Chen Hsung Khoo (nella foto), co-lead Portfolio Manager del fondo azionario giapponese di Franklin Templeton, ha 53 anni di età e 30 anni di carriera alle spalle. E oggi, dopo tanta esperienza accumulata sulle piazze finanziarie internazionali, ha maturato una convinzione: “Il mercato giapponese sta vivendo una fase che non si vedeva dai tempi del grande boom degli anni ’80”, spiega Khoo. “Per oltre tre decenni, l’economia nipponica è rimasta intrappolata in un mix di deflazione e stagnazione, ma oggi lo scenario è cambiato radicalmente. Siamo in un vero e proprio regime shift”.

Secondo Khoo, la svolta è arrivata con il ritorno dell’inflazione, a partire dal 2023. “Subito dopo la pandemia del Covid, in tutte le economie del mondo è iniziato un ciclo di aumento dei prezzi e il Giappone non fa eccezione. A questo scenario si è aggiunta l’inflazione importata dalla svalutazione dello yen, che nel 2023 ha perso circa il 20% sul dollaro, visto che la Bank of Japan ha mantenuto i tassi di interesse bassi più aa lungo di altre banche centrali, che invece li aumentavano”, racconta il gestore.
Un’altra novità di rilievo per l’economia nipponica è l’aumento dei salari. “È la prima volta in 30 anni che vediamo stipendi crescere in maniera consistente”, continua Khoo, “siamo al secondo anno consecutivo con aumenti del 5%, e il governo ha stabilito che i minimi salariali cresceranno del 6-7% l’anno fino al 2030. Questo cambia radicalmente la mentalità delle famiglie e delle imprese. Dopo trent’anni, le aziende giapponesi hanno ripreso a investire, spinte anche dalla necessità di modernizzare strutture, digitalizzare i processi, introdurre automazione e persino tornare a fare acquisizioni. Gli ‘animal spirits’ dell’economia nipponica, insomma, sono tornati”.
Il contesto macro si riflette anche sulla Borsa di Tokyo. “Con l’inflazione, le imprese possono aumentare i prezzi e i ricavi, mentre una struttura di costi in paarte fissi genera leva operativa, cioè una spinta significativa alla crescita degli utili, che era mancata per tre decenni”, sottolinea Khoo.
C’è poi la partita delle riforme societarie, un tema noto alle cronache finanziarie giapponesi ma ancora sottovalutato dagli investitori. “Il cambiamento è iniziato già dieci anni fa con il nuovo codice sulla corporate governance, ma la vera svolta è arrivata nel 2023, quando la Borsa di Tokyo ha chiesto alle aziende quotate con un Roe inferiori al costo del capitale o con un price-to-book sotto l’unità di presentare piani concreti di miglioramento. Oggi almeno il 50% delle società è coinvolto in processi di riforma: un cambiamento culturale, quasi un mutamento di paradigma”.
Il risultato? Gli investitori beneficiano di venti favorevoli sia sul fronte degli utili che sulla redditività del capitale. Si crea così un’opportunità di investimento pluriennale, che i mercati stanno iniziando soltanto ora a comprendere. Le valutazioni delle azioni giapponesi restano a sconto rispetto all’indice Msci World. Dunque, non è affatto troppo tardi per salire sul treno in marcia dei listini di Tokyo.
Pur seguendo un approccio bottom-up molto concentrato (30-40 titoli in portafoglio), Khoo individua alcuni settori particolarmente interessanti. “Le banche giapponesi hanno sofferto per decenni lo scenario di tassi negativi. Oggi, con l’economia in normalizzazione e la Bank of Japan che ha già alzato il costo del denaro da -0,1% a 0,5%, c’è spazio per ulteriori rialzi. L’inflazione corre al 3,5%, quindi i tassi reali reali restano negativi. Tale scenario, insieme alla crescita dei prestiti corporate, sostiene una forte ripresa della redditività bancaria. Il mercato non ne ha ancora colto appieno la portata”, continua il gestore di Franklin Templeton
Un altro esempio arriva dall’industria dei semiconduttori, con titoli come per esempio quello del gruppo Ebara: “È un’azienda storicamente industriale, ma oggi oltre metà degli utili viene dai semiconduttori, grazie a pompe specializzate e macchinari per la produzione di chip avanzati. In due anni il titolo ha raddoppiato, ma riteniamo che abbia ancora molto potenziale. Con loro stiamo lavorando su buyback, sistemi Sap per migliorare l’efficienza e strategie di lungo periodo. È il tipico caso in cui la comunicazione di mercato è in ritardo: finora l’azienda era seguita da analisti industriali, ma ora anche gli analisti del settore semiconduttori iniziano a coprirla. Questo aumenterà la consapevolezza sul suo valore reale”.
La filosofia di investimento del team di Franklin Templeton in Giappone si basa su un approccio “da imprenditore”. “Non ci limitiamo a comprare azioni ma ci consideriamo azionisti di lungo periodo e partner delle aziende. Vogliamo instaurare un dialogo costruttivo, portando la nostra esperienza globale di best practice, per creare valore sostenibile a beneficio di tutti: clienti, dipendenti e azionisti. È così che si genera alpha nel tempo”, conclude Khoo. Dopo decenni di quasi immobilismo, il Sol Levante sembra essersi rimesso in moto. E questa volta, secondo molti analisti e gestori, si tratta di un ciclo destinato a durare.