Nonostante un inizio d’anno segnato da timori per l’aumento dei dazi, l’indebolimento del dollaro e deflussi di capitali, l’economia statunitense mantiene solide prospettive di crescita, con indici azionari come S&P 500 e NASDAQ che hanno toccato livelli record. A delineare lo scenario è George Brown, Senior US Economist di Schroders, che sottolinea come anche i tagli dei tassi della Fed possano giovare ai mercati. “La storia suggerisce che i tagli in un’economia in crescita, piuttosto che in una in recessione, possono essere positivi per i titoli azionari”, afferma Brown.
Tuttavia, l’orizzonte non è privo di nuvole. Brown identifica due rischi principali. Il primo riguarda la politica commerciale: “L’incertezza sul commercio e la possibilità di ulteriori aumenti dei dazi potrebbero comportare rischi maggiori”. Fornisce un dato significativo: “Prima che il presidente Trump iniziasse il suo secondo mandato, l’aliquota tariffaria effettiva degli Stati Uniti era pari a circa il 2%. All’inizio dell’autunno era salito al 12% circa”. Le minacce di dazi del 100% alla Cina potrebbero portare questa aliquota al 23%, con effetti pesanti. “Gli economisti hanno stimato che ogni aumento del 10% dell’aliquota tariffaria aggiunge in genere circa l’1% all’inflazione e sottrae mezzo punto percentuale alla crescita del Pil”, spiega l’economista.
Il secondo rischio è un possibile errore di politica monetaria della Fed. “Alcuni osservatori potrebbero mettere in discussione la necessità di un taglio dei tassi, dato che l’economia statunitense ha registrato una crescita solida quest’anno, nonostante i tassi relativamente elevati”, osserva Brown. Questo scenario suggerisce che le stime della Fed sul “tasso neutro” – attorno al 3% – potrebbero essere troppo basse. “Puntare a un tasso del 3% potrebbe essere troppo accomodante. Attenersi a questa visione e tagliare ulteriormente i tassi potrebbe portare a un picco dell’inflazione e, di conseguenza, a un errore di politica monetaria”, avverte.
Proprio l’inflazione, secondo Brown, rimane un rischio potenziale sottovalutato dai mercati, sebbene la debolezza del dollaro possa al contempo favorire le aziende USA con attività internazionali.
Oltre il rumore di fondo: la strategia per il lungo termine
In un contesto di possibili turbolenze, la prospettiva per l’investitore di lungo termine deve cambiare. Frank Thormann, Portfolio Manager Global Equities di Schroders, sostiene che il successo non si costruisce preoccupandosi dell’attuale clima di mercato, ma concentrandosi sui fondamentali. “Nel lungo termine, i prezzi delle azioni seguono gli utili societari e le migliori società beneficiano di caratteristiche quali l’operatività in un settore con elevate barriere all’ingresso, un’offerta di prodotti superiore, guadagni di quote di mercato e potere di determinazione dei prezzi”, afferma Thormann.
La strategia proposta è quella di individuare i “gap di crescita”: “Situazioni in cui altri analisti non sembrano aver pienamente riconosciuto i potenziali benefici a lungo termine di un vantaggio competitivo. Ciò deriva in parte da una visione a breve termine, che è diventata ancora più diffusa a causa di tecnologie come il trading algoritmico”.
Il cuore di un portafoglio di successo, per Thormann, è costituito da società con vantaggi competitivi eccezionali: “Vantaggi strutturali, come un canale di distribuzione unico, o la proprietà intellettuale, o un marchio dominante con una fedeltà dei clienti che i concorrenti non possono eguagliare”. A queste si possono affiancare posizioni “opportunistiche” in aziende in fase di ripresa o con nuovi team di gestione pronti a guidare una svolta.
Come caso concreto, Thormann cita Netflix: “È un ottimo esempio di azienda con un netto vantaggio a lungo termine. Con l’aumentare della base di abbonati, il costo per abbonato della produzione di contenuti di qualità continua a diminuire. Ciò crea un circolo virtuoso. Riteniamo che il mercato non abbia ancora pienamente riconosciuto tutti i vantaggi di questa situazione”.
La conclusione di Thormann è che inseguire semplicemente i rendimenti del mercato sia rischioso. “La ricerca di singole società eccellenti e la diversificazione tra aziende con vantaggi competitivi distinti e differenziati hanno il potenziale per offrire rendimenti molto migliori a parità di rischio”, conclude il portfolio manager, indicando una via per navigare oltre l’incertezza ciclica dei mercati.
