Argento in rally, ma il boom potrebbe rallentare in scia all’IA

Dopo una pausa estiva, l’argento è tornato protagonista sui mercati, con un rialzo di oltre il 50% da inizio anno che lo ha portato a sovraperformare l’oro. Tuttavia, secondo Claudio Wewel, Forex Strategist di J. Safra Sarasin, il recente slancio potrebbe non essere destinato a durare.

«Il prezzo dell’argento si è avvicinato ai picchi raggiunti nel 1980 e nel 2011, entrambi frutto di una forte speculazione», spiega Wewel, ricordando come nel primo caso furono i fratelli Hunt a tentare di monopolizzare il mercato accumulando grandi quantità di argento fisico e contratti futures. «Alla fine del 1979 detenevano circa un terzo dell’offerta mondiale, esclusa quella dei governi», osserva l’analista. La bolla terminò con un crollo di oltre l’80% nei 18 mesi successivi.

La corsa del 2010-2011, aggiunge Wewel, fu invece «alimentata da aspettative di inflazione e da un quantitative easing su larga scala». Oggi, nonostante l’ascesa, il prezzo dell’argento «rimane lontano dal suo massimo storico in termini reali, che in dollari del 2025 corrisponde a oltre 200 dollari per oncia troy».

AI e metalli preziosi: una nuova connessione

Secondo Wewel, il rialzo recente dell’argento è in gran parte legato alla rivoluzione dell’intelligenza artificiale, più che a dinamiche tradizionali di bene rifugio. «A differenza dell’oro, il recente rialzo dell’argento è in gran parte legato alla portata senza precedenti dei recenti investimenti e annunci nel campo dell’intelligenza artificiale», afferma.

L’argento, grazie alla sua eccellente conduttività, è impiegato in numerosi componenti elettronici fondamentali per i datacenter e le infrastrutture AI: circuiti stampati, chip di memoria, dispositivi di edge computing. «La produzione di componenti di fascia alta richiede materiali con un’eccellente conduttività, il che suggerisce che la domanda strutturale rimarrà elevata», sottolinea Wewel.

Oltre all’AI, anche la transizione energetica contribuisce al fabbisogno del metallo. «L’argento è utilizzato nei pannelli solari, nei veicoli elettrici e nelle reti intelligenti. I veicoli elettrici contengono circa il doppio dell’argento rispetto a quelli tradizionali, fino a due once per veicolo», precisa.

Questa crescente interconnessione con la tecnologia ha rafforzato anche la correlazione tra titoli tech e argento. «Riteniamo che ciò rifletta in parte la percezione tra gli investitori che l’esposizione all’argento funga da copertura dei metalli preziosi industriali con un beta tecnologico positivo», osserva Wewel.

Domanda e offerta: un equilibrio fragile

Nonostante l’entusiasmo legato all’AI, il World Silver Survey 2025 mostra che la domanda industriale di argento rimarrà stabile quest’anno. «Il mercato è in deficit strutturale dal 2021, con una domanda che supera un’offerta relativamente anelastica», spiega Wewel.

Le difficoltà dell’offerta sono legate a diversi fattori: «Anni di sottoinvestimenti nell’esplorazione e nello sviluppo, calo della qualità del minerale, aumento dei costi di produzione e vincoli ambientali più severi». Inoltre, solo il 30% della produzione mondiale proviene da miniere primarie: «La maggior parte è un sottoprodotto di miniere d’oro, rame, piombo e zinco», chiarisce.

Questo legame implica che l’offerta di argento dipenda in parte dall’andamento di altri metalli: «L’aumento dei prezzi del piombo e del rame tende ad aumentare la produzione di argento, mentre una flessione riduce l’offerta».

Le prospettive: un rallentamento in vista

Pur riconoscendo il sostegno strutturale ai prezzi, Wewel invita alla cautela: «Siamo inclini a pensare che la domanda legata al boom dell’intelligenza artificiale possa indebolirsi». Secondo l’analista, tra gli investitori «c’è la sensazione crescente che la portata della spesa recente possa essere stata eccessiva».

Con le posizioni speculative già elevate, Wewel prevede «un calo dell’interesse per l’esposizione speculativa guidata dal sentiment nel prossimo futuro».

Il risultato, conclude, potrebbe essere un rallentamento del rally: «Ciò implica che l’argento dovrebbe rallentare e probabilmente sottoperformerà l’oro nei prossimi 12-18 mesi, poiché l’oro resterà il bene rifugio preferito nell’attuale contesto».