Dollaro in bilico tra tech e dati sul lavoro: la prova del fuoco parte da Nvidia

Il dollaro statunitense mostra una sensibilità sempre più marcata ai movimenti intraday delle borse di Wall Street. Secondo Derek Halperny, Head of Research, Global Markets EMEA & International Securities di MUFG Bank, questo fenomeno sottolinea “le crescenti preoccupazioni degli investitori per le valutazioni nel settore tech e dell’Intelligenza Artificiale, e il concreto rischio di una liquidazione di fine anno man mano che gli operatori riducono l’esposizione al rischio”.

Il Nasdaq Composite, nonostante un altro anno positivo, sta mostrando i primi segni di affaticamento. Halperny osserva che “il Nasdaq Composite sta vivendo un altro anno positivo, con un aumento del 16,2% da inizio anno” ma che “la correzione al ribasso rispetto al massimo di chiusura è del 6,4%, la più ampia dal sell-off del Liberation Day”.

Sui risultati trimestrali, l’analista conferma che “i risultati del terzo trimestre sono stati solidi” e che “la crescita degli utili complessiva si attesta su base annua al 13,1%, che, se mantenuta, segnerebbe il quarto trimestre consecutivo di crescita a doppia cifra”. Tuttavia, Halperny mette in guardia: “le valutazioni restano elevate: il p/e prospettico a 12 mesi è a un elevato 22,4, superiore alla media a 5 anni di 20,0 e alla media a 10 anni di 18,7”.

Un segnale particolarmente significativo per l’esperto è che “i mercati stanno premiando meno le sorprese positive sugli utili e punendo di più le sorprese negative, il che potrebbe indicare valutazioni gonfiate e un deterioramento del sentiment”.

Sul ruolo cruciale di Nvidia, Halperny afferma: “Nvidia resta il punto di riferimento per il settore AI/Tech e, con le preoccupazioni degli investitori sulle valutazioni in aumento, qualsiasi elemento di delusione questa sera potrebbe innescare un’ulteriore correzione al ribasso”.

Guardando oltre gli utili, l’analista sottolinea che “una volta pubblicati i risultati sugli utili di Nvidia, l’attenzione si sposterà rapidamente sui dati non-farm payrolls di settembre”. E sul possibile impatto sulla Fed, aggiunge: “se le azioni dovessero subire un ulteriore calo, aumenterebbero sicuramente le probabilità che il FOMC approvi un taglio ‘preventivo’ a dicembre, come suggerito da Christopher Waller”.

In conclusione, Halperny evidenzia che “data l’attuale correlazione positiva tra azioni e dollaro, una trimestrale negativa questa sera potrebbe indebolire il dollaro”. Ma precisa: “l’attenzione tornerà rapidamente sull’economia, e sarà il mercato del lavoro a determinare in ultima analisi la direzione del dollaro fino alla fine anno”.