Nelle ultime settimane il tema delle commissioni Zcash è tornato centrale, dopo un improvviso aumento dell’attività on-chain e forti movimenti di prezzo sul mercato.
Come Zcash ha superato Ethereum e Solana in produzione di fee?
Nel corso degli ultimi 30 giorni la rete ZCash ha generato circa 47,5 milioni di dollari in fee, superando Ethereum e Solana per commissioni prodotte. Questo risultato è particolarmente rilevante perché la chain non ospita ancora un ecosistema maturo di applicazioni.
Il forte aumento delle entrate da fee è arrivato in parallelo con un rally di ZEC e con il massimo storico di attività on-chain registrato a novembre. Inoltre, l’impennata di utilizzo ha coinvolto sia la mainnet sia la versione del token su Solana, impiegata nei protocolli DeFi e sugli exchange decentralizzati.
Picco di transazioni Zcash: cosa è successo a novembre?
Le transazioni sulla rete sono esplose il 13 novembre, raggiungendo oltre 73.000 operazioni in un solo giorno. In seguito, il ritmo non è tornato ai livelli trascurabili degli anni precedenti, ma si è assestato su una base più elevata, in netto contrasto con il passato recente di relativa inattività.
Detto ciò, i dati suggeriscono che sia stato un numero relativamente ridotto di wallet a trainare questo incremento. ZCash risulta infatti al 13° posto per numero di indirizzi attivi quotidiani, con circa 11.590 wallet che movimentano monete sulla rete principale.
Il ruolo del pool Orchard e della privacy
Una parte importante dei movimenti è stata collegata al pool di privacy Orchard, che ha visto volumi prossimi ai massimi storici. Questo strumento è stato utilizzato per il bridging e per spostare ZEC nella sua versione protetta, aumentando così il numero totale di transazioni registrate on-chain.
In questo contesto, le commissioni Zcash sono diventate uno degli indicatori chiave per valutare quanto la rete venga sfruttata per operazioni schermate e per strategie di gestione della privacy da parte degli utenti più sofisticati.
Zcash secondo produttore di fee dopo Tron
L’aumento di attività ha portato ZCash a posizionarsi alle spalle di TRON come seconda rete per fee generate negli ultimi 30 giorni. Secondo i dati di Token Terminal, le commissioni di ZCash rappresentano circa il 2,6% di tutte le fee prodotte dalle principali blockchain nello stesso periodo, un livello mai visto in precedenza per questo protocollo.
Inoltre, questo risultato è arrivato nonostante una parte del volume di ZEC sia migrata verso l’ecosistema DeFi di Solana, dove il token viene scambiato su vari DEX. Nel complesso, l’asset ha mostrato una vitalità che contrasta nettamente con gli anni di relativo oblio.
Prezzo di ZEC, mining e sospetti di manipolazione
Il rally di ZEC ha riportato il prezzo sopra i 700 dollari in più occasioni, livelli che non si vedevano dal 2018. Tuttavia, questo movimento ha alimentato il timore che si trattasse di una potenziale exit strategy per primi acquirenti, miner storici o grandi whale in cerca di liquidità.
Parallelamente, l’hashrate della chain di ZCash è quasi ai massimi storici, dopo essere raddoppiato rispetto a giugno. L’incremento del mining coincide con il boom di transazioni, suggerendo un maggiore interesse economico per la sicurezza e la produzione del token.
Whale, exit strategy e rotazione da vecchi BTC
Una delle ipotesi più discusse nel mercato è che ZEC venga utilizzato per liquidare in modo anonimo vecchie posizioni in Bitcoin. Il passaggio su ZCash sarebbe avvenuto in parallelo al movimento di un numero record di BTC detenuti da vecchie whale, che hanno iniziato a spostare le proprie riserve.
Inoltre, si teme che ogni nuovo rally oltre quota 700 dollari possa essere sfruttato per scaricare token su una nuova ondata di investitori retail. Nel corso degli anni, una parte consistente dell’offerta sarebbe finita nei wallet di grandi investitori e miner della prima ora.
ZEC può reggere il calo dopo il rally?
Dopo una serie di short squeeze, ZEC ha mostrato una certa resilienza, ma il prezzo è tornato in area 562,94 dollari dopo l’ennesimo tentativo fallito di stabilizzarsi sopra i 700. Per ora, l’obiettivo psicologico dei 1.000 dollari sembra accantonato.
Nel complesso, il comparto delle privacy coin ha perso slancio, con una capitalizzazione complessiva scesa sotto i 20 miliardi di dollari. ZEC resta il riferimento principale del settore, seguito da Monero (XMR), mentre molti progetti minori hanno già cancellato i rialzi accumulati nelle fasi speculative precedenti.
Cosa indicano le posizioni short e l’open interest su ZEC?
Secondo i dati derivati dal trading, le posizioni short su ZEC rappresentano circa il 55% dell’open interest. Tuttavia, solo il 44% delle whale attive su Hyperliquid è posizionato al ribasso, e molte di queste pagano commissioni elevate per mantenere aperti i contratti.
Detto ciò, il movimento del prezzo rimane imprevedibile e potrebbe puntare a liquidare posizioni corte fino all’area dei 620 dollari. Nel breve termine, l’analisi dell’open interest e del potenziale di nuovi short squeeze suggerisce che un ritorno stabile oltre 700 dollari sia poco probabile.
Prospettive future per Zcash tra privacy, fee e volatilità
La combinazione di forte attività on-chain, picco nelle fee e sospetti di manipolazione da parte delle whale rende ZCash un caso di studio nel segmento delle privacy coin. Tuttavia, restano aperti interrogativi sulla sostenibilità di questi volumi in assenza di un ecosistema applicativo più ampio.
In prospettiva, l’evoluzione del quadro regolamentare, la concorrenza di altri asset orientati alla privacy e la dinamica delle fee saranno elementi cruciali per capire se ZEC saprà trasformare questo momento di visibilità in una crescita strutturale.
