Il mese di luglio ha regalato segnali di ottimismo ai mercati finanziari, grazie all’allentamento delle tensioni commerciali e alla solidità dei dati macroeconomici statunitensi. A evidenziarlo è Romain Miginiac, Head of Research per le strategie Credit Opportunities di GAM, secondo cui “il mese di luglio è stato positivo, grazie al progressivo allentamento delle tensioni legate alla guerra commerciale”.
Secondo Miginiac, gli annunci di nuovi accordi commerciali da parte degli Stati Uniti, inclusi quelli con l’Unione Europea, hanno contribuito a ridurre parte dei rischi di coda, nonostante alcuni accordi siano stati “meno favorevoli del previsto”. A questo contesto si è aggiunta una politica monetaria ancora restrittiva da parte della Fed e della BCE, che non ha impedito una forte performance degli asset rischiosi. “Gli spread sulle obbligazioni convertibili contingenti (CoCo) Additional Tier 1 (AT1) si sono ridotti da 295 punti base a 258 punti base, avvicinandosi ai minimi storici di febbraio”, ha spiegato Miginiac, sottolineando però che “molte delle notizie positive sono già state scontate dai prezzi” e invitando dunque alla prudenza.
Valutazioni e fondamentali
Nel suo commento, Miginiac osserva che la compressione degli spread creditizi ha portato le valutazioni su livelli molto tirati: “Il rischio di estensione è sceso a circa il 3%, vicino ai minimi storici”. Il gestore ricorda come GAM abbia colto l’opportunità offerta dalla correzione di aprile per aumentare l’esposizione ai CoCo AT1, riducendola poi progressivamente al restringersi degli spread. “Riteniamo che, dal punto di vista del rapporto rischio/rendimento, vi sia ancora più valore nei titoli Tier 2 e nelle obbligazioni finanziarie senior”, ha spiegato.
Questa strategia ha premiato il fondo, che “ha registrato un calo dell’1,86% rispetto al -5,61% dei CoCo AT1 in euro” durante la correzione di primavera, evidenziando una maggiore resilienza rispetto al segmento più rischioso.
Settore bancario solido
Sul fronte dei fondamentali, Miginiac evidenzia come “gli utili del secondo trimestre siano stati solidi, con le banche che hanno pubblicato dati in linea o superiori alle previsioni di consenso”. Un esempio è ING, che “ha riportato un utile netto superiore del 9% circa alle aspettative” e un RoE del 12,7%, con previsioni riviste al rialzo per l’intero anno. Il coefficiente CET1 dell’istituto olandese è salito al 13,3%, “2,4 punti percentuali sopra i requisiti normativi”, mentre la qualità degli attivi “rimane molto solida”.
Anche lo stress test 2025 dell’EBA conferma la solidità del sistema bancario europeo: “Il punto di partenza delle banche dell’UE è molto solido, con un coefficiente CET1 del 15,8%, che scende solo al 12,1% nello scenario di stress”, ha ricordato Miginiac. Il settore sarebbe quindi in grado di “assorbire 547 miliardi di euro di perdite cumulative mantenendo un coefficiente CET1 superiore al 12%”, un livello paragonabile a quello medio del 2015.
“Il settore dispone oggi di capitale in uno scenario di stress pari a quello di dieci anni fa”, ha aggiunto, a conferma della robustezza complessiva del comparto.
Debito subordinato: domanda forte, emissioni limitate
Sul fronte tecnico, Miginiac sottolinea che “i dati di mercato rimangono molto solidi”. A luglio le nuove emissioni sono state contenute, come previsto, a causa dei periodi di blackout che precedono la pubblicazione dei risultati trimestrali. Tuttavia, “UBS è tornata sul mercato con due nuove emissioni di CoCo AT1, che hanno raccolto una domanda totale di quasi 23 miliardi di dollari per un’emissione di soli 2 miliardi”.
Un segnale, secondo Miginiac, della “solidità dei fondamentali tecnici e dell’interesse ancora elevato da parte degli investitori”.