Brian Armstrong ha venduto il 2% delle sue azioni in Coinbase. Lo rivelano dei documenti che sono stati sottoposti venerdì alla SEC.
In realtà, secondo Coindesk, diversi membri del team di Coinbase hanno approfittato del listing sul Nasdaq per vendere una piccola parte delle azioni in loro possesso.
Brian Armstrong avrebbe venduto circa 750.000 azioni ad un prezzo compreso tra 381 e 410 dollari, per un totale di 291,8 milioni di dollari. Ma si tratta, appunto di meno del 2% del suo capitale azionario.
Fred Wilson, direttore di Coinbase, ha invece venduto 4,7 milioni di azioni per un valore di 1,8 miliardi. Anche la Union Square Ventures di Wilson ha venduto 4,7 miliardi di azioni.
Marc Andreessen, ingegnere software, ha invece venduto 1,18 milioni di azioni per un valore di 450 milioni di dollari circa.
Il vantaggio del fare direct listing, a differenza di una IPO, è stato proprio quello di raccogliere liquidità, a differenza di una IPO che permette invece di raccogliere capitali.
Quindi il fatto che membri del team di Coinbase hanno venduto le proprie azioni indica che l’obiettivo era proprio avere liquidità.
Il prezzo delle azioni di Coinbase
Le azioni di Coinbase (COIN) sono state listate sul Nasdaq lo scorso 14 aprile. Dopo aver raggiunto in breve un prezzo superiore ai 400 dollari, il valore è ritracciato fino agli attuali 342 dollari.
Al momento Coinbase vanta un market cap da 64 miliardi di dollari. Sul mercato ci sono circa 130 milioni di azioni per un totale di 35 milioni di volumi di azioni.
Nella giornata di oggi, all’apertura dei mercato, il timore è che le azioni di Coinbase possano risentire del crollo del prezzo di Bitcoin che è avvenuto ieri. Sebbene il trend rimanga positivo, nella giornata di ieri Bitcoin ha perso circa il 10% passando da 60.000 a 53.000 dollari. Oggi sta recuperando le perdite e si è riportato a 57.000 dollari.
Adesso bisogna verificare se i timori per il crollo di ieri non si ripercuotano anche sui mercati finanziari.
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