Bond: ecco perchè diversificare con convertibili e debito emergenti

In un contesto in cui numerose asset class appaiono sopravvalutate, la diversificazione delle fonti di rendimento diventa cruciale nelle fasi avanzate del ciclo economico. E mentre l’economia statunitense si avvicina alle sue fasi finali, è probabile un aumento della volatilità: “Con la Fed focalizzata sul mercato del lavoro, qualsiasi dato che contraddica la narrativa di un rallentamento graduale costringerà a un re-pricing – avverte Francesco Lomartire, Head of Intermediary Client Coverage per il sud Europa di State Street Investment Management – Inoltre, gli spread creditizi sono piuttosto compressi, quindi permane un bias asimmetrico verso l’allargamento”.

Per navigare in questo scenario, Lomartire suggerisce di considerare strategie alternative, indicando in particolare due aree di opportunità: le obbligazioni convertibili e il debito dei mercati emergenti in valuta locale.

Obbligazioni convertibili: protezione e partecipazione al rialzo

La solidità dell’economia statunitense ha frenato il mercato obbligazionario, ma ha al contempo favorito gli asset rischiosi come le azioni. In questo quadro, “le obbligazioni convertibili permettono di partecipare al rialzo azionario e hanno offerto performance molto interessanti da inizio anno”, sottolinea Lomartire. Questi strumenti offrono anche una copertura durante le fasi di debolezza, come emerso durante il sell-off del Liberation Day.

Un ulteriore vantaggio è la loro bassa sensibilità ai tassi di interesse, che le rende meno vulnerabili alla volatilità legata ai timori sul deficit fiscale. “Inoltre, le convertibili offrono un’ulteriore protezione grazie alla qualità creditizia crossover e alla diversificazione per settore e area geografica: circa il 40% dei titoli nell’indice FTSE Qualified Global Convertible Bond si trova al di fuori degli Stati Uniti”. Sebbene le valutazioni siano attorno ai massimi, con un delta dell’indice a 56 a fine settembre 2025, “nel complesso, le obbligazioni convertibili continuano a offrire un profilo equilibrato”.

Debito Emergenti in Valuta Locale: il vantaggio del dollaro debole

Il debito dei mercati emergenti in valuta locale (EMD) è un’altra asset class performante nel 2025. “I rendimenti in dollari da inizio anno dell’indice Bloomberg EM Local Currency Liquid Government sono stati del 14,2%, di cui circa 6,4% attribuibili al deprezzamento del dollaro Usa”, precisa Lomartire. Questo trend potrebbe continuare: “Secondo il nostro modello di Forex fair value, il dollaro risulta ancora sopravvalutato di circa il 9% rispetto al paniere di valute emergenti”.

Oltre al vento a favore della divisa, i driver fondamentali rimangono solidi. “I rendimenti restano su livelli interessanti, al 5,4%”, afferma Lomartire, ricordando che le sole cedole hanno già garantito un 4% nei primi nove mesi dell’anno. I tagli dei tassi della Fed potrebbero innescare un nuovo ciclo di allentamento monetario anche nelle economie emergenti, le cui banche centrali hanno finora rallentato il passo per non indebolire le valute. “Questo ha portato a un aumento dei tassi reali, lasciando ampio margine per ulteriori tagli”.

Infine, un elemento chiave è la diversificazione: “La correlazione dei rendimenti settimanali dell’indice EMD con i Treasury usa negli ultimi 3 mesi è addirittura diventata negativa”, conclude Lomartire, un fattore prezioso per bilanciare i portafogli in un ciclo maturo.