Asset allocation: come muoversi da qui a fine anno secondo Generali Investments

Si avvicina la fase finale dell’anno, tradizionalmente un periodo favorevole per i mercati azionari. “In media, il 35-40% dei guadagni annui avviene nelle ultime 50 sedute di Borsa”, ricorda Filippo Casagrande, Chief of Investments di Generali Investments, delineando uno scenario ottimista ma selettivo per l’asset allocation. Diversi, a suo avviso, i fattori che supportano questa tesi.

Scenario positivo

“In primo luogo, le condizioni finanziarie rimangono favorevoli: i tassi di interesse sono ai minimi o vicini ai minimi dell’anno, anche grazie ad una Fed più accomodante, e il prezzo del petrolio è a livelli molto bassi, elemento solitamente favorevole per i redditi reali e i consumi”, spiega Casagrande.

A questo si aggiungono fondamentali aziendali solidi: “Gli spread del credito, nonostante qualche temporaneo rialzo, rimangono vicini ai minimi storici e i profitti delle imprese sono in crescita”.

Terzo elemento di supporto è la gestibilità delle tensioni commerciali: “Il Presidente Trump è pronto a minacciare dazi ma, in caso di turbolenze di mercato, è molto rapido ad aprire il dialogo e cercare una de-escalation”.

Infine, l’ambiente macroeconomico rimane tendenzialmente inflattivo, un contesto in cui “gli asset reali, come azioni o materie prime come l’oro, offrono rifugio contro una sorpresa sull’inflazione“.

Obbligazioni e azioni

Alla luce di questo scenario, Generali Investments delinea una strategia di investimento articolata.

Obbligazioni governative: “Manteniamo un atteggiamento neutrale su Bund tedeschi e Treasury USA ai livelli attuali”. Eventuali rialzi dei rendimenti dei Bund verso l’area 2,8%-2,9% rappresenterebbero, per Casagrande, “occasioni di acquisto”, mentre si mostrerebbe più cauto nell’incrementare l’esposizione ai Treasury USA in caso di rialzi. “In termini relativi, confermiamo la nostra preferenza per i BTP italiani rispetto agli OAT francesi, sebbene la soglia degli 80 punti base per i BTP sia difficile da rompere in maniera più convincente”.

Mercati emergenti e credito: Confermato l’interesse per i bond in valuta locale dei paesi emergenti. “Il punto di ingresso non è così favorevole come i mesi scorsi, ma rimangono opportunità di investimento in quei paesi che presentano tassi reali elevati, come Brasile, Messico o Ungheria”. Nel credito, la preferenza va alla “ricerca di spread usando le leve di rating e seniority”, mentre si è più cauti nel cercare rendimento allungando la duration. Accanto all’Investment Grade, “continuiamo a vedere con interesse il comparto High Yield europeo, seppur con una selezione mirata dei singoli titoli”.

Azioni: “Per ora vediamo una continuazione del trend positivo, pur con alti livelli di volatilità, in considerazione della stagionalità e degli elementi discussi”. In termini geografici, la preferenza è per Stati Uniti, Eurozona e paesi emergenti, mentre si è neutrali su Giappone e Regno Unito. “Continuiamo, inoltre, a lavorare e sovrappesare temi strutturali, come i titoli auriferi, il settore della difesa europea, nonché il settore finanziario in Europa e quello Tech negli Stati Uniti, nonostante possibili prese di profitto come è avvenuto sulle banche europee nell’ultimo mese”.

In conclusione, l’ultimo trimestre si prospetta dinamico. La stagionalità gioca a favore del rischio, ma la selezione – tra aree geografiche, settori e rating – rimane la bussola fondamentale per navigare i mercati.