
Il mercato delle criptovalute non è mai statico: vive di momenti di forte entusiasmo seguiti da fasi di incertezza, durante le quali a dettare la direzione non sono tanto i grafici, quanto i movimenti sottili degli investitori. È quello che sta accadendo oggi con Shiba Inu (SHIB), il memecoin che ha fatto la storia nel 2021 e che ora torna a far parlare di sé per un dato sorprendente: le riserve sugli exchange sono scese a 84,55 trilioni di token, il livello più basso degli ultimi due anni.
Un segnale che non passa inosservato. Meno token disponibili sugli exchange significa meno pressione di vendita immediata, e questo potrebbe rappresentare il preludio a una fase di accumulo strategico, mentre ci si avvicina a quello che in gergo i trader chiamano “Uptober”.
SHIB ai minimi sugli exchange: cosa significa per il prezzo
La riduzione delle riserve sugli exchange è spesso letta come un indicatore di fiducia: i detentori preferiscono spostare i token in self-custody o destinarli allo staking, rinunciando a una liquidità immediata in favore di un’ottica di medio-lungo termine. Nel caso di Shiba Inu, i numeri parlano chiaro: quasi 154 miliardi di token sono stati prelevati dalle piattaforme di scambio, un movimento che ha alimentato l’ipotesi di un imminente cambio di rotta. Alcuni analisti, come il noto esperto on-chain Zayn, hanno sottolineato che fasi simili in passato hanno spesso anticipato rialzi significativi. Sul fronte tecnico, SHIB oscilla attorno a $0,000011, con un andamento che da mesi mostra un trend discendente. Tuttavia, i grafici suggeriscono la possibilità di un breakout qualora la linea di resistenza venisse violata, creando il contesto ideale per un rimbalzo proprio nel mese di ottobre.
Uptober: tradizione, aspettative e rischi
Ottobre è storicamente un mese particolare per il settore crypto: spesso associato a rally inattesi, è stato ribattezzato dai trader “Uptober”. Le speranze che Shiba Inu possa beneficiarne sono alte, ma lo scenario non è privo di ombre. Secondo CoinCodex, SHIB potrebbe toccare un massimo di $0,00001378, con un incremento di circa il 16% dai valori attuali. Un guadagno potenzialmente interessante, ma che si scontra con una realtà fatta di incertezze: il progetto ha sofferto negli ultimi mesi non solo in termini di prezzo, ma anche di reputazione, soprattutto dopo l’hack da 4,1 milioni di dollari che ha colpito Shibarium, la sua soluzione Layer-2. Sebbene la community abbia mostrato resilienza, il memecoin non gode più dello stesso slancio narrativo che lo aveva reso una star indiscussa del mercato. Oggi SHIB sembra dover fare i conti con una condizione più pragmatica: resistere alla volatilità e tentare di recuperare appeal attraverso dinamiche di mercato favorevoli.
Bitcoin Hyper: un nuovo protagonista emerge

Mentre Shiba Inu cerca di riconquistare un ruolo centrale, i riflettori si spostano sempre più su un progetto che sembra incarnare la prossima evoluzione del mercato: Bitcoin Hyper (HYPER). Nata come Layer-2 di Bitcoin, questa nuova infrastruttura ha già catturato l’interesse delle whale, con una prevendita che ha superato i 20 milioni di dollari in tempi record. In pochi giorni, una singola balena ha acquistato oltre 24 milioni di token per un controvalore di 327.000 dollari, accelerando la raccolta di capitale e dando un chiaro segnale di fiducia. La forza di Bitcoin Hyper sta nel suo design: sfrutta la Solana Virtual Machine (SVM) per ereditare la velocità e la scalabilità tipiche di Solana, mantenendo al contempo l’ancoraggio alla sicurezza del protocollo Bitcoin. Il risultato è un ecosistema che promette tempi di conferma inferiori al secondo e decine di migliaia di transazioni al secondo, trasformando Bitcoin da semplice riserva di valore a piattaforma di utilità attiva.
Utility e visione: perché HYPER sta conquistando le whale
Il cuore del progetto è il canonical bridge, attraverso il quale gli utenti possono bloccare BTC sulla chain principale e riceverne una versione wrapped da utilizzare nell’ecosistema Hyper. Questa innovazione apre la strada a un mondo di applicazioni: dalla DeFi ai giochi on-chain, fino a piattaforme di prestito e scambio ad alte prestazioni. Il token HYPER ricopre un ruolo fondamentale, fungendo da carburante per le transazioni (gas fee), governance e staking. Proprio lo staking sta attirando grande attenzione, grazie a un APY del 60% che stimola l’accumulo e rafforza la fiducia nella sostenibilità del progetto.
Le whale hanno colto il segnale: se anche solo lo 0,5% della supply totale di Bitcoin venisse bloccato su Hyper, l’ecosistema potrebbe superare gli 11 miliardi di dollari di valore, spingendo il prezzo teorico del token verso 0,50 dollari. Una prospettiva che trasformerebbe un investimento da poche centinaia di migliaia di dollari in un potenziale ritorno a otto cifre.
Due percorsi, un’unica lezione
Il confronto tra Shiba Inu e Bitcoin Hyper evidenzia la diversità dei modelli che coesistono oggi nel panorama crypto. SHIB rappresenta la resilienza dei memecoin, capaci di sopravvivere grazie alla forza della community e all’effetto sorpresa di Uptober. Bitcoin Hyper, invece, incarna la spinta verso infrastrutture di nuova generazione, progettate per affrontare i limiti storici di Bitcoin e aprire scenari inediti per la DeFi e le applicazioni decentralizzate.