Il 2025 si avvia alla conclusione come un anno da ricordare per i mercati finanziari globali. Azioni, obbligazioni e oro hanno offerto performance solide, mentre il dollaro ha registrato uno dei suoi peggiori risultati degli ultimi anni. Un quadro che, solo dodici mesi fa, appariva tutt’altro che scontato, complice un contesto segnato da tensioni geopolitiche, dazi commerciali e rallentamento dell’economia globale.
“Possiamo ormai affermare che il 2025 è stato un anno molto positivo per i mercati finanziari: le Borse globali sono salite del 17%, il mercato obbligazionario ha offerto buoni ritorni e l’oro ha letteralmente brillato”, osserva Matteo Ramenghi, Chief Investment Officer di UBS WM in Italia.
Secondo Ramenghi, i risultati conseguiti confermano l’importanza di distinguere tra gestione tattica e visione strategica. “Dietro le quinte vengono elaborati scenari alternativi per preparare i portafogli a sviluppi diversi da quelli che, in un dato momento, sembrano più probabili”, spiega, sottolineando come l’analisi di breve termine resti utile ma non sufficiente.
L’esperienza storica, infatti, suggerisce che la vera differenza si giochi sul lungo periodo. “Sebbene la tattica sia importante nella gestione del patrimonio, l’esperienza e la statistica insegnano che rimanere investiti e mantenere un’ampia diversificazione sono spesso le strategie più premianti”, afferma Ramenghi. Nel tempo, il mercato azionario resta l’asset class con i rendimenti potenzialmente più elevati, pur a fronte di una maggiore volatilità.
Un ruolo centrale è giocato dall’effetto composto, ovvero la capacità dei rendimenti reinvestiti di generare ulteriore crescita. “Se si guarda oltre la volatilità di breve termine e si reinvestono costantemente i rendimenti ottenuti, si genera nuovo capitale che può produrre una crescita esponenziale nel tempo”, sottolinea il CIO di UBS WM Italy.
Diversificazione e disciplina diventano quindi strumenti essenziali anche per contenere i rischi imprevisti. Portafogli troppo concentrati possono essere esposti a shock improvvisi legati a singole società o settori, mentre una struttura equilibrata aiuta ad assorbire meglio le fasi di turbolenza.
Attenzione anche al tema della liquidità
Se da un lato è fondamentale disporre di risorse pronte per far fronte agli impegni finanziari, dall’altro un eccesso di liquidità può penalizzare la crescita. “Storicamente, i portafogli con una quota di liquidità del 25% hanno sottoperformato di oltre 25 punti percentuali quelli con una quota del 5% negli ultimi quindici anni”, ricorda Ramenghi.
Da qui l’importanza di un piano patrimoniale chiaro e coerente con obiettivi e orizzonte temporale. “Avere un piano che allinei le posizioni di portafoglio alle esigenze e agli obiettivi finanziari è essenziale per mantenere la rotta nel tempo e massimizzare i ritorni a lungo termine”, afferma.
In quest’ottica, UBS WM propone una lettura del patrimonio articolata su tre dimensioni: liquidità, longevità e lascito. Un approccio che consente di investire in modo più consapevole e di ridurre il rischio di decisioni emotive. “Questo metodo aiuta a evitare gli errori tipici della finanza comportamentale, come l’eccesso di ottimismo nelle fasi positive e l’avversione al rischio in quelle più difficili”, conclude Ramenghi.
Con la chiusura dell’anno, il messaggio che emerge è chiaro: in un mondo incerto, la disciplina, la diversificazione e una visione di lungo periodo restano le ancore più solide per gli investitori.
