Il 2025 si avvia alla conclusione come un anno eccezionale per i metalli preziosi, con l’oro protagonista di un rally che da gennaio a metà novembre ha raggiunto quasi il 60%. Le quotazioni hanno sfiorato i 4.200 dollari l’oncia, dopo un massimo storico segnato in ottobre a 4.381 dollari. L’argento è salito fino a 54 dollari l’oncia, mentre platino e palladio si sono mantenuti rispettivamente nell’area 1.610-1.620 e intorno ai 1.480 dollari l’oncia.
Secondo Daniel Marburger, amministratore delegato di StoneX Bullion, il 2025 è stato guidato da aspettative di politica monetaria più accomodante, da un indebolimento del dollaro e da una domanda robusta da parte delle banche centrali. Marburger sottolinea che il taglio dei tassi della Fed a settembre ha ridotto i rendimenti reali e indebolito il dollaro, fattori storicamente favorevoli all’oro. Anche le decisioni della Bce hanno contribuito a creare condizioni monetarie più distensive in Europa.
Un altro elemento chiave è stato il ruolo delle banche centrali. I dati del World Gold Council indicano acquisti netti per circa 220 tonnellate nel terzo trimestre 2025. Marburger ricorda che gli acquisti delle banche centrali rimangono un sostegno fondamentale per il mercato e continueranno a esserlo nel 2026, specialmente nei Paesi emergenti.
Cosa aspettarsi dal 2026
Guardando al nuovo anno, StoneX Bullion individua quattro fattori determinanti: l’evoluzione della politica monetaria, l’andamento del dollaro e dei tassi reali, la geopolitica e i cicli elettorali, insieme alla domanda delle banche centrali. Secondo Marburger, se il ciclo di allentamento proseguirà e il dollaro rimarrà debole, l’oro potrebbe mettere alla prova nuovi massimi.
Per quanto riguarda l’argento, il 2026 potrebbe segnare un’ulteriore riduzione del rapporto oro/argento, favorita sia dal contesto macroeconomico sia dalla domanda industriale.
Platino e palladio dovrebbero invece muoversi in modo più stabile, seguendo le dinamiche del comparto automobilistico, anche se con difficoltà a eguagliare la forza dell’oro.
Strategie e rischi per gli investitori
Sul piano degli investimenti, Marburger ricorda che l’oro è uno strumento difensivo e non speculativo. Per questo suggerisce di definire un peso strategico all’interno del portafoglio e di effettuare ingressi graduali, privilegiando prodotti liquidi come monete da 1 oncia o lingotti da 100 grammi. L’argento può essere integrato in modo selettivo, a seconda del profilo di rischio.
Sul fronte dei rischi, Marburger avverte che eventuali sorprese di politica monetaria con un rialzo dei rendimenti reali potrebbero aumentare la volatilità, soprattutto dopo un anno di forte apprezzamento.
La raccomandazione finale di StoneX Bullion è chiara: non inseguire le notizie, ma adottare un piano disciplinato, ad esempio tramite acquisti mensili o trimestrali, mantenendo un’esposizione stabile all’oro ed eventualmente affiancando una quota di argento. Le correzioni di mercato possono essere sfruttate per incrementare le posizioni, mentre un piano graduale consente comunque di costruire un’esposizione prudente e sostenibile nel tempo.
