Nonostante i segnali economici contrastanti, gli asset di rischio continuano a guadagnare terreno, sostenuti da condizioni di liquidità più favorevoli e dalle aspettative di sostegno da parte delle banche centrali. A sottolinearlo è Nadège Dufossé, Global Head of Multi-Asset di Candriam: “Dopo mesi di esitazione, l’Europa e gli Stati Uniti sono tornati a muoversi nella stessa direzione, verso un cauto allentamento. La nostra convinzione resta risk-on, poiché i fondamentali e i fattori tecnici confermano una view costruttiva per le azioni ed è probabile che la tendenza rialzista prosegua nel medio termine”.
Volatilità a breve termine in un contesto ciclico incerto
Attualmente gli indicatori economici segnalano un rallentamento. Secondo Dufossé, “lo slancio nelle assunzioni si sta progressivamente esaurendo, ma non si registrano ancora significative perdite di posti di lavoro. I nostri modelli indicano che l’indebolimento dell’occupazione tende solitamente ad anticipare una contrazione dei posti di lavoro di uno o due trimestri. Ciò suggerisce un rallentamento futuro, ma non un’imminente recessione“.
Per le famiglie, il vero impatto arriverà nel 2026, quando i dazi inizieranno a erodere il potere d’acquisto. “Per ora, la crescita dei salari nominali rimane leggermente superiore all’inflazione attuale e il positivo effetto ricchezza derivante dall’aumento dei prezzi degli asset continua a sostenere la spesa”, osserva Dufossé.
I mercati finanziari, intanto, sembrano anticipare l’evoluzione futura. Le azioni hanno esteso il loro rally, mentre gli spread creditizi restano storicamente contenuti e la volatilità rimane bassa. La stagione degli utili del terzo trimestre sarà cruciale: “Finora è stata la resilienza degli utili, e non ancora la liquidità, a spiegare gran parte della solidità del mercato. Gli investitori presteranno particolare attenzione alla forward guidance per il 2026, per valutare l’impatto dei dazi sui costi e sulla domanda”, spiega la manager.
La stabilità dell’Europa e le prospettive di medio termine
In Europa, il quadro macroeconomico appare più favorevole. “La crescita rimane modesta, ma con una tendenza positiva al rialzo dall’inizio dell’anno. L’inflazione sta diminuendo verso il 2%, dando alla Bce la libertà di mantenere una politica accomodante, e la politica fiscale sta diventando un fattore favorevole piuttosto che un freno”, afferma Dufossé.
Sul fronte obbligazionario, i rendimenti dei Bund tedeschi a dieci anni oscillano tra il 2,6% e il 2,8%, con volatilità ai minimi pluriennali. “I rendimenti aggiustati per il tasso di cambio rimangono interessanti rispetto agli Stati Uniti, incoraggiando i flussi internazionali. Manteniamo una duration lunga sui Bund tedeschi”, aggiunge.
Implicazioni per gli investimenti
Il contesto generale suggerisce che la crescita degli utili rimane un driver principale dei mercati, ora supportata anche da un miglioramento delle condizioni di liquidità. Dufossé evidenzia che “se gli utili dovessero mantenersi solidi mentre la politica viene allentata, la transizione dalla resilienza ciclica all’espansione a medio termine, ovvero l’inizio di un’impennata dei mercati, potrebbe seguire in modo naturale”.
La strategia di Candriam resta orientata verso un sovrappeso sulle azioni, bilanciato tra Stati Uniti, Eurozona, Giappone e mercati emergenti, con un focus su tecnologia e industriali. Nell’obbligazionario, la preferenza è per la duration europea core e per l’investment grade, mentre sul fronte valutario si privilegia lo yen e posizioni long selettive sulle valute emergenti, mantenendo un sottopeso sul dollaro.
“Dato il rally azionario, le minori tensioni geopolitiche e i dubbi sulla dinamica economica europea, alcune posizioni sul dollaro e sull’oro potrebbero essere liquidate nel breve termine”, conclude Nadège Dufossé.