L’intelligenza artificiale continuerà a dominare i mercati finanziari nel 2026, ma non sarà l’unico motore della performance. È questa la visione degli strategici di Barclays, che nella loro “European Equity Strategy 2026 Outlook” dipingono un quadro di cauto ottimismo per le borse europee, sostenute da un mix di stimoli fiscali, ripresa ciclica e solidi bilanci aziendali.
Uno sguardo oltre l’IA
Il report, intitolato “More than just AI” (“Più della sola IA”), riconosce il ruolo fondamentale dell’intelligenza artificiale, ma sottolinea come altri fattori siano pronti a sostenere l’espansione dei listini. “L’IA potrebbe detenere il destino delle azioni nel 2026, ma non è l’unico spettacolo in città”, si legge nelle pagine introduttive. “Un doppio stimolo fiscale/monetario dovrebbe spingere la crescita del PIL di USA e UE al di sopra del trend e aiutare a migliorare l’ampiezza del mercato”.
Gli analisti di Barclays pongono l’accento sulla maturità del ciclo AI. Se da un lato il superciclo degli investimenti in AI “ha ancora gambe”, dall’altro non è più un “one-way trade”. Il pericolo di una bolla e l’eccessiva concentrazione dei guadagni in poche big tech statunitensi spingono verso una diversificazione. In questo contesto, l’Europa appare ben posizionata.
“Date le loro valutazioni più convenienti, il minore affollamento e i più facili confronti sugli utili, senza essere eccessivamente dipendenti dalle sorti del trade sull’IA”, le azioni europee sono pronte a catturare i venti favorevoli della ripresa, anche se “la politica rimane un rischio”.
Investimenti: i sei pilastri per il 2026
Il report individua sei driver chiave per il prossimo anno:
- Crescita dell’IA su basi solide, ma non priva di rischi: gli investimenti in capex AI continueranno a crescere, sebbene a un ritmo più lento. Tuttavia, l’aumento della leva finanziaria per finanziarli e i vincoli sulla capacità energetica richiederanno una maggiore attenzione.
- Repressione finanziaria a sostegno delle attività rischiose: i debiti pubblici elevati costringeranno le banche centrali a mantenere politiche accomodanti, con la Fed attesa per altri tre tagli dei tassi.
- Ripresa ciclica in arrivo: il drag delle tariffe doganali si attenuerà e gli stimoli fiscali e monetari, specialmente in Germania, spingeranno la crescita del PIL USA e UE sopra il potenziale.
- Saranno gli utili a fare la parte del leone: dopo tre anni di stagnazione, Barclays si aspetta una crescita dell’8% degli utili per azione (EPS) dello Stoxx 600 europeo, trainata dai settori ciclici.
- Valutazioni con upside limitato, ma non esaurito: i multipli di prezzo/utili (P/E) hanno spazio per una modesta espansione, supportati dal miglioramento dell’attività economica.
- Posizionamento alto, ma con polvere da sparo: Nonostante gli afflussi, ci sono ancora 7.500 miliardi di dollari nei fondi del mercato monetario pronti a entrare in borsa, e il 70% dei buyback annunciati per il 2026 deve ancora essere eseguito.
Stoxx 600: target e preferenze settoriali
Sulla base di queste premesse, Barclays fissa il target a fine 2026 per l’indice Stoxx 600 (SXXP) a 620 punti, che implica un potenziale rialzista di circa il +9% rispetto ai livelli di metà novembre 2025.
In termini di allocazione, la strategia è pro-ciclica. Gli analisti sono Overweight su Finanziari, Tecnologia, Industriali e Sanità. All’interno dei Finanziari, vengono promossi a Overweight anche i Diversified Financials. Viene aumentato l’appeal per le Miniere (Mining), mentre si chiudono le posizioni short su Energia e Utilities, ora ritenute Neutral (Market Weight). Media e Trasporti vengono invece declassati a Underweight.
Rischi e opportunità
Il percorso non è privo di ostacoli. Tra i rischi al rialso figurano un’inflazione più bassa del previsto, ulteriori stimoli in Cina e un cessate il fuoco in Ucraina. Tra i rischi al ribasso, i principali sono un surriscaldamento dell’economia USA, lo scoppio della bolla AI, delusioni sullo stimolo tedesco e tensioni politiche in Francia e Regno Unito.
In conclusione, gli esperti di Barclays credono che il 2026 possa essere un anno di “rendimenti decenti” per le borse, a patto che il boom dell’IA non finisca in lacrime e che altre parti del mercato riescano a recuperare. L’Europa, con il suo mix di valutazioni attraenti e ripresa ciclica, sembra avere gli ingredienti giusti per cavalcare questa onda.
