Crollo Bitcoin: quasi 1 miliardo liquidato in un’ora sotto 82.000 $

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La brusca caduta del principale asset digitale ha innescato un violento crollo Bitcoin a leva, con centinaia di milioni di dollari bruciati in pochi minuti e un sentiment di mercato sempre più fragile.

Quanto è stato violento il crollo di Bitcoin nelle ultime ore?

Nella mattinata di venerdì, il mercato delle criptovalute ha esteso la fase ribassista, con quasi 1 miliardo di dollari di posizioni liquidate in circa un’ora mentre Bitcoin scendeva fino a un minimo intraday di 81.868 $. In meno di 10 minuti il prezzo ha perso il 2%, accentuando un trend negativo che dura ormai da diverse settimane.

Nelle ultime 24 ore le liquidazioni complessive sul comparto digitale hanno raggiunto circa 1,97 miliardi di dollari, mentre le prime 10 criptovalute per capitalizzazione (escluse le stablecoin) hanno registrato cali a doppia cifra nello stesso arco temporale. Di conseguenza, la capitalizzazione totale del mercato è scesa sotto i 3.000 miliardi di dollari per la prima volta negli ultimi sette mesi.

In contrasto con quanto accaduto sulle criptovalute, l’indice S&P 500 appare in fase di stabilizzazione dopo il ribasso di giovedì, suggerendo che il movimento attuale sia perlopiù circoscritto all’ecosistema crypto.

Perché il movimento è diverso dal crash di ottobre?

“Questo è il primo grande ‘flush’ dal 10 ottobre”, ha spiegato un analista di CryptoQuant. Tuttavia, secondo l’esperto, mentre l’evento di allora era stato innescato principalmente da vendite spot, il calo attuale è guidato in larga parte dalla leva finanziaria.

Secondo i dati di Velo, l’open interest denominato in Bitcoin, che misura il totale delle posizioni ancora aperte sui derivati, aveva superato giovedì il picco del 10 ottobre di circa 5.000 BTC, arrivando a quota 295.054 BTC. Nel giro di 48 ore, però, il movimento ribassista ha cancellato questo accumulo, facendo scendere il dato di circa 8.500 BTC fino a 286.461 BTC.

Al prezzo attuale di 82.000 $ per BTC, questo ridimensionamento dell’open interest equivale a quasi 700 milioni di dollari. Inoltre, un’analisi più dettagliata mostra che circa 500 milioni di dollari di posizioni long su Bitcoin sono state liquidate in appena un’ora.

Quali criptovalute sono state colpite di più oltre a Bitcoin?

Le liquidazioni non hanno riguardato soltanto BTC. Subito dopo si sono piazzate le posizioni long su Ethereum e Solana, con rispettivamente 183 milioni e 56 milioni di dollari andati in fumo. Questo evidenzia come il movimento ribassista abbia interessato in modo trasversale le principali altcoin.

Il clima ribassista di fondo deriva da una combinazione di fattori macro, tra cui cambiamenti nella politica fiscale e monetaria e il recente allargamento degli spread sui credit default swap. Tuttavia, il calo di venerdì sembra in gran parte circoscritto al perimetro delle criptovalute e, in particolare, alle posizioni a leva di grandi investitori.

Quanto stanno perdendo le whale su Bitcoin ed Ethereum?

Una delle cosiddette whale risulta esposta a 37 milioni di dollari di perdite non realizzate sulle proprie posizioni long in Ethereum e Bitcoin. I profitti complessivi di questo trader sono crollati da 63 milioni di dollari il 10 novembre a soli 4 milioni di dollari al venerdì in esame, pari a un calo del 93%.

In modo analogo, le performance di Jeff “Machi big brother” Huang si sono deteriorate drasticamente: i profitti, che il 18 settembre ammontavano a 44,8 milioni di dollari, sono scesi fino a -20 milioni. Nelle ultime 24 ore, le sue posizioni hanno generato quasi 650.000 dollari di perdite, segnalando quanto il mercato a leva stia colpendo anche i trader più noti.

Cosa il Fear & Greed Index per il mercato crypto?

Il Crypto Fear and Greed Index, uno degli indicatori di sentiment più seguiti, rimane in area “Extreme Fear”, riflettendo una forte avversione al rischio tra gli investitori. Inoltre, sul mercato di sentiment perpetuo della piattaforma Myriad, dedicato alla paura, il valore si attesta intorno al 49,7%, a conferma della fragilità dell’attuale fase di mercato.

Secondo Derek Lim, head of research di Caladan, “ci troviamo in una situazione molto delicata nel breve termine”. A suo avviso, i movimenti recenti non sono pienamente coerenti con i principali driver macroeconomici, creando un disallineamento tra dinamiche di prezzo e fondamentali.

Quali fattori potrebbero influenzare le prospettive dopo il crollo?

Lim sottolinea alcuni potenziali catalizzatori che potrebbero sostenere la liquidità nei prossimi mesi, come la fine delle politiche di quantitative easing, la ripresa della spesa pubblica negli Stati Uniti e l’eventuale lancio di nuovi pacchetti di stimolo. Tuttavia, questi elementi richiedono tempo per riflettersi pienamente sui mercati finanziari.

Nel complesso, il recente crollo del mercato crypto, guidato dalla leva e accompagnato da liquidazioni massicce su Bitcoin e sulle principali altcoin, evidenzia il ruolo centrale del rischio sistemico legato ai derivati. Finché il sentiment resterà ancorato alla paura estrema e l’open interest non si sarà ridimensionato in modo stabile, la volatilità potrebbe restare elevata e ulteriori scosse non possono essere escluse.