Nel mese di ottobre, l’indice Nikkei 225 ha raggiunto per la prima volta la soglia dei 50.000 punti, registrando un rialzo del 36,4% da inizio anno in termini di dollaro USA. Il trend positivo riflette l’ottimismo degli investitori verso le nuove politiche economiche giapponesi e il settore dell’intelligenza artificiale.
Hisashi Arakawa, Head of Japan Equities di Aberdeen Investments, ha commentato il fenomeno, spiegando che il rally può essere attribuito a due fattori principali: “Sanaenomics e Takaichi Trade, nonché da un fattore costante che traina l’ottimismo sull’intelligenza artificiale”.
La prima causa è legata alla Sanaenomics: “Sanae Takaichi è stata eletta presidente del Partito Liberal Democratico il 4 ottobre ed è entrata ufficialmente in carica come Primo Ministro il 21 ottobre. Ciò ha rafforzato il sentiment attorno alle sue politiche economiche, caratterizzate da un orientamento pro-crescita, pro-spesa, pro-riforme e favorevole a una politica monetaria accomodante, con ricadute attese positive su utili societari e mercati azionari”.
Il cosiddetto Takaichi Trade ha ulteriormente sostenuto il rally. Secondo Arakawa: “L’ottimismo sul potenziale impulso della Sanaenomics ha spinto al rialzo i prezzi delle azioni, al ribasso lo yen e al rialzo i tassi di interesse a lungo termine. I settori domestici come il commercio al dettaglio e l’industria pesante, la difesa, l’intelligenza artificiale e l’energia hanno registrato buoni risultati, mentre il settore immobiliare e quello finanziario hanno sottoperformato a causa dei timori per la politica monetaria accomodante dell’amministrazione Takaichi”.
A rafforzare il sentiment positivo, verso fine ottobre il mercato ha reagito con entusiasmo agli sviluppi legati all’intelligenza artificiale, trainato dai solidi risultati aziendali e dalle aspettative di crescita degli investimenti statunitensi in AI e semiconduttori.
I numeri confermano la forza del rally: l’indice Nikkei 225 ha superato quota 52.000 punti, mentre l’indice MSCI Japan è salito del 7,85% in yen e del 3,39% in dollari USA. Lo yen si è deprezzato, passando da circa 148 a 154 nei confronti del dollaro. A livello di stile di investimento, i titoli large-cap, ad alta spesa in conto capitale e con forte momentum hanno sovraperformato, mentre small-cap, growth, value e i fattori legati alla qualità hanno registrato performance inferiori. Gli investitori esteri si confermano net buyers, compensando il rallentamento dei buyback azionari domestici.
Guardando al futuro, Arakawa sottolinea: “Con i segnali di una crescita reale dei salari che tornano positivi, riteniamo che le prospettive per il Giappone siano piuttosto solide e meno sensibili ai dazi. Le riforme in corso, i miglioramenti nella governance aziendale e gli sforzi di digitalizzazione sostengono il potenziale ancora sostanziale di crescita e le opportunità di investimento in Giappone. Continueremo a monitorare le nuove misure tariffarie per verificare se porteranno a un rallentamento dell’economia globale e quali potrebbero essere le potenziali ripercussioni sull’economia giapponese”.
Infine, sull’orientamento degli investimenti: “Riteniamo che le prospettive per la qualità in Giappone rimangano positive. Il mercato sta ora concentrando l’attenzione su utili sostenibili e sulla capacità delle società di adattarsi ai cambiamenti del contesto operativo. Continuiamo a privilegiare società di elevata qualità, caratterizzate da solido potenziale di crescita e forti credenziali ESG”.
