Come fare analisi volumetrica su Bitcoin

L’analisi volumetrica è considerata uno strumento potente per fare trading crypto, in particolare su Bitcoin. 

Infatti l’analisi dell’andamento del prezzo racconta solo una parte della storia, mentre l’analisi dei volumi di scambio rivela la forza dei movimenti di prezzo. 

Ad esempio, un eventuale rialzo del prezzo accompagnato da volumi elevati indica convinzione da parte degli investitori, mentre invece un movimento identico ma con volumi bassi potrebbe dover essere considerato un falso segnale o una trappola. 

I volumi

Con “volumi di scambio” si intendono il numero totale di BTC, o di equivalente in valuta fiat, scambiati su un exchange o sui mercati in un determinato intervallo di tempo. 

I volumi si possono analizzare su differenti timeframe, anche se in genere quello più utilizzato è il timeframe giornaliero. 

Quando si fanno analisi sull’andamento del prezzo di Bitcoin in un determinato periodo converrebbe sempre analizzare anche i volumi di scambio effettuati nel medesimo periodo. 

Oltre però al timeframe, ci sono altre due variabili da tenere in considerazione quando si fa analisi volumetrica su Bitcoin. 

La prima riguarda i mercati che si prendono in considerazione. 

Infatti spesso si dispone dei dati volumetrici solo sulle singole piattaforme di scambio, o addirittura sulle singole coppie di scambio. 

Ad esempio, non solo i volumi su Binance sono diversi da quelli su Coinbase, Bybit o Bitget, ma variano anche da coppia a coppia, come ad esempio da BTC/USD a BTC/USDT o BTC/USDC. 

La seconda variabile è l’unità di misura. 

In teoria la cosa migliore sarebbe utilizzare BTC stesso come unità di misura dei volumi scambiati, perchè rende tutto più semplice da calcolare, ma in realtà si usa soprattutto USD, e questo complica un po’ le cose. 

Innanzitutto bisognerebbe sommare i volumi di scambio dei principali exchange per poter avere un quadro più completo (anche se un’analisi volumetrica effettuata su un grande exchange spesso può essere sufficiente). 

Inoltre bisognerebbe sommare i volumi di tutte le coppie di scambio, anche quelle che non riguardano USD, e questo complica non poco le cose (anche perchè USDT e USDC non sempre valgono proprio esattamente 1 USD). 

Comunque sia, in genere sui classici grafici candlestick i dati sui volumi di scambio appaiono tipicamente come barre sotto il prezzo, e sono spesso visualizzati in BTC. 

L’utilità

L’analisi volumetrica su Bitcoin è importante perchè conferma i trend, segnala i breakout, rileva le divergenze e misura la liquidità. 

Per quanto riguarda i trend ne rivela la solidità. Ad esempio, un uptrend con volumi crescenti è sostenibile, ma uno con volumi decrescenti rischia un’inversione.

Anche i breakout possono essere confermati dall’analisi volumetrica. Ad esempio, un livello di resistenza con spike di volume è sicuramente più affidabile di uno con bassi volumi.

Molto interessante è anche l’analisi delle divergenze, ovvero quando ad esempio il prezzo sale con volumi di scambio che invece risultano essere in cale, perchè l’analisi volumetrica in questi casi potrebbe rivelare una debolezza altrimenti nascosta. 

Infine consente di capire come si sposta la liquidità, anche se in questo caso non conviene utilizzare BTC come unità di misura, ma USD o altre valute fiat (in genere si usa soprattutto USD). 

Purtroppo però su alcuni exchange a volte vengono visualizzati volumi fake, ovvero non dovuti a veri scambi tra utenti ma ad operazioni degli exchange stessi atte proprio a far risultare maggiori del reale i volumi di scambio. 

Dati quindi che sui mercati crypto i volumi possono essere manipolati, è meglio utilizzare dati aggregati da fonti affidabili come CoinMarketCap, CoinGecko o TradingView per analizzarli. 

Come si fa l’analisi volumetrica

Per prima cosa occorre individuare ed analizzare le barre dei volumi. 

In genere queste si trovano sotto i grafici candlestick, e vengono visualizzate con lo stesso colore delle candele: in verde, se la candela ha un prezzo di chiusura superiore a quello di apertura, o in rosso se la chiusura invece risulta essere inferiore rispetto all’apertura. 

A questo punto si possono fare due tipologie di confronti interessanti sulle barre dei volumi. 

La prima è quella di andare a cercare anomalie evidenti, ovvero spike di volume (picchi improvvisi) oppure veri e propri crolli. 

A tal proposito occorre però prestare attenzione al fatto che le barre dei volumi, così come le candele, vanno analizzate solo una volta chiuse, e non mentre si stanno ancora formando. Quindi ad esempio una barra volumetrica di oggi andrà analizzata solo domani, una volta chiusa, e così via. 

Gli spike ad esempio possono indicare possibile volatilità o inversione. Infatti durante eventi particolari come halving o notizie regolatorie, i volumi spesso esplodono.

La seconda è quella del confronto con le medie storiche. In tal caso si consiglia di confrontare le barre volumetriche con quelle dei periodi passati, ed in particolare quelli più recenti. Spesso ad esempio è possibile aggiungere alle barre dei volumi una linea con la media mobile, che nel caso di candele giornaliere può essere di 365 periodi per visualizzare la media annuale. 

Gli strumenti

Una delle piattaforme maggiormente consigliate per fare analisi è TradingView. Non solo la versione di base è gratuita, e comprende molti mercati crypto, ma dispone già di molti strumenti di analisi avanzati e di integrazione con molti exchange reali.

In alternativa, per analisi più superficiali, si possono utilizzare aggregatori come CoinGecko o CoinMarketCap, adatti soprattutto ai neofiti. 

Invece per analizzare i volumi di scambio on-chain, che però non significano necessariamente acquisti e vendite, si possono utilizzare strumenti più avanzati come quelli di Glassnode o Nansen. 

Ovviamente anche sulle piattaforme dei singoli exchange si può fare analisi volumetrica. 

Inoltre, per andare oltre i volumi grezzi ci sono indicatori che integrano prezzo e volume.

Uno di questi è il cosiddetto On-Balance Volume (OBV), ovvero un indicatore cumulativo che aggiunge il volume ai giorni di chiusura positiva e lo sottrae nei giorni negativi. In questo modo un OBV in salita denota una maggiore pressione di acquisto, mentre un OBV in discesa denota maggiore pressione di vendita. 

C’è poi anche il cosiddetto Volume Profile, che mostra il volume scambiato su ciascun livello di prezzo, quindi senza un timeframe preciso, ma all’interno di un intero intervallo di tempo. 

Si tratta di un indicatore orizzontale sempre più usato, che serve per identificare zone di alto volume, da considerare come supporti o resistenze di prezzo forti, e soprattutto il cosiddetto Point of Control (POC), costituito dal prezzo con i volumi massimi nell’intervallo di tempo selezionato.  

Altri indicatori utili sono l’Accumulation/Distribution Line (A/D), simile all’OBV ma ponderato per la chiusura, il Money Flow Index (MFI), costituito dalla somma di OBV e RSI, ed il Chaikin Money Flow, che misura il flusso monetario.

Consigli

L’analisi volumetrica può sembrare banale, ad uno sguardo superficiale, ma in realtà è uno strumento potente anche se non privo di rischi. 

Il problema principale sono i volumi fake di alcuni echange che sballano completamente le analisi. Per questo motivo conviene limitarsi ad analisi su exchange affidabili. 

L’errore più comune però è quello di sovrappesare i risultati dell’analisi volumetrica. Infatti non si tratta affatto di una tecnica infallibile, pertanto è assolutamente necessaria combinarla anche con l’analisi del prezzo. 

Un consiglio che spesso si dà è però quello di non limitarsi all’analisi dei volumi di scambio sugli exchange, ma di estendere l’analisi anche ai volumi di scambio on-chain, in particolare per individuare eventuali grossi movimenti reali da parte delle balene. 

Sebbene l’analisi volumetrica non sia assolutamente sufficiente per comprendere i movimenti di prezzo di Bitcoin, ne aiuta comunque molto la comprensione reale.