Mentre i mercati globali continuano a seguire nervosamente l’aumento dei prezzi delle materie prime dopo che gli Stati Uniti hanno pubblicato i numeri dell’inflazione di aprile (settimana del 10 maggio), la maggior parte dei Governi e delle banche centrali sembrano mostrare molta meno preoccupazione. Per ora, sembra che le politiche monetarie e fiscali nella maggior parte delle principali economie sviluppate del mondo rimarranno sull’attuale rotta espansiva, almeno fino a quando non vedremo se l’attuale tendenza dell’inflazione si dimostrerà effettivamente “transitoria” o meno.
Ancora una volta, l’eccezione degna di nota rimane la Cina. Ecco di seguito la view di Marcus Weston, Fixed Income Senior Portfolio Manager di JK Capital Management Ltd., società parte del gruppo La Française.
Senza dover affrontare le difficoltà di una diffusione incontrollata del virus e le relative chiusure industriali, la Cina è stato il primo grande paese a irrigidire le sue politiche finanziarie post Covid. Ciò è stato ulteriormente enfatizzato dopo che la People’s Bank of China ha rilasciato le sue statistiche mensili di aprile su prestiti e finanziamenti sociali che non solo hanno mostrato un ulteriore calo nella crescita del credito per la seconda economia più grande del mondo, ma anche una decelerazione che ha superato le aspettative del mercato.
La crescita dei prestiti bancari ha visto un aumento di 1,28 mila miliardi di Renmimbi, ben al di sotto delle aspettative di consenso di 1,56 mila miliardi di Renmimbi, mentre il finanziamento aggregato all’economia reale, che include prestiti e obbligazioni, ha visto una crescita netta di 1,85 mila miliardi di Renmimbi (rispetto alle aspettative di 2,25 mila miliardi). Di conseguenza, la crescita della massa monetaria M2 della Cina è scesa dal +9,4% a/a di marzo al +8,1% a/a di aprile. Ora è tornata ai livelli pre-Covid del 2018/19.
Un rallentamento del credito è stato ampiamente indicato
In effetti, la Cina è su un percorso di riduzione del debito dal 2018 e l’inversione dell’anno scorso è stata vista solo come temporanea per affrontare gli effetti iniziali del Covid. Tuttavia, i numeri recenti indicano che il ritorno alla normalizzazione sta arrivando più velocemente di quanto stimato. Guardando più da vicino i numeri, il recente rallentamento della crescita del credito aggregato è stato guidato principalmente da una crescita più lenta dell’emissione di obbligazioni nazionali, che non dovrebbe essere una sorpresa significativa, dati i molteplici annunci del governo sulle condizioni di prestito più rigide nei settori delle SOE (imprese statali) e dell’immobiliare.
In genere, una restrizione aggressiva della politica monetaria dovrebbe suscitare qualche preoccupazione nei mercati finanziari, in particolare per gli asset di rischio come le azioni e il debito High Yield che tendono ad essere più sensibili alle condizioni di prestito. Tuttavia, crediamo che la reazione benevola del mercato obbligazionario High Yield ai dati registrati finora indichi che gli investitori sono ben preparati per questa direzione. Le obbligazioni immobiliari cinesi hanno già prezzato le politiche di prestito più rigide negli ultimi mesi dopo l’introduzione delle regole delle “Tre linee rosse” l’anno scorso. Dato che i recenti dati di bilancio suggeriscono che questo ha spinto molti sviluppatori a ridurre la leva finanziaria, questo potrebbe rivelarsi un trend positivo nel medio termine per gli obbligazionisti. Bisogna anche ricordare che la stretta monetaria arriva in un momento di crescita economica resiliente in Cina. Infatti, il PMI composito Caixin di aprile ha registrato un rimbalzo a 54,7 in aprile (rispetto al 53,1 del mese precedente).
La Cina sta facendo quello che la maggior parte delle banche centrali globali sta ancora evitando di fare, cioè affrontare l’inflazione crescente in anticipo e a testa alta. Se gli aumenti dei prezzi delle materie prime globali si dimostreranno più duraturi e meno transitori, allora i mercati degli asset cinesi potrebbero essere ben posizionati per resistere alle prossime turbolenze di mercato.