Mercati Usa: la view di Allianz GI in questa fase

Gli Stati Uniti si trovano di nuovo di fronte a un Government Shutdown, il blocco parziale delle attività governative che scatta quando il Congresso non riesce ad approvare i finanziamenti federali necessari per il funzionamento dei servizi pubblici. A spiegarlo è Stefan Rondorf, senior investment strategist di Allianz Global Investors, secondo cui “ampi settori dell’amministrazione statunitense hanno sospeso le proprie attività, mantenendo in funzione solo i servizi ritenuti essenziali”.

Mercati tranquilli, ma il costo economico cresce ogni settimana

Nonostante la paralisi politica, i mercati azionari restano aperti e mostrano una certa stabilità. Rondorf sottolinea che “sono ormai abituati ad affrontare con una certa disinvoltura queste fasi di stallo politico-fiscale”. Tuttavia, l’impatto sull’economia reale non è trascurabile: “Le stime indicano una potenziale perdita fino allo 0,2% del PIL statunitense per ogni settimana di blocco, anche se gli effetti di recupero di solito contengono i danni”.

Il più lungo shutdown nella storia americana si verificò tra il 2018 e il 2019, “durante il mandato dell’attuale Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump”, ricorda Rondorf, “quando l’amministrazione federale rimase chiusa per 35 giorni”.

Dati economici sospesi e una Fed “al buio”

L’impatto più immediato del blocco riguarda la pubblicazione dei dati economici. “Numerosi indicatori elaborati dalle agenzie pubbliche saranno posticipati fino alla ripresa delle normali attività”, spiega Rondorf. Ciò significa che gli investitori “dovranno rinunciare temporaneamente a indicatori chiave quali i dati sul mercato del lavoro, l’inflazione e le vendite al dettaglio”, affidandosi invece “ai dati elaborati da società private, come gli indici dei responsabili degli acquisti”.

Se lo shutdown dovesse prolungarsi fino alla fine del mese, anche la Fed si troverebbe in difficoltà: “Disporrebbe solo di un insieme limitato di dati su cui basare la propria decisione sui tassi di interesse del 29 ottobre”, osserva Rondorf. Questo scenario “accrescerebbe l’incertezza sull’effettiva realizzazione di un intervento sui tassi, oggi già quasi completamente prezzato dai mercati monetari”.

Tecnologia protagonista della stagione degli utili

In netto contrasto con il clima politico, nel settore privato prevale un tono ottimista. Rondorf evidenzia che “il clima è decisamente festoso in vista della stagione di pubblicazione dei bilanci del terzo trimestre negli Stati Uniti, con i giganti della tecnologia che si distinguono in termini di crescita degli utili e piani di investimento”.

Un’analisi di Minack Advisors, cita l’esperto, mostra che “la quasi totalità della sovraperformance degli utili statunitensi rispetto al resto del mondo nell’ultimo decennio può essere ricondotta a poche celebri società tecnologiche e piattaforme a grande capitalizzazione”.

La domanda chiave, secondo Rondorf, è se “questo trend possa continuare”. Al momento, il sentiment delle aziende resta positivo: “Una quota insolitamente elevata di società ha rilasciato una guidance sugli utili favorevole”, spiega. Tuttavia, l’esperto avverte che “l’asticella per eventuali sorprese positive si è alzata”, poiché gli analisti “questa volta si sono astenuti dalla consueta pratica di rivedere al ribasso le stime sugli utili prima della stagione dei bilanci”.

La stagione delle trimestrali entrerà nel vivo la prossima settimana, ma il calendario economico dipenderà dalla durata dello shutdown. In condizioni normali, l’attenzione si concentrerebbe sui dati dell’inflazione e delle vendite al dettaglio, “ma se il blocco dovesse terminare, verrebbero rilasciati in rapida successione anche i dati arretrati, tra cui il rapporto sul mercato del lavoro di settembre”.

Focus globale: Europa, Giappone e Cina

Sul fronte internazionale, i dati macroeconomici sono più limitati. “Nell’area euro”, spiega Rondorf, “oltre ai dati finali sull’inflazione di settembre di alcuni dei principali Paesi, martedì saranno pubblicati anche gli indici ZEW sulle condizioni attuali e sul sentiment economico”.

Giovedì l’attenzione si sposterà sul Giappone, con la pubblicazione dei dati sugli ordinativi, mentre in Cina “è probabile che venga diffuso già lunedì il saldo della bilancia commerciale di settembre”. Secondo Rondorf, questo indicatore “fornirà indicazioni utili per capire se i dazi statunitensi abbiano ancora un impatto significativo sul flusso di merci da e verso la Repubblica Popolare Cinese”.

Rischio sotto controllo, ma le incertezze restano

Nonostante le tensioni politiche e i dati incompleti, Rondorf ritiene che “la propensione al rischio degli investitori rimanga elevata” e che “molti indici azionari appaiano in buona forma dal punto di vista tecnico”. Le settimane più difficili sembrano quindi alle spalle, ma l’esperto mette in guardia: “Le fonti di incertezza non mancano. Oltre alle nuove tensioni politiche in Francia, a preoccupare gli investitori potrebbe essere anche la scarsa visibilità sui dati economici statunitensi, un fattore che potrebbe aggravarsi col protrarsi dello shutdown”.