Investimenti, Nuveen: “Mercati emergenti meno rischiosi di quelli sviluppati”

I listini globali continuano a segnare nuovi massimi, sospinti dall’entusiasmo per l’intelligenza artificiale, ma dietro l’ottimismo si celano fragilità crescenti. Tra lo shutdown negli Stati Uniti, le incertezze politiche in Europa e la svolta fiscale in Giappone, “i mercati si trovano in una fase di price discovery”, osserva Laura Cooper, senior macro strategist di Nuveen, sottolineando come “l’indebolirsi degli ancoraggi fiscali stia rendendo sempre più labile la distinzione tra economie sviluppate ed emergenti”.

Nebbia sulla politica statunitense

Negli Stati Uniti, lo shutdown del Governo federale ha bloccato la pubblicazione dei dati economici chiave, privando la Fed di riferimenti fondamentali in un momento cruciale per la politica monetaria. “L’assenza di dati top-tier ha lasciato un vuoto che gli indicatori privati – come il debole rapporto ADP – cercano di colmare, ma restano sostituti imperfetti”, spiega Cooper.

Secondo la strategist, “il percorso di minor resistenza tende verso un allentamento da parte della Fed questo mese, coerente con la sua gestione del rischio”, ma l’incertezza legata allo shutdown “aggiunge un ulteriore livello di complessità in un contesto in cui la credibilità istituzionale degli Stati Uniti è già sotto pressione”.

Francia: lo spettro del rischio politico

In Europa, la situazione non è meno turbolenta. Le dimissioni del primo ministro LeCornu in Francia hanno rilanciato i premi di rischio politico e spinto lo spread OAT-Bund oltre gli 85 punti base. “La Francia ora tratta a livelli più convenienti rispetto all’Italia”, nota Cooper, ma “la mancanza di un piano credibile di consolidamento fiscale ci porta a mantenere una posizione strutturalmente sottopesata sugli OAT a dieci anni”.

Nonostante questo, la visione complessiva di Nuveen sull’Europa resta costruttiva: “I rischi di contagio rimangono contenuti”, precisa l’esperta, che intravede opportunità tattiche qualora una coalizione centrista riuscisse a stabilizzare il quadro politico.

Giappone: verso un nuovo stimolo fiscale

Il Giappone ha sorpreso i mercati con un risultato elettorale inatteso che ha spinto lo yen ai minimi di diversi mesi. “Gli investitori stanno prezzando una maggiore spesa pubblica”, afferma Cooper. “Avevamo previsto un pacchetto di stimolo di circa 30.000 miliardi di yen senza nuove emissioni di JGB, ma ora il rischio è quello di ulteriori spese e tagli fiscali in vista dell’anno fiscale 2026”.

Le nomine di governo e le prossime decisioni di politica fiscale saranno decisive: “Un contenimento delle nuove emissioni contribuirebbe a ridurre il rischio di un ulteriore irripidimento della curva dei rendimenti”, aggiunge la strategist, che non esclude “un rialzo dei tassi da parte della Bank of Japan a dicembre”.

Mercati emergenti in controtendenza

Mentre i Paesi sviluppati mostrano segni di instabilità, alcuni mercati emergenti si distinguono per solidità e credibilità fiscale. “Brasile e Messico, ad esempio, hanno inasprito la politica monetaria in anticipo e stanno ora attirando nuovi flussi di capitale”, spiega Cooper.

Dal 3 ottobre, gli afflussi nel debito emergente hanno raggiunto i 13 miliardi di dollari, con la maggior parte diretta verso strategie in valuta locale. “Questa inversione dimostra come alcuni mercati emergenti combinino oggi quadri fiscali credibili, rendimenti reali positivi e fondamentali in miglioramento, mettendo in discussione l’idea che i mercati sviluppati siano intrinsecamente più sicuri”, osserva.

Una geografia del rischio sempre più incerta

Secondo Cooper, le vulnerabilità che un tempo definivano i mercati emergenti – deficit persistenti, stallo politico, fragili ancoraggi fiscali – “stanno emergendo in diverse economie sviluppate”, mentre gli emergenti “si sono mossi silenziosamente nella direzione opposta”.

La conclusione è chiara: “Il vecchio schema secondo cui i mercati sviluppati rappresentano un’ancora e quelli emergenti un rischio non regge più. Con l’indebolirsi degli ancoraggi fiscali, è necessario essere cauti nell’aggiungere duration nei mercati sviluppati e guardare invece alle opportunità offerte dal debito emergente in valuta locale e dal credito in valuta forte”, suggerisce Cooper.

Tra IA, stimoli fiscali e turbolenze politiche, la mappa globale dei rischi si sta ridisegnando. E, come sottolinea Cooper, “oggi più che mai, la linea tra stabilità e vulnerabilità passa dove meno ce lo aspettiamo”.