Mercati emergenti: opportunità in vista con il calo del dollaro

Il recente indebolimento del dollaro statunitense ha attirato l’attenzione degli investitori globali, aprendo potenzialmente nuove opportunità nei mercati emergenti. Daniel Phillips, Senior Emerging Markets Strategist di Invesco, spiega il contesto dietro questa dinamica.

“Per comprendere il calo del dollaro, è importante ricordare quanto fosse forte all’inizio del 2025 e perché. La Fed aveva avviato un ciclo aggressivo di aumento dei tassi nel 2022, l’entusiasmo per una possibile rivoluzione dell’intelligenza artificiale cresceva, l’economia statunitense evitava la recessione e i mercati offrivano rendimenti interessanti”, osserva Phillips.

Secondo l’esperto, la combinazione di queste condizioni ha attirato capitali verso gli Stati Uniti, sostenendo il dollaro ben oltre la sua media storica. Tuttavia, dalla fine dello scorso anno, fattori come l’incertezza sulla politica tariffaria americana, la crescente competitività delle aziende tecnologiche cinesi e i timori sulle valutazioni azionarie statunitensi hanno contribuito al suo indebolimento.

“Non si tratta della fine del dominio del dollaro”, precisa Phillips, “ma piuttosto di una correzione sostanziale e rapida dopo un periodo di grande forza. Detto questo, molte preoccupazioni sull’‘eccezionalismo’ degli Stati Uniti continueranno a esercitare pressione sul dollaro”.

Per gli investitori nei mercati emergenti, le correzioni del dollaro sono storicamente favorevoli. Il debito locale dei mercati emergenti, spiega Phillips, mostra una forte correlazione con il dollaro statunitense, rendendo queste economie particolarmente sensibili alle fluttuazioni della valuta americana.

I fondamentali dei mercati emergenti sono oggi solidi: il rating creditizio medio ha raggiunto il livello più alto di sempre, BBB-, e il differenziale di crescita rispetto ai mercati sviluppati è superiore alla media storica. Inoltre, istituzioni più robuste e politiche monetarie ortodosse hanno permesso a molti Paesi emergenti di affrontare la crisi post-COVID con danni minimi, preparando il terreno per un ciclo di riduzione dei tassi che potrebbe stimolare ulteriormente la crescita.

“Finché il dollaro continuerà a indebolirsi, i mercati emergenti dovrebbero beneficiarne. Storicamente, periodi di debolezza del dollaro hanno favorito flussi di investimento verso questi mercati, aumentando i rendimenti e ampliando la base di investitori”, sottolinea Phillips.

Con un ribilanciamento globale degli investitori lontano dal dollaro, i mercati emergenti appaiono oggi come un’opportunità interessante per una crescita diversificata e rendimenti resilienti, supportata da fondamentali solidi e istituzioni in miglioramento.