dibattito sulla sicurezza informatica e sul ruolo dei gruppi di hacker con legami internazionali.
Resta da vedere quali azioni intraprenderà X per prevenire futuri attacchi e se le tensioni tra Musk, i suoi oppositori e gli attori geopolitici avranno ulteriori ripercussioni nel mondo digitale e finanziario.