Oggi riunione della FED sui tassi d’interesse: che impatto avrà sul mercato crypto?

fed tassi

Stasera alle ore 20:00 UTC+1, la FED statunitense si siederà al “Federal Open Market Committee” (FOMC) per stabilire la futura direzione dei tassi di interesse.

Gli analisti prevedono una situazione di “no change” che non lascerà spazio né ad aumenti che a riduzioni in relazione al costo del denaro negli Stati Uniti.

In un contesto tale, le ultime mosse politiche di Trump sull’immigrazione nel Paese contribuiscono ad aumentare l’inflazione del dollaro, aumentando le probabilità di un nuovo stimolo per le politiche monetaria della FED.

Tutti questi eventi si riversano sul mercato più rischioso come quello delle criptovalute, che attualmente si trova in una fase di stallo. Cosa dobbiamo aspettarci per i prossimi mesi? 

Vediamo tutti i dettagli di seguito.

Previsto “no change” nella decisione della FED su un ulteriore taglio dei tassi di interesse

Questa sera la Federal Reserve (FED) ospiterà la sua prima riunione dell’anno, con Jerome Powell che dovrà riportare la decisione del Comitato in relazione ai tassi di interesse.

Molto probabilmente verrà confermato l’attuale intervallo, compreso tra il 4,25% e il 4,5%, senza dare spazio a potenziali manovre espansive o restrittive.

Secondo il FedWatch Tool del CME Group, c’è 99,5% di possibilità che la banca centrale americana vada per un “no change” dei tassi.

Questo evento segue l’ultima riunione della FED di dicembre, dove in parallelo ad un taglio di 25 punti base si è rilevata l’intenzione di procedere con più cautela nelle politiche monetarie del 2025.

Fino ad allora si era infatti parlato di almeno 3 potenziali tagli durante il corso dell’anno, ma poi la traiettoria è stata rivisitata a causa della complessa situazione economica.

Ovviamente, questo cambio di paradigma ha avuto un effetto negativo sugli asset ad alto rischio come Bitcoin, che ora vacillano nell’incertezza.

fed tassi di interesse target
Fonte: https://www.cmegroup.com/markets/interest-rates/cme-fedwatch-tool.html

Gli esperti concordano che la riunione della FED di oggi sarà un “non evento”, in quanto non scatenerà ulteriore turbolenza sulle Borse speculative.

Era infatti abbastanza scontato che a gennaio Powell ed il suo team non avrebbero messo mano ai tassi di interesse, mantenendo invariato il costo del denaro.

Già dal mese scorso si poteva intuire che a gennaio non ci sarebbero stati particolare cambiamenti, ed i mercati si sono prezzati di conseguenza in anticipo.

Come ha riportato a tal proposito Danske Bank in una nota ai suoi clienti:

“Dubitiamo che la riunione del FOMC di questa settimana sarà un importante fattore di mercato, poiché la decisione di mantenere invariato il tasso è stata ben comunicata in anticipo a dicembre. I verbali hanno rivelato che i partecipanti hanno già fatto alcune ipotesi preliminari sulle politiche di Trump, ma data la notevole incertezza, dubitiamo che Powell si sentirà a suo agio nel fornire ai mercati una guida forte”.

Nonostante ciò rimane comunque aperta la possibilità che Powell, dovendo affrontare diversi temi pungenti nella conferenza stampa successiva al FOMC, utilizzi parole che potrebbero influenzare positivamente o negative i mercati.

L’effetto delle politiche migratorie di Trump sull’economia USA e sull’inflazione del dollaro

Uno degli argomenti più scottanti a cui il presidente della FED dovrà dare risposta sarà verosimilmente quello delle nuove politiche intraprese da Donald Trump.

Powell sarà probabilmente chiamato in causa ad esaminare in che modo la decisione di Trump di espellere gli immigrati clandestini avrà effetti sull’economia americana.

Per contestualizzare, pochi giorni fa il nuovo Presidente USA ha avviato la deportazione di una cifra compresa tra 1 e 10 milioni di clandestini verso il rispettivo Paese natale.

A questo si aggiunge l’introduzione di dazi pesanti del 25% verso Messico e Canada, con ripercussioni negative anche per l’Europa.

Gli analisti prevedono che queste linee politiche potrebbero contribuire ad un innalzamento dell’inflazione del dollaro, creando un clima di incertezza sul mercato del lavoro.

Come afferma, infatti, Shantanu Khanna, professore associato di economia alla Northeastern University, la deportazione di massa potrebbe avere effetti disastrosi.

Il motivo di questa visione pessimistica è che gli immigrati clandestini ricoprivano lavori sottopagati che i nativi americani tendono a ricercare di meno, come l’edilizia, l’assistenza all’infanzia e l’assistenza agli anziani.

Questi settori sono fondamentali per l’economia statunitense, e la mancanza di forza lavoro in tale contesto potrebbe portare ad un forte arresto del PIL.

Fonte: https://www.aljazeera.com/economy/2024/10/3/how-will-trumps-plans-to-deport-undocumented-migrants-impact-us-economy

In parallelo nuovi lavoratori in regola dovranno coprire, seppure con difficoltà, i buchi creati dalla partenza degli immigrati, con conseguente aumento delle buste paga non agricole (non farm payroll).

A sua volta, come un effetto a cascata, maggiori buste paga aumenteranno la quantità di denaro in circolazione, agendo in modo inflazionistico.

Se Powell condividesse una prospettiva simile, potrebbe smorzare le aspettative di tagli dei tassi, portando potenzialmente addirittura al passaggio” verso il tightening easing”.

In merito a questa complessa situazione è intervenuto Benjamin Picton, Senior Macro Strategist di Rabobank, che in una recente nota ha riportato quanto segue:

La scomparsa di fino a 1 milione di potenziali lavoratori dalla forza lavoro statunitense non sarebbe una cosa da poco. […] Questo è di per sé inflazionistico, e questo senza considerare gli ulteriori impatti dei tagli fiscali e delle tariffe”.

Come reagiscono Bitcoin e crypto ai nuovi stimoli della FED

Qualora la FED dovesse prendere una drastica decisione per arginare il rischio di un aumento dell’inflazione, Bitcoin e crypto potrebbero reagire male.

Questa ipotesi pare comunque poco veritiera in un outlook come quello odierno, visto e considerando anche gli scorsi risultati del Consumer Price Index (CPI).

In sostanza, non ci sono ancora dati a sufficienza per giudicare se le politiche di Trump richiederanno un approccio più rigido nei confronti dei tassi di interesse.

Per il momento l’inflazione è sotto controllo, il mercato del lavoro pare ancora stabile e forte, e non ci sono grossi possibili inciampi dell’economia.

Rimane dunque poco probabile che Powell decida oggi di scuotere le sorti dei mercati, andando ad esporsi in una delle due direzioni attese dagli investitori.

Piuttosto, una risposta alle nuove dinamiche macroeconomiche potrebbe essere rilasciata nel prossimo FOMC del 19 marzo 2025.

In tale data ci si aspetta con maggiore confidenza che la FED possa effettuare il primo taglio dei tassi dell’anno, seppur con qualche possibile difficoltà.

Un taglio dei tassi a 400-425 punti base è quotato al 30,2% mentre un ulteriore “no change” dopo quello atteso per oggi è stimato al 69,6%.

Rispetto alle quotazioni di dicembre, è meno probabile che ci sarà un taglio, mentre assume più attendibilità il non cambiamento del costo del denaro.

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Fonte: https://www.cmegroup.com/markets/interest-rates/cme-fedwatch-tool.html

Le sorti di Bitcoin nelle prossime settimane dipenderanno in parte da come si orienterà la prossima politica monetaria della FED e da come Powell interpreterà l’attuale scenario.

In questo momento gli asset risk-on sono in una posizione di stallo, trascinati dall’entusiasmo generale del  bull market ma frenati allo stesso tempo dalle tensioni macroeconomiche e da nuove preoccupazioni monetarie.

Sarà fondamentale osservare che direzione prenderà la FED da qui in avanti, poiché sancirà imprescindibilmente anche la direzione futura dei mercati crypto.

Nel frattempo, godiamoci il “good afternoon” di Powell, che sarà pronunciato con il 97% di possibilità secondo Polymarket.

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Fonte: https://polymarket.com/event/what-will-powell-say-during-january-press-conference?tid=1738150544139