Negli Stati Uniti, i rendimenti dei titoli di Stato a lunga scadenza sono aumentati nell’ultima settimana, segnando un irripidimento della curva dei Treasury. La dinamica è stata alimentata dalle crescenti speculazioni secondo cui Kevin Hassett potrebbe essere a breve annunciato come prossimo presidente della Federal Reserve.
Secondo Mark Dowding, Fixed Income CIO di RBC BlueBay AM, “gli operatori di mercato vedono Hassett come potenzialmente più dovish in materia di politica dei tassi rispetto agli altri candidati attualmente in lizza”.
Sebbene questa narrativa abbia contribuito a stabilizzare le aspettative sui tassi a breve, Dowding evidenzia anche un certo nervosismo: “Il desiderio di Hassett di compiacere Trump potrebbe accrescere i rischi inflazionistici nel corso del 2026. Questo ha pesato sui titoli di Stato governativi a più lunga scadenza”.
Ironia della situazione, osserva Dowding, “una delle principali ragioni per cui Trump chiede con insistenza un abbassamento dei tassi da parte della Fed è il suo desiderio di vedere scendere i tassi sui mutui, auspicando un miglioramento dell’accessibilità al credito immobiliare e un conseguente rilancio dell’attività nel mercato immobiliare”. Tuttavia, “esiste il rischio che un’ingerenza presidenziale possa in realtà spingere i tassi sui mutui nella direzione opposta, qualora venisse messa in discussione la determinazione della Fed nel perseguire il proprio obiettivo di stabilità dei prezzi”.
Dowding conferma comunque un certo ottimismo sulla continuità della politica monetaria: “Continuiamo a ritenere che chiunque venga nominato presidente della Fed continuerà ad adottare un approccio più ortodosso alla politica monetaria e resisterà a qualsiasi pressione proveniente dalla Casa Bianca”.
Guardando al 2026, l’analista prevede un numero di tagli dei tassi inferiore alle attese di mercato, ma raccomanda prudenza sulle posizioni short sulla duration: “Non è ancora il momento di assumere posizioni short sui tassi USA, considerando il taglio atteso nella riunione del FOMC di dicembre e i potenziali dati macroeconomici di novembre, influenzati dal recente shutdown del governo federale”.
Sul fronte europeo, anche le curve dei rendimenti hanno registrato un irripidimento. Dowding nota che “i dati PMI sono risultati leggermente migliori delle attese, con il dato composito regionale che ha raggiunto il livello più alto degli ultimi due anni, sebbene permanga una divergenza tra la crescita nell’Europa meridionale e le condizioni più deboli nel Nord”.
In Germania, la pressione sul cancelliere Merz cresce a causa delle difficoltà economiche e industriali, mentre in Italia gli spread sovrani continuano a restringersi. “Abbiamo continuato a mantenere una posizione overweight sull’Italia e sugli spread sovrani europei in generale, sulla base della convinzione che vi sia spazio per un’ulteriore convergenza”, spiega Dowding, sottolineando l’interesse anche verso Romania e altri titoli sovrani con rating investment grade.
Per quanto riguarda il Regno Unito, Dowding osserva che “la sopravvivenza di Reeves per il momento è vista dal mercato dei Gilt come un fattore positivo”, pur mantenendo posizioni short sulla sterlina, data la prospettiva di una crescita debole.
In Giappone, la Bank of Japan ha adottato un tono più hawkish, con il governatore Ueda che ha rafforzato le aspettative di un rialzo dei tassi. “Questo ha contribuito a sciogliere i timori di un possibile ritardo nella normalizzazione della politica monetaria, stabilizzando lo yen e beneficiando dei titoli a lunga scadenza”, aggiunge Dowding.
Sul fronte valutario, il dollaro ha mostrato debolezza, influenzato dalle aspettative di una politica più dovish sotto una possibile presidenza Hassett, sebbene Dowding rimanga scettico su un prolungamento di questo trend, vista la prospettiva di crescita statunitense.
Guardando avanti, la decisione della riunione del FOMC di mercoledì prossimo è l’evento chiave. “È probabile che l’annuncio formale sul prossimo presidente della Fed venga posticipato fino a dopo tale riunione”, afferma Dowding. L’attenzione si sposterà poi sulle riunioni di BoE e BoJ, mentre i flussi dei fondi pensione olandesi potrebbero rendere più vivaci i mercati dei tassi in euro.
Conclude Dowding con un tono più leggero: “Continuiamo a vivere in un mondo in cui le decisioni umane guidano i mercati più delle macchine. In questo caso, per le prossime settimane almeno, nessuno vuole essere visto come troppo Grinch, vero?”
