I mercati globali mantengono la rotta, ma cresce il divario con i fondamentali

L’indice MSCI AC World ha proseguito la sua corsa nel terzo trimestre del 2025, registrando un rendimento dell’8% in valuta locale. Un risultato che, secondo Julian Howard, Chief Multi-Asset Investment Strategist di GAM, riflette un mercato “in cui sembrava che tutto andasse per il meglio”.

Howard spiega che “la stagione degli utili societari del terzo trimestre ha continuato a registrare profitti eccezionali per le aziende leader nel settore dell’intelligenza artificiale”, citando in particolare Nvidia, che ha annunciato un investimento di 100 miliardi di dollari in OpenAI per costruire data center di nuova generazione. Anche i colossi tecnologici più tradizionali, come Meta e Alphabet, hanno riportato risultati solidi, trainati rispettivamente dalla pubblicità online e dal cloud computing.

Tuttavia, l’esperto avverte che “il mercato del lavoro Usa ha iniziato a mostrare segni di debolezza” e che l’inflazione “è rimasta ostinatamente al di sopra dell’obiettivo del 2% fissato dalla Fed, attestandosi al 2,9%”. Nonostante il taglio dei tassi di 25 punti base a settembre, Howard osserva come “il nuovo membro del FOMC, Stephen Miran, abbia richiesto un percorso aggressivo di almeno cinque tagli dei tassi entro la fine dell’anno”, una scelta che evidenzia l’incertezza della politica monetaria statunitense.

Dinamiche contrastanti tra Stati Uniti, Cina ed Europa

Al di fuori degli Stati Uniti, i mercati azionari cinesi hanno registrato una performance migliore del previsto, sostenuti da esportazioni più robuste e da “segnali che indicavano l’intenzione delle autorità di affrontare il problema della sovraccapacità nei settori controllati dallo Stato”. In Europa, invece, i guadagni sono stati più contenuti: “Il crescente scetticismo sui piani infrastrutturali e di difesa della Germania e i dati modesti sulle esportazioni hanno pesato soprattutto sull’industria automobilistica del continente”, afferma Howard.

Il quadro complessivo, quindi, è disomogeneo. “Mentre i titoli azionari globali hanno registrato progressi significativi, è corretto affermare che il contesto macroeconomico rimane incerto”, aggiunge l’esperto.

Ritorno alla “modalità di osservazione”

Nei portafogli multi-asset di GAM, Howard spiega che la strategia è quella di “neutralizzare l’esposizione regionale e tematica delle componenti azionarie per allinearle meglio all’indice MSCI AC World”. Il motivo? “L’incertezza rimane elevata in tutte le economie e in tutti i mercati, quindi torniamo a una modalità di osservazione, pur restando posizionati per partecipare al progresso complessivo delle azioni”. L’unica eccezione è rappresentata dai mercati emergenti, dove GAM “continua a privilegiare una selezione attiva dei titoli”.

Sul fronte obbligazionario, Howard sottolinea che “siamo cauti nei confronti dei titoli di Stato a lungo termine”, giudicati vulnerabili a inflazione e deficit crescenti. GAM preferisce invece un mix diversificato di strumenti come “obbligazioni insurance-linked, green bond, titoli finanziari europei sub-investment grade, mortgage-backed statunitensi e credito investment grade a breve termine”.

L’importanza della diversificazione

Per Howard, la chiave della resilienza dei portafogli sta nella diversificazione: “Queste strategie offrono un interessante mix di rendimento e protezione nei periodi di volatilità”. Un ruolo importante spetta anche agli investimenti alternativi, tra cui “macro trader, settore immobiliare globale, long/short opportunistic arbitrage e oro”, che contribuiscono a una diversificazione più specializzata.

Valutazioni elevate e rischi strutturali

Howard mette però in guardia contro l’eccessiva fiducia dei mercati: “Il divario rispetto ai fondamentali si sta rapidamente trasformando in un abisso”. Negli Stati Uniti, in particolare, “le valutazioni dell’indice S&P 500 sono ora notevolmente elevate, con un rapporto prezzo/utili previsto superiore a 25 volte”. Sebbene la valutazione non indichi necessariamente una correzione imminente, è “un sintomo di un mercato che sta registrando un rialzo quasi senza ostacoli”.

La principale fonte di incertezza resta l’inflazione, ma l’esperto evidenzia anche altri rischi: “La redditività delle imprese statunitensi, pari a oltre l’11% del PIL nel secondo trimestre del 2025, è ben al di sopra della media storica del 7,3%. Ciò rende più difficile un ulteriore aumento degli utili”. Inoltre, un indebolimento della narrativa sull’intelligenza artificiale “potrebbe essere accolto negativamente dagli investitori”.

Howard osserva infine l’impatto crescente degli investitori retail: “Circa un terzo del mercato è ora costituito da investitori individuali, un fattore decisivo per l’andamento dei mercati”. Tuttavia, la loro giovane età e minore esperienza “li rende più vulnerabili ai cambiamenti delle condizioni economiche”.

Una prospettiva di lungo periodo

In conclusione, Howard invita alla prudenza: “Nulla di tutto ciò può essere realisticamente programmato, e per gli investitori multi-asset a lungo termine non dovrebbe comunque esserlo”. La diversificazione, ribadisce, “avrà un’importanza fondamentale in un momento indefinito del futuro, anche laddove si persegua giustamente un impegno strutturale nelle azioni nel corso del tempo”.