Ubs GWM: “IA, valutazioni ancora sostenibili ma attenzione ai segnali di eccesso”

Negli ultimi mesi il settore dell’intelligenza artificiale ha mostrato nuovi segnali di forza, sostenuto da partnership strategiche e investimenti miliardari. “Le recenti settimane hanno portato ulteriori motivi di ottimismo”, afferma Mark Haefele, Chief Investment Officer di UBS Global Wealth Management. “Dell ha raddoppiato le sue stime di crescita sulla domanda di AI, AMD ha annunciato un accordo pluriennale e multi-gigawatt con OpenAI, mentre il DevDay di OpenAI ha messo in luce nuovi prodotti e partnership con Samsung, SK Hynix, NVIDIA, Oracle e Broadcom”.

Anche i numeri confermano la tendenza. “TSMC ha registrato un aumento del 30% dei ricavi nel terzo trimestre grazie alle vendite di chip per AI”, sottolinea Haefele, “e Bloomberg riporta che la Casa Bianca ha approvato la vendita di chip NVIDIA per diversi miliardi di dollari agli Emirati Arabi Uniti”. Questi accordi, osserva l’esperto, “puntano a centinaia di miliardi di dollari in nuovi investimenti, rafforzando la rapidità con cui il settore mobilita capitali e innova”.

Tuttavia, l’entusiasmo non è privo di rischi. “Le preoccupazioni del mercato sui cosiddetti ‘investimenti circolari’ all’interno delle società di AI e su una possibile bolla guidata dall’intelligenza artificiale si stanno facendo più forti”, ammette Haefele. “Pur riconoscendo che la portata del rally dell’AI potrebbe portare a una maggiore volatilità, e che sia necessario restare vigili di fronte a segnali di eccesso, vediamo diverse ragioni convincenti per mantenere l’esposizione al tema dell’AI”.

Innovazione e domanda in crescita

Secondo Haefele, “l’innovazione di prodotto continua a spingere la domanda di capacità di calcolo”. Le novità annunciate da OpenAI “indicano una domanda aggregata di calcolo in accelerazione e partnership strategiche sempre più profonde, non un tentativo di cannibalizzare altre piattaforme tecnologiche o commerciali”. Le collaborazioni, come quelle di OpenAI con AMD e NVIDIA, “mettono in evidenza la necessità di un’enorme capacità di data center, con fino a 16 gigawatt di nuove infrastrutture pianificate”.

Adozione e monetizzazione in espansione

“L’adozione dell’intelligenza artificiale e la sua monetizzazione stanno ancora accelerando”, prosegue Haefele. “Un recente sondaggio Microsoft mostra che il 26% degli americani utilizza quotidianamente strumenti di AI, mentre in mercati più avanzati come Emirati Arabi e Singapore la quota sale al 59%”. Ciò, aggiunge, “suggerisce un potenziale significativo per la produttività economica statunitense, se l’adozione da parte delle imprese e dei consumatori dovesse raggiungere livelli simili”.

Haefele evidenzia anche i progressi nella monetizzazione: “Un grande fornitore di modelli linguistici ha appena lanciato la possibilità di raccomandare e acquistare prodotti direttamente all’interno del modello”. Ubs GWM prevede che “i ricavi globali legati all’AI cresceranno con un tasso medio annuo composto del 41% fino al 2030, raggiungendo 2.600 miliardi di dollari”.

Valutazioni ancora sostenibili

Quanto alle valutazioni, Haefele ritiene che “appaiano ragionevoli rispetto all’era delle dotcom”. Pur riconoscendo i forti rialzi di alcuni leader del settore, sottolinea che “i rapporti prezzo/utili di diverse big tech si sono addirittura compressi negli ultimi anni, grazie alla rapida crescita degli utili”. A differenza degli anni ’90, “i colossi tecnologici di oggi vantano utili, flussi di cassa e bilanci di qualità superiore”. Inoltre, “il mercato potenziale dell’AI potrebbe essere undici volte più ampio rispetto ai cicli IT precedenti”.

Le prospettive per gli investitori

“In sintesi, sebbene il tema dell’AI non sia privo di rischi, vediamo ragioni convincenti per restare investiti”, conclude Haefele. “Il rally rimane sostenuto da fondamentali solidi, un’adozione in accelerazione e un contesto macro ancora favorevole”.

Ubs GWM prevede che “gli investimenti globali in capitale fisso per l’AI cresceranno del 67% su base annua fino a 375 miliardi di dollari quest’anno e di un ulteriore 33% a 500 miliardi nel prossimo”. Negli ultimi due anni, “le stime di consensus sul capex AI sono state superate di tre volte”.

Haefele raccomanda quindi “di mantenere un’esposizione bilanciata alle società legate all’AI nei settori software, hardware e semiconduttori, con un posizionamento diversificato tra livelli di abilitazione, intelligenza e applicazione”.

Gli investitori, conclude, “dovrebbero considerare di incrementare gradualmente le allocazioni in caso di correzioni di mercato e continuare a concentrarsi sui nostri temi di innovazione trasformativa: intelligenza artificiale, energia e risorse, e longevità. Continuiamo inoltre a preferire la tecnologia cinese, sostenuta da valutazioni ancora interessanti e da solide prospettive di crescita degli utili nel medio termine”.