Le recenti notizie sui fallimenti aziendali nei mercati del credito hanno riacceso il dibattito: ci troviamo di fronte a un problema sistemico o a eventi isolati? Secondo gli esperti del team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di JP Morgan AM, la risposta appare chiara: “Non crediamo che si tratti dell’inizio di una tendenza più ampia”, affermano.
Nel loro ultimo Bond Bulletin, gli specialisti hanno analizzato tre casi significativi: Braskem, azienda petrolchimica brasiliana, e le società statunitensi Tricolor Holdings e First Brands Group.
Braskem, nonostante ampie riserve di liquidità, ha visto le proprie obbligazioni crollare dopo che controversie tra azionisti hanno spinto il management a incaricare un consulente per ristrutturare la società, con conseguente declassamento da parte di S&P e Fitch a tripla C.
Tricolor, che opera nel finanziamento auto, e First Brands, produttore di componentistica, hanno invece dichiarato fallimento a causa di cattiva gestione del rischio, frodi e irregolarità contabili. “La debolezza dei mercati chimici globali ha esasperato la situazione di Braskem, mentre Tricolor e First Brands sono state penalizzate da problemi interni, non da shock sistemici”, precisano gli esperti.
Dal punto di vista quantitativo, gli effetti di queste crisi sui mercati del debito corporate dei Paesi Emergenti e sui titoli Investment Grade e High Yield dei Paesi Sviluppati sono stati limitati. “La stabilità dei fondamentali e il quadro tecnico favorevole hanno sostenuto gli spread, che restano relativamente ristretti su base storica”, sottolineano dal team JP Morgan AM. Il debito dei Mercati Emergenti continua a offrire opportunità di diversificazione, mentre i titoli High Yield dei mercati sviluppati garantiscono rendimenti interessanti.
Per dare qualche cifra, dall’inizio dell’anno il credito europeo ha reso rispettivamente il 2,8% e il 4,5% per Investment Grade e High Yield, mentre negli Stati Uniti i rendimenti sono stati del 6,9% e 7,1%. Il composite CEMBI, che raccoglie i titoli corporate emergenti, ha segnato un +7,3% (dati al 30 settembre 2025).
Sul fronte tecnico, la liquidità abbondante e la ricerca di rendimento hanno alimentato l’attività nei mercati obbligazionari. Da inizio anno, gli afflussi nei fondi High Yield statunitensi destinati a investitori privati ammontano a 15 miliardi di dollari, mentre le sottoscrizioni retail di obbligazioni corporate emergenti hanno raggiunto 3,2 miliardi. In Europa, gli investitori istituzionali hanno investito circa 5 miliardi nel private debt. “È noto che quando ingenti capitali cercano opportunità creditizie possono verificarsi valutazioni elevate e un allentamento dei covenant. Tuttavia, non ci sono segnali di rischio sistemico”, chiariscono gli specialisti JP Morgan AM.
In sintesi, le recenti difficoltà non sembrano indicare onde di crisi sistemica nei mercati obbligazionari. Le turbolenze appaiono più come increspature locali, mentre i fondamentali del credito rimangono solidi in Europa, Stati Uniti ed emergenti, sia per Investment Grade che per High Yield.