Il recente collasso di First Brands e di Tricolor Auto Group, insieme alle perdite su alcuni prestiti registrate da banche regionali statunitensi, ha riportato l’attenzione degli investitori sui possibili rischi di contagio all’interno dei mercati del credito. Ma, nonostante i timori riaccesi dai titoli delle ultime settimane, secondo Maya Bhandari, Chief Investment Officer, Multi-Asset Strategies, EMEA di Neuberger Berman, il quadro generale resta più solido di quanto possa apparire.
“Lo stress nei mercati delle obbligazioni corporate è spesso un campanello d’allarme per gli asset rischiosi più in generale.” ha spiegato Bhandari, ricordando come negli ultimi vent’anni l’allargamento degli spread creditizi abbia frequentemente anticipato fasi di ribasso azionario, dalla bolla dotcom alla Grande Crisi Finanziaria, dalla crisi energetica del 2015–2016 fino allo shock inflazionistico del 2021–2022.
Oggi, tuttavia, la situazione appare molto diversa. “Vediamo pochi — se non nessun — segnale di stress più ampio, tantomeno sistemico.” osserva. La maggior parte degli spread creditizi resta su livelli storicamente bassi, in alcuni casi persino inferiori al quintile più ridotto degli ultimi decenni, mentre i bilanci societari continuano a mostrarsi solidi in tutte le principali aree economiche.
Mele marce, non un contagio
Secondo l’analisi di Neuberger Berman, i casi di First Brands e di Tricolor vanno letti come episodi isolati. “Sono ‘mele marce’, con impatti circoscritti e non estendibili al resto del mercato.” sottolinea Bhandari. Lo stesso vale per le recenti perdite sui prestiti legate alle istituzioni finanziarie non bancarie (NBFI) emerse nelle banche regionali statunitensi, dove a finire sotto pressione sono stati soprattutto operatori con livelli di capitale insufficienti e coperture inadeguate.
Pur riconoscendo la rapida crescita dei prestiti delle NBFI — raddoppiati dal 2020 — Bhandari ritiene che l’esposizione resti gestibile, soprattutto per gli istituti di maggiori dimensioni e con rating Investment grade.
Spread compressi e liquidità stabile
Un’analisi top-down conferma l’assenza di tensioni diffuse. Gli spread OAS, sia nell’high yield sia nei segmenti Investment grade più qualitativi, rimangono compressi negli Stati Uniti, in Europa e in Asia. Anche gli indicatori di liquidità, come la deviazione dal NAV degli ETF di credito, forniscono un quadro rassicurante.
Alcune dinamiche settoriali, tuttavia, meritano attenzione: la resilienza del credito Ba/BB rispetto alla debolezza del segmento Caa/CCC, la pressione sulle business development companies e lo stress nei leveraged loans, in particolare in settori come il tecnologico, oggi attraversato dall’impatto della rivoluzione dell’intelligenza artificiale.
Bilanci solidi e crescita in accelerazione
Il contesto degli utili societari continua a sorprendere positivamente. “Nel complesso, la maggior parte degli indicatori di sostenibilità del debito societario è migliorata in modo significativo negli ultimi cinque anni.” afferma Bhandari. Le aziende hanno colto l’opportunità dei tassi bassi del post-pandemia e della forte ripresa dei profitti per rafforzare i bilanci su più fronti.
Con una crescita economica globale orientata a una moderata accelerazione e condizioni di liquidità sostenute da politiche monetarie e fiscali accomodanti, lo scenario appare favorevole sia per il credito che per l’azionario. I cicli di default, ricorda Bhandari, tendono a manifestarsi in presenza di recessioni o gravi squilibri nei bilanci, condizioni che oggi non sembrano imminenti.
La strategia: costruttivi ma selettivi
Alla luce di questo scenario, Neuberger Berman mantiene un approccio costruttivo nei confronti degli asset rischiosi. “Nei prossimi 6–18 mesi i nostri portafogli manterranno un posizionamento costruttivo, seppur selettivo, verso gli asset rischiosi come l’azionario.” afferma Bhandari, indicando un focus particolare su small cap statunitensi, Giappone e Cina.
Sul fronte del reddito fisso, le opportunità più interessanti emergono nelle obbligazioni corporate Investment grade al di fuori degli Stati Uniti — con un focus sull’Europa — e nei titoli dei mercati emergenti in valuta forte.
Pur restando vigile sul rischio di credito, Bhandari vede negli eventuali allargamenti degli spread “un’opportunità per aumentare l’esposizione” in aree selezionate del reddito fisso.
