Penguin NFT Club vende un Pudgy Penguins a 469.000$

Penguin NFT

Il Penguin NFT Club è una curiosa collezione di 8.888 Non-Fungible Token di simpatici pinguini che ha visto la vendita del Pudgy Penguin #6873 a 469.000 dollari.

Ideati quest’estate da “mrtubby” o sig. Patterson, insieme ad altri tre compagni di classe di informatica alla University of Central Florida, gli NFT dei pinguini seguono lo standard di Ethereum e sembrano essere apprezzati dalla community crypto. 

Nello specifico, si tratta di 8.888 pinguini unici con diverse combinazioni di abbigliamento, espressioni facciali e accessori. A tal proposito, Patterson ha così commentato:

“C’era un enorme potenziale di meme nei pinguini dall’aspetto grasso, così decidemmo di fare così”

E la nuova idea sembra aver trovato la sua strada del successo in un periodo in cui il mercato emergente degli NFT sta letteralmente esplodendo. 

Secondo quanto riportato, infatti, la collezione originale è andata esaurita in 20 minuti con un apprezzamento che sembra sia di più di 25 milioni di dollari. 

Solo negli ultimi quattro giorni infatti, sono stati venduti 4 Pudgy Penguins come segue:

  • #6873 a circa $469.000
  • #5678 a circa $315.000
  • #7365 a circa $217.000
  • #1516 a circa $175.000

I Pudgy Penguin e la Community NFT come base del metaverso

Questa curiosa collezione di Pudgy Penguin e il suo clamoroso successo rispecchiano l’attuale tendenza del mercato verso anche le Community NFT. 

A differenza dell’NFT ART che rappresenta un’opera d’arte digitalizzata, unica, come se si trattasse di una qualsiasi dipinto fisico, le Community NFT sono invece progetti di gruppo.

Come i Pudgy Penguin, sono proprio rilasciati in set di immagini uniche (e cioè con la possibilità di comprarle e venderle in modo individuale) ma collegate tra loro da un tema. Non solo, acquistando un Community NFT si entra nella comunità del progetto e si acquisiscono benefici ulteriori. 

Una riflessione in merito a questa evoluzione dei token collezionabili, racconta che le Community NFT sono la base per il metaverso, un mondo digitale onnicomprensivo che alla fine avrà proprie forme di identità, comunità e governance. 

In pratica, ecco come cita la riflessione:

“Gli entusiasti del metaverso credono che le nostre identità digitali alla fine diventeranno significative quanto le nostre identità offline, e che spenderemo i nostri soldi di conseguenza. Invece di mettere l’arte sulle pareti delle nostre case, prevedono, metteremo gli NFT nei nostri sfondi virtuali di Zoom. Invece di comprare nuovi vestiti, spenderemo in skin premium per i nostri avatar V.R.”

Questa idea era stata espressa e condivisa anche da Mark Zuckerberg, CEO di Facebook in un’intervista dello scorso mese. E infatti, non è una novità che Facebook stia lavorando da tempo con la realtà virtuale e realtà aumentata.  

Concentrandoci sugli NFT, invece, esistono già altri progetti che mirano proprio a rappresentare la realtà e il concetto di metaverso. Tra i tanti, c’è OVRLands, il mondo digitale diviso in 300 esagoni di cui ogni OVRLand è un NFT Ethereum.

Agli inizi di maggio 2021, OVR ha venduto all’asta il suo NFT della Tour Eiffel per 38 ETH, l’equivalente di quasi 107.000$ a quell’epoca. 

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