Asset allocation: con il taglio della Fed migliora il sentiment sui mercati emergenti

La Fed si prepara a riavviare il ciclo di tagli dei tassi di interesse già questa settimana. «Prevediamo che la Fed riprenderà il ciclo di tagli dei tassi con una riduzione di 25 punti base», afferma Carlos de Sousa, portfolio manager di Vontobel sottolineando come il mercato del lavoro statunitense stia mostrando segnali di indebolimento più marcati del previsto.

«I payroll non agricoli sono in rallentamento a un ritmo tale da far incrementare costantemente la disoccupazione. Questo peggioramento è il motivo principale per cui la Fed probabilmente procederà a un nuovo taglio, nonostante l’inflazione sia ancora superiore all’obiettivo e l’impatto dei dazi non sia ancora stato pienamente avvertito», aggiunge de Sousa. Per il manager, questa scelta «segna un cambio di marcia sul doppio mandato della Fed, che ora dà una maggiore enfasi alla piena occupazione rispetto all’obiettivo di inflazione del 2%».

Tuttavia, le altre principali banche centrali difficilmente seguiranno la scia della Fed. «La BCE sta per concludere il suo ciclo di allentamento, la BoE rimane vincolata dall’inflazione persistente e da una crescita superiore alle attese, mentre la BoJ non ha ancora terminato il suo ciclo di rialzi», osserva de Sousa. Intanto la disinflazione continua in gran parte del mondo, con alcuni Paesi asiatici come Cina e Thailandia già in piena deflazione.

Questa divergenza nelle politiche monetarie potrebbe avere effetti significativi sul dollaro. «Il restringimento dei differenziali dei tassi di interesse nominali e reali peserà sulla valuta statunitense», sottolinea il portfolio manager, che evidenzia anche «preoccupazioni crescenti sull’indipendenza della Fed».

Vontobel conferma dunque la propria visione ribassista sul biglietto verde, formulata lo scorso aprile. «Sebbene il rallentamento dell’economia statunitense peserà sulla crescita globale, prevediamo che il resto del mondo si dimostrerà più resiliente», conclude de Sousa. «Una pausa nell’eccezionalismo degli Stati Uniti dovrebbe migliorare il sentiment nei confronti dei mercati emergenti, che continuano a offrire diversificazione in un mondo in cui i rischi sono sempre più concentrati negli Stati Uniti».