Boom o crollo dell’IA? Le prospettive di mercato di Rbc BlueBay AM

I rendimenti statunitensi sono aumentati dopo il recente taglio dei tassi deciso dal FOMC, con il presidente Powell che ha cercato di minimizzare le possibilità di un ulteriore allentamento a dicembre. Secondo Mark Dowding, Fixed Income CIO di RBC BlueBay AM, “con una crescita che rimane robusta e un’inflazione che dovrebbe aumentare nei prossimi mesi, riteniamo che la necessità di un ulteriore allentamento monetario nel 2026 sia discutibile”.

Tuttavia, Dowding prevede comunque un possibile allentamento alla fine dell’anno, prima che la Fed torni a mantenere i tassi invariati. Le preoccupazioni sul mercato del lavoro restano il principale driver per chi auspica misure più aggressive. In questo contesto, l’annuncio di Amazon di tagliare 14.000 posti di lavoro a causa dell’intelligenza artificiale “ha rafforzato le voci che sostengono che potremmo essere sull’orlo di un cambiamento ancora più radicale nel mercato del lavoro nel suo complesso”, sottolinea Dowding.

Il manager di RBC BlueBay AM mette però in guardia sul rischio di sovrastimare l’impatto dell’IA nel breve termine: “Riteniamo che una rivoluzione dell’intelligenza artificiale nell’economia si dispiegherà su un arco temporale molto più lungo. Nel breve periodo, i numeri più bassi sull’occupazione sono principalmente il risultato di un improvviso arresto della crescita demografica, dovuto all’inversione dei flussi migratori”.

Nonostante ciò, gli investimenti tecnologici continuano a sostenere il Pil statunitense, con aziende impegnate a conquistare un vantaggio competitivo nell’IA. “La narrativa secondo cui alla fine ci saranno solo pochi vincitori significa che c’è un forte desiderio di non rimanere indietro e la corsa a investire denaro rappresenta un forte vento favorevole per l’economia statunitense nel suo complesso”, osserva Dowding.

Sul fronte del credito, però, il quadro appare più cauto. “Le valutazioni sono elevate e, nel credito, è difficile essere troppo ottimisti, anche alla luce dell’aumento dei tassi di insolvenza. Gli investitori devono concentrarsi soprattutto sui rischi di perdite improvvise e significative, più che sulle potenziali sorprese positive”, spiega. La selezione degli emittenti diventa quindi cruciale, soprattutto nei mercati emergenti, dove Dowding prevede che i tassi di insolvenza possano raddoppiare, attestandosi intorno al 5% nel 2026.

Negli Stati Uniti, lo shutdown governativo continua a limitare la disponibilità di dati economici. I nuovi dati ADP hanno mostrato che il settore privato ha creato circa 56.000 nuovi posti di lavoro il mese scorso, un dato leggermente superiore alle aspettative. Dowding sottolinea inoltre che “i Democratici potrebbero usare l’avvicinarsi della fine del Supplemental Nutrition Assistance Program come pretesto per accettare una risoluzione provvisoria, evitando così di assumersi la responsabilità di eventuali disagi”.

Sul fronte dei mercati obbligazionari, l’aumento dei rendimenti dei Treasury colloca i tassi “più o meno al centro dell’intervallo che riteniamo equo per le negoziazioni”, spiega Dowding. In Europa, i rendimenti hanno seguito la tendenza statunitense, mentre la crescita rimane modesta. Nel Regno Unito, la combinazione di aumenti fiscali e dati sull’inflazione al dettaglio più bassi del previsto potrebbe portare a tassi più bassi, ma Dowding avverte che “le prospettive per l’economia britannica appaiono depresse e continuiamo a ritenere che il governo stia facendo scelte politiche sbagliate”.

Per quanto riguarda i mercati valutari, la sterlina e lo yen hanno subito pressioni, mentre il dollaro si mantiene forte. Dowding evidenzia come un ritorno alla normalizzazione della politica monetaria giapponese sarebbe necessario per evitare ulteriori indebolimenti dello yen.

Infine, Dowding commenta la speculazione sulla successione del presidente della Fed: “Riteniamo che ci siano forti possibilità che Bessent finisca per ottenere l’incarico, dato che gran parte del suo lavoro al Tesoro sarà già stato completato quando l’attuale amministrazione entrerà in una fase di stallo alla fine del prossimo anno”.

Sul mercato azionario, la crescente concentrazione su aziende come Nvidia lascia perplessi gli investitori tradizionali. “La capitalizzazione di mercato di 5.000 miliardi di dollari è davvero una cifra enorme. Tuttavia, quando si viaggia alla velocità della luce, la fisica ci dice che non è possibile andare più veloce e, a un certo punto, ci sarà molto da temere se e quando il boom dell’intelligenza artificiale dovesse esaurirsi. Ma per il momento questo non sembra ancora all’ordine del giorno”, conclude Dowding.