No news, good news: mercati resilienti e rischio ancora premiato

Un contesto macroeconomico in graduale miglioramento, politiche monetarie e fiscali di sostegno e assenza di sorprese negative rilevanti. È questo il quadro che emerge dall’analisi di dicembre di Invesco, sintetizzato dal principio secondo cui “nessuna notizia è una buona notizia” per i mercati finanziari.

Secondo Daniel Zanin, Analyst, Investment Research di Invesco, nel dettaglio “in dicembre registriamo un contesto favorevole per crescita e inflazione, sostenuto sia dalle politiche monetarie che fiscali”. In questo scenario, la casa di gestione mantiene un orientamento costruttivo sugli asset rischiosi, con una preferenza per le azioni rispetto al reddito fisso e un posizionamento mirato su titoli value, small e mid-cap.

Crescita globale in miglioramento graduale

Il quadro macroeconomico mostra segnali di stabilizzazione e rafforzamento. Negli Stati Uniti l’economia cresce a un ritmo vicino al potenziale di lungo periodo e la ripresa della pubblicazione dei dati, dopo lo shutdown governativo, non ha riservato le temute sorprese negative. Il mercato del lavoro resta un punto di attenzione per la Fed, ma i consumi continuano a dimostrare una buona tenuta. “La spesa al dettaglio mostra una certa resilienza all’avvicinarsi della stagione delle festività, con dati preliminari che indicano una crescita a singola cifra anno su anno”, osserva Zanin.

Al di fuori degli Stati Uniti, il miglioramento appare ancora più evidente. Gli indicatori anticipatori in Eurozona e nel Regno Unito sono tornati sopra la tendenza di lungo periodo, trainati da manifatturiero, fiducia dei consumatori, immobiliare e attività commerciale. Nei mercati emergenti la crescita resta sotto trend, ma con segnali contrastanti: alla debolezza di commercio e costruzioni si affiancano progressi nel manifatturiero e nei sondaggi aziendali.

Un elemento chiave è rappresentato dalle revisioni al rialzo delle aspettative sugli utili in tutte le regioni. I mercati sviluppati ex USA e quelli emergenti stanno recuperando terreno rispetto agli Stati Uniti, indicando una partecipazione più ampia al ciclo di crescita globale.

Scenario “Riccioli d’oro” ma rischi asimmetrici

Guardando alla fine del 2025 e all’ingresso nel 2026, l’economia globale ha dimostrato una notevole resilienza nonostante le incertezze legate a politiche commerciali, inflazione e rallentamento dell’occupazione. “Entrando nel 2026, l’appetito per il rischio globale torna ad indicare aspettative di crescita in miglioramento, sostenute dalla politica monetaria, da politiche fiscali espansive nei mercati sviluppati e dall’assenza di pressioni inflazionistiche”, sottolinea Zanin.

Pur riconoscendo che il ciclo economico si trova in una fase avanzata, Invesco ritiene che lo scenario resti favorevole agli asset rischiosi, in particolare alle azioni rispetto al credito. Tuttavia, le valutazioni elevate e gli spread creditizi storicamente compressi rendono il profilo di rischio asimmetrico. “La probabilità di ribasso in caso di sorprese economiche negative è superiore al potenziale di rialzo derivante da notizie favorevoli”, avverte l’analista.

In questo contesto, la rotazione verso titoli value, small e mid-cap e una maggiore diversificazione geografica dovrebbero offrire una migliore protezione al ribasso, grazie a valutazioni più contenute, al possibile indebolimento del dollaro e a una partecipazione più ampia dei settori azionari.

Asset allocation: azioni sovrappesate, dollaro sottopesato

A dicembre Invesco non apporta modifiche al modello di Tactical Allocation. Il rischio di portafoglio resta superiore all’allocazione strategica di riferimento, con un moderato sovrappeso sulle azioni rispetto al reddito fisso. Sul fronte azionario, la preferenza va ai settori ciclici e ai titoli value e small/mid-cap, come finanziari, industriali, materiali ed energia, a scapito di sanità, beni di consumo primari, utility e tecnologia.

La composizione regionale rimane in linea con il benchmark. Da un lato, il momentum degli utili statunitensi continua a essere superiore; dall’altro, le aspettative di deprezzamento del dollaro e le sorprese positive sulla crescita globale favoriscono i mercati internazionali. “Al momento non esprimiamo posizioni attive sulle esposizioni regionali”, chiarisce Zanin.

Nel reddito fisso, il team mantiene un moderato sovrappeso sul credito, pur riconoscendo che gli spread ai minimi storici limitano il potenziale. La strategia punta su una maggiore diversificazione tra high yield, leveraged loans e debito emergente in dollari, con un sottopeso su investment grade e titoli governativi. Viene inoltre confermato il sovrappeso sui TIPS rispetto ai Treasury nominali, in linea con una fase di ripresa storicamente associata a un aumento delle aspettative di inflazione.

Infine, sul fronte valutario, la view resta negativa sul dollaro USA. Il restringimento dei differenziali di rendimento e il miglioramento dei dati economici fuori dagli Stati Uniti favoriscono valute come euro, sterlina britannica, corona norvegese, dollaro australiano e yen giapponese. Nei mercati emergenti, Invesco privilegia valute ad alto rendimento e valutazioni interessanti, tra cui peso colombiano, real brasiliano, rupia indiana e rupia indonesiana.